Angelozzi sta vincendo un’altra scommessa: Lulic ha mutato la fisionomia del centrocampo del Frosinone
Raffaele Maiello, Marcus Rohden, Mirko Gori. Tre calciatori che hanno fatto la storia recente del Frosinone, i quali grazie alla combinazione di doti tecniche e risultati raggiunti possono rimarcare un peso specifico invidiabile non solo in Ciociaria ma nel campionato di Serie B. Fabio Grosso ha deciso di farli accomodare tutti in panchina per schierare sistematicamente dal primo minuto un […]
Raffaele Maiello, Marcus Rohden, Mirko Gori. Tre calciatori che hanno fatto la storia recente del Frosinone, i quali grazie alla combinazione di doti tecniche e risultati raggiunti possono rimarcare un peso specifico invidiabile non solo in Ciociaria ma nel campionato di Serie B. Fabio Grosso ha deciso di farli accomodare tutti in panchina per schierare sistematicamente dal primo minuto un calciatore che poco più di un anno fa era svincolato e aveva esperienza solo in Serie D come Daniel Boloca e l’ultima scommessa in ordine di tempo del direttore Guido Angelozzi: Karlo Lulic.
Venticinquenne mezzala croata prelevata dallo Slaven Belupo negli ultimi giorni di mercato, ha mutato sin da subito la fisionomia del centrocampo garantendo il dinamismo che nella primissima fase di stagione mancava. Non è un mistero che pur proponendo un gioco a tratti spumeggiante e pur disponendo di un play fuori categoria come Matteo Ricci, in diverse uscite i canarini siano apparsi una compagine statica ed estremamente succube di un interpretazione posizionale del calcio. L’idea del doppio regista, affascinante sulla carta, ha infatti avuto vita difficile e breve: Maiello infatti non è riuscito a coesistere con l’ex Spezia. I problemi non riguardavano solo la fase di non possesso, in cui è preventivabile un’inferiore intensità con tale sistema, ma anche quella di costruzione: la similare attitudine dei due infatti stagnava troppo spesso la manovra riducendo l’imprevedibilità della squadra.
Anche Rohden non ha saputo sfruttare al meglio lo spazio avuto a disposizione, rivelandosi troppo compassato per il livello di questa compagine e di questo campionato. Pochi inserimenti senza palla rispetto agli anni passati, poca fantasia e una ridotta lucidità sono stati i segni distintivi delle sue performance. Con Gori semplicemente più indietro nelle gerarchie, l’unica pista alternativa sarebbe stata rappresentata da Luca Garritano mezzala. Il calciatore ha spesso ricoperto il ruolo in carriera, ma al momento pare imprescindibile come ala sinistra nel 4-3-3 che l’allenatore ha cucito su misura dei propri ragazzi. Troppo importanti gli strappi e le giocate di qualità che mette in mostra negli ultimi 25 metri, irrinunciabili le letture tattiche e i continui ripiegamenti con cui aiuta i compagni nelle transizioni negative.
In questo contesto incerto e imperfetto, Karlo Lulic ha sfruttato al meglio la sua possibilità. Il calciatore con un passato nella Sampdoria ai tempi della Primavera ha evidenziato sin da subito un’estrema compatibilità con Ricci e Boloca, stabilizzando le prestazioni del primo e favorendo la crescita del secondo. La complementarità con il calciatore che pochi mesi fa si godeva la convocazione in Nazionale è lampante in entrambe le fasi. Che a destra giochi Zampano o Casasola, entrambi sono più portati a spingere e seguire l’azione rispetto a Cotali: per questo è fondamentale che la mezzala sia in grado sia di creare loro spazi con gli inserimenti e le sovrapposizioni, sia di dialogare con loro nello stretto ma anche e soprattutto di coprire gli spazi che possono lasciare scoperti con le loro avanzate. Queste caratteristiche garantiscono a Ricci di giocare con più leggerezza: il play (le cui doti di interdittore comunque non si discutono) può fraseggiare con maggiore serenità consapevole delle relazioni già predefinite tra i compagni e di avere al tempo stesso compiti leggermente ridotti nel momento in cui la palla diviene proprietà degli avversari.
Boloca, dal canto proprio, pur amando partire in progressione, dribblare e cercare la porta, ha un background calcistico da regista che lo porta a inserirsi meno di quanto una mezzala è solita fare. Per questo motivo con compagni ancor meno inclini di lui a supportare l’azione sull’altro lato di campo è stato costretto a snaturarsi e a rinunciare in parte alla propria visione di gioco al fine di svolgere un compito tatticamente essenziale ma certamente meno nelle sue corde. Con Lulic sul terreno di gioco, invece, ha potuto relazionarsi in maniera migliore sia a Ricci che a Garritano. Partendo più dietro ora l’italo-rumeno può dividersi con il centrocampista centrale i compiti di impostazione e premiare con maggiore continuità i tagli interni dell’ex Chievo, in virtù delle minori energie che consuma e della conseguente maggiore lucidità.
Karlo Lulic coi suoi centimetri, la sua intensità, la sua presenza costante in entrambe le fasi è l’elemento di equilibrio di un organico forte che sembrava però destinato a restare sbilanciato. Guido Angelozzi si conferma un fine conoscitore di calcio che, appena compresa la possibilità di ingaggiare Ricci, ha voluto individuare un profilo che ne semplificasse il riadattamento in Serie B. Alla luce dei risultati che stanno arrivando e del miglioramento corale nell’interpretazione delle gare del Frosinone, adesso pensare di rinunciare al centrocampista giunto in Ciociaria in sordina è semplicemente impossibile.