Il pensiero del Direttore – Mignani esonero ingiusto per pretese eccessive: questo Bari non sarà mai da Serie A diretta
L'editoriale del Direttore
Il Bari ha esonerato Michele Mignani: per l’allenatore una promozione in Serie B e quella in Serie A sfumata a 2 minuti dalla fine e dopo il legno di Folorunsho che avrebbe chiuso la contesa. I biancorossi ripartiranno da Pasquale Marino, veterano, innovatore, bravissima persona ed allenatore preparatissimo che ritorna in pista da un piazza importante: in bocca al lupo a lui.
Tornando a Mignani: dopo un inizio zoppicante ma non deficitario come magari quelli di Spezia e Sampdoria, per citare squadre con ambizioni simili, l’esonero è l’ennesima ingiustizia legata agli allenatori di cui il calcio moderno si fa opaco portatore. Una tendenza che in questo caso ha radici poco solide e molto labili che lascia perplessi e con tanti interrogativi.
Mignani ha letteralmente toccato con mano la Serie A con una squadra che è diventata da Serie A grazie all’enorme lavoro dell’ex Siena. Ai nastri di partenza l’organico non era attrezzato per quell’obiettivo e molti calciatori non avevano mai performato come poi fatto grazie alla sagacia tattica di un allenatore che sotto questo aspetto non ha mai demeritato, anzi.
In questa stagione la squadra è profondamente cambiata: nomi importanti soprattutto nel reparto offensivo ma probabilmente male assortiti. Mignani ha perso una sola partita, ne ha pareggiate sette ed i biancorossi sono a 3 punti da quello che, dispiace urlarlo ad alta voce, è l’unico obiettivo plausibile e raggiungibile: i playoff. Il Bari di questa stagione non era, non è e, salvo clamorose svolte non sarà mai da promozione diretta in Serie A.