Dalla Serie D alla Nazionale: Manuel Lazzari, il trionfo dell’umiltà
Cos’è un esempio? Sono vari i significati riconducibili a questo termine: è un modello, è ispirazione, è un riferimento. Constatato ciò, la domanda, forse la più importante, è un’altra: quali sono gli estremi per poter considerare una persona come un esempio? Qui potrebbero prendere forma i più ampi pareri, che sarebbero tutti corretti, perché ognuno […]
Cos’è un esempio? Sono vari i significati riconducibili a questo termine: è un modello, è ispirazione, è un riferimento. Constatato ciò, la domanda, forse la più importante, è un’altra: quali sono gli estremi per poter considerare una persona come un esempio? Qui potrebbero prendere forma i più ampi pareri, che sarebbero tutti corretti, perché ognuno cerca di rispecchiarsi in uno o più riferimenti in base alle proprie sfaccettature che si desiderano modificare, motivo per il quale abbiamo l’obiettivo di fare nostro ciò che pensiamo possa aiutarci a migliorare in qualsivoglia ambito della nostra vita.
Ecco, pensate adesso ad un adolescente che nella propria camera ha i cassetti pieni di sogni e nella mente ha le immagini dei propri idoli visti in televisione. I sogni e le immagini in questione hanno come tema il calcio, ciò che Manuel Lazzari voleva trasformare da passione a lavoro. Quando, ai tempi degli Allievi del Vicenza, non fu confermato, probabilmente nella sua testa presero forma i più negativi pensieri sulla propria carriera, arrivata, cosa paradossale per la giovane età, ad un bivio: smettere o ripartire. La scelta fu la seconda, e oggi siamo in tanti a benedire ciò. Serie D non è sinonimo di futuro assicurato, tanti sono i ragazzi che non riescono a superare una certa soglia di difficoltà ma, seppur in una fase storica difficile per il nostro Paese, umiltà e dedizione sono spesso i pilastri necessari per arrivare in alto, senza considerare da dove avvenga la partenza.
Capita, poi, che il film della propria vita possa trovare un alleato nel destino, che alle volte ricorda di essere benevolo e ci aiuta nel fare di un sogno una fantastica realtà. Nel caso di Lazzari, questo accade con il suo arrivo a Ferrara, nel 2012, quando la Giacomense gli dà l’opportunità di misurarsi con i professionisti, nella oramai defunta Lega Pro Seconda Divisione. Quello tra l’esterno destro classe ’93 e la piazza nella quale ancora oggi vive è un rapporto fatto di simpatia e stima reciproca, fattori, questi, sublimati dal passaggio alla SPAL. La piazza estense ha dato tanto a Manuel, così come Manuel ha dato tanto alla società, come due amici che, a braccetto, maturano insieme.
In un certo senso è andata così, perché dalla Seconda Divisione alla Serie A il percorso è stato comune. Arrivato dove, ai tempi della mancata conferma con il Vicenza di cui si parlava poco fa, non immaginava di essere, Lazzari stupisce in positivo tutti gli addetti ai lavori, a suon di buone prestazioni e umiltà, un vero continuum nella sua storia. Le sue qualità gli permettono di guadagnarsi la convocazione e l’esordio nella Nazionale italiana, probabilmente il punto più alto per ogni calciatore. Con l’augurio che tutto ciò sia solo l’inizio di una nuova , stupenda fase della sua carriera.
Per chi ha avuto forza e voglia di arrivare fin qui, concludiamo così come abbiamo cominciato, ovvero con una domanda: Manuel Lazzari può essere definito un esempio? La risposta, quantomeno da parte di chi scrive, potete facilmente immaginarla.