Fedele al Calcio – Salvate il soldato Longo: questo Bari pecca di competitività. (Non) Si accettano miracoli
Una sessione di mercato che ha lasciato a desiderare
Dopo tre giornate, in attesa di tornare in campo già domani contro la prima Sampdoria del post Pirlo, il Bari di Moreno Longo è senza alcun dubbio partito con nette difficoltà e tangibile incertezza. Appena un punto, ultimo posto evitato solo “grazie” alla penalizzazione del Cosenza, e una proliferazione di dubbi che mescolano la connaturata instabilità del calcio di agosto a osservazioni sulla conduzione del calciomercato.
Prendere Longo e affidargli le chiavi e la gestione della ricostruzione tattica del club vuol dire sposare un determinato credo: calcio aggressivo, capacità di saper giocare in transizione, personalità nelle scelte e grande attenzione all’equilibrio tra i reparti in fase di non possesso. Una declinazione di protagonismo durante la partita che deve necessariamente essere accompagnata, e agevolata, dalle caratteristiche dei calciatori e dallo spessore di quest’ultimi.
La sessione di mercato del Bari – qui subentra la parte più calda della trattazione – a detta di chi scrive non ha totalmente seguito questo solco. In attesa di capire come andrà l’ultimo giorno di mercato, e in virtù della spiacevole notizia dell’infortunio accorso a Sibilli, uno dei cardini della rosa, i biancorossi non danno la sensazione di poter essere competitivi come la propria storia, l’ambizione della piazza e il prestigio del tecnico meriterebbero.
Sono senza alcun dubbio arrivati elementi molto interessanti, tra cui Sgarbi (eccellente contro il Sassuolo), Manzari (che ha la giusta intelaiatura, fatta di tecnica, guizzi e gamba, per seguire il discorso tattico fatto poco fa) e Oliveri, ma ognuna delle tre partite ha certificato come in termini di status, numero (la rosa è parsa davvero corta in alcune posizioni) e qualità, l’organico abbia delle nette zone in cui bisognerebbe intervenire. Durante l’estate è stato lo stesso tecnico a lasciar intendere – pur senza mai alzare i toni – che a questa squadra servisse qualcosa (a titolo di esempio: un erede del sempiterno Di Cesare) che probabilmente non è ancora arrivato, con l’avverbio doverosamente necessario in quanto bisogna attendere l’epilogo di quest’ultima giornata di trattative (e l’arrivo annunciato poco di Falletti segue questo discorso).
Al momento, dunque, l’allenatore – che non sarà senza alcun dubbio protetto da qualsivoglia forma di alibi, non è nello stile né di chi scrive né dello stesso Longo – è chiamato a far overperformare un Bari con tanti desideri ma, probabilmente, poche strade da seguire per poterli raggiungere. Al trenta agosto, dopo due mesi in cui si sarebbe potuto e dovuto fare di più/meglio, sembra quasi fastidioso dover chiedere un miracolo o pseudo-tale.