Garbato, ma non troppo – Longo è un grandissimo allenatore, ma nessuno se ne accorge
Elogio a un eterno sottovalutato
A un anno dall’esonero al Como difficilissimo da spiegare e accettare, Moreno Longo è tornato a imporsi in Serie B in grande stile. Un Bari piuttosto raffazzonato, pieno di prestiti e scommesse e anche di qualche variazione tattica in rosa, dopo un inizio difficilissimo ha raccolto 4 pareggi e 2 vittorie nelle ultime 6 gare. Se le due vittorie di fila hanno dato morale, punti e certezze, sono gli ultimi due pareggi contro Cosenza e Cremonese ad aver sancito l’inizio di un nuovo corso mostrando una squadra con un’identità ben precisa sia per concetti che per mentalità.
Nel match del San Nicola terminato 1-1 contro i silani la squadra biancorossa ha disputato un gran primo tempo ritrovandosi poi in 10 per l’espulsione di Lella. La personalità e l’autorevolezza con cui il campo è stato tenuto è stato il primo grandissimo segnale di un gruppo finalmente forte nella testa che si è lasciato alle spalle la scorsa tremenda stagione. Lo stesso risultato è stato poi ottenuto allo Zini, con molti rimpianti. La mossa dell’ex Falletti schierato mezzala favorendo il ritorno di Sibilli ha divelto la teorica corazzata avversaria, apparsa spesso impotente dinanzi alle combinazioni dei pugliesi. Non a caso Giovanni Stroppa ha pagato la gara con il sollevamento dall’incarico. Tante recriminazioni, inoltre, per il rigore non concesso nel finale che avrebbe potuto sancire un altro punteggio e di conseguenza un’altra classifica.
Duttilità, semplicità, efficacia e perseveranza sono le caratteristiche che stanno permettendo a Longo di restituire normalità calcistica a una Bari disillusa e frustrata. Le due sconfitte di inizio campionato avrebbero potuto pregiudicare la fiducia e i successivi due pareggi, non privi di spunti degni di grande interesse, non erano abbastanza per mutare radicalmente la situazione. Il passaggio a un 3-5-2 molto aggressivo e reattivo e la rivitalizzazione di elementi come Mantovani, il prima citato Falletti, un sorprendentemente ritrovato Lasagna hanno garantito la crescita di un progetto che sembrava abbastanza friabile.
La carriera di Moreno Longo insegna questo: ovunque lui vada sa portare solidità. Non quella difensiva, spesso concetto vacuo, ma quella strutturale. Individua gli uomini giusti, li aiuta a rendere e prova a costruire stagioni importanti anche su basi opinabili. Perfetto per portare ordine in contesti caotici, ideale per risollevare squadre a seguito di stagioni deprimenti, adatto a pianificare calcio sul lungo periodo attraverso idee funzionali proprio perché attuabili anche a costi umani. Per il suo curriculum dovrebbe essere in cima all’elenco di ogni società che vuole cambiare guida tecnica al termine di un campionato di Serie B, invece quasi mai gode della stima che meriterebbe. Non dà nell’occhio, non è un personaggio, non sa vendersi quanto il modello dominante richiede. Ma è un grandissimo allenatore ed è bene che tutti lo comprendano.