Il pensiero del Direttore – Pareggiare sempre vuol dire non perdere mai: Catanzaro e quella narrazione (parzialmente) sbagliata
L'editoriale
In una classifica tremendamente corta dalla zona Serie C diretta all’ultimo posto playoff, ogni partita può far cambiare tante posizioni e ogni dinamica può rendere invalido quanto viene detto qualche giorno prima. Cose che però vanno dette.
Il Catanzaro di Fabio Caserta e Ciro Polito, chiamato alla ricostruzione dopo un anno da favola e un’estate di addii, pareggia quasi sempre: 11 segni X, 3 vittorie ma, aspetto che sembra quasi superfluo e che invece dovrebbe essere sottolineato, sole 2 sconfitte. Il Catanzaro è alle porte dei playoff (e a +3 della Serie C), conducendo il campionato che doveva condurre, forse, perlomeno fino ad ora, un filo meglio delle aspettative, perlomeno del sottoscritto.
Salutare DG, DS e soprattutto Vivarini dopo un’annata fiabesca poteva annullare emozioni e motivazioni e invece questo Catanzaro, con limiti ma anche con un grandissimo cuore, è squadra ostica da battere. Sulle ali di Re Pietro Iemmello, unico ed inimitabile trascinatore dei giallorossi, il Catanzaro naviga in quella medietà che per una volta non è sinonimo di mediocrità ma rappresentante di un folto gruppo di mezzo da cui emergeranno squadre per salvarsi tranquillamente e sognare i playoff ed altre che faticheranno.
Il Catanzaro, proseguendo così, potrebbe elevarsi nel primo gruppo succitato ma a prescindere il racconto di quanto visto finora è forse sviluppato sotto un occhio solo critico e mai costruttivo. Nel calcio conta vincere ma conta anche non perdere: tutte banalità che però vanno sottolineate se non vengono fatte emergere.