Il pensiero del Direttore – Altro che City, il caso Brunori gestito da Terza Categoria! Sagra del non detto e dell’umiliazione
L'editoriale
La stagione del Palermo sta proseguendo sulla falsariga di quella precedente: tante aspettative, un sogno, tanti soldi e un rendimento pessimo. La differenza tra lo scorso anno e questo, nella mediocrità espressa in campo, è una ed è lampante: Matteo Brunori.
Il capitano dei rosanero, leader carismatico e tecnico e sicuramente il calciatore più importante degli ultimi 5 anni a Palermo, è ai margini. Un solo gol su rigore, tanta panchina o 3 minuti a partita (come con la Samp). La gestione del caso Brunori lascia molto a desiderare da un piano comunicativo.
L’addio in estate sembrava scontato ma così non è stato: dopo la permanenza e la risoluzione del caso il tutto sembrava risolto ma, a questo punto, è facilmente ipotizzabile che le parti abbiano solo rimandato senza mai chiarire.
La gestione del caso, altro che da City, è da terza categoria. Mai fatto fuori dal progetto a parole, Dionisi lo ha sempre tenuto in considerazione in conferenza ma, quello che continua ad essere il calciatore più forte del Palermo, non gioca e i rosanero non volano. Pensare alle esclusioni per scelta tecnica è quantomeno poco credibile, o comunque poco comprensibile.
A gennaio a questo punto sarà addio ma da questa storia il City Football Group con annessi e connessi non ne esce al meglio. Brunori è fuori dal progetto? Bene, che lo si dica e non lo si faccia intendere. Scegliere l’ottimo Segre per parlare ai tifosi in rappresentanza della squadra è la mossa probabilmente definitiva della detronizzazione di Brunori, dopo tanti gol, tanti sogni e tanta passione culminata con un “premio” da 3 minuti finali in un match di cartello che sa tanto di umiliazione. Che brutto.