Garbato, ma non troppo – La Serie B è una cosa seria, le neopromosse l’hanno capito? Oltre il Cesena il vuoto
Manca ancora un mese di mercato, ma le sensazioni sono negative
Già ai nastri di partenza della scorsa stagione utilizzando lo stesso spazio ho voluto sottolineare l’inadeguatezza di due neopromosse come Lecco e Feralpisalò. I primi sono retrocessi prima ancora di capire in che categoria si trovavano, i secondi hanno subito lo stesso esito ma grazie al lavoro sublime di Marco Zaffaroni hanno valorizzato ogni singolo che avesse qualcosa da offrire. Non è bastato, tuttavia, per restare in Serie B e il motivo è lapalissiano: con valori tecnici al di sotto degli standard è molto difficile fare miracoli.
Mantova, Juve Stabia e Carrarese non sembrano aver imparato la lezione. Nomi che lasciano più dubbi che ottimismo per Vespe e Apuani, Mattia Aramu e Leonardo Mancuso innestati in una rosa sulla carta non da vertice neppure in Serie C per i Virgiliani. Manca più di un mese alla chiusura del calciomercato, è vero, ma è evidente che tutte e tre le società facciano molto affidamento sui mister della promozione per compensare i limiti. Certo, dopo una stagione in cui gli esoneri sono stati una piaga dilagante fa un po’ sorridere pensare a Davide Possanzini, Guido Pagliuca e Antonio Calabro come top player. L’auspicio di tutti è che siano trattati davvero da tali, la grande paura è che al terzo risultato negativo si trasformino in uomini nel mirino.
Se tre neopromosse su quattro agiscono in un campo che desta perplessità, il Cesena è una delle regine del mercato. Proprietà molto più ricca, innegabile, ma anche visione decisamente più chiara. Un progetto giovane, con ragazzi di talento, in cui sarà immessa esperienza portata da calciatori di categoria nel pieno della loro carriera: Marco Curto, Massimiliano Mangraviti e Giacomo Calò sono colpi intelligenti, i vicinissimi Simone Bastoni e Mirko Antonucci potrebbero essere acquisti in grado di spostare del tutto gli equilibri. Budget diversi, storie diverse. Nessuno vuol fare paragoni, ma senza un’idea precisa di come strutturare il proprio futuro diventa difficile anche rendere onore al presente.