Il pensiero del Direttore – Confusione nella rivoluzione: Caserta e Catanzaro a un bivio
L'editoriale
In estate il Catanzaro ha messo in atto una rivoluzione probabilmente inaspettata se non altro per la portata della stessa.
Via, per motivi di natura diversa, il DG Foresti, il DS Magalini e soprattutto l’allenatore Vincenzo Vivarini. Con loro, tra le naturali cessioni e gli altrettanti acquisti, hanno salutato anche due pilastri come Fulignati e Vandeputte. Floriano Noto ha affidato la direzione sportiva a Ciro Polito che per la panchina ha puntato sul fedelissimo Fabio Caserta.
Partiamo da un presupposto: Caserta, in Serie C, è un vincente. Sulla falsariga dell’editoriale di settimana scorsa, in cui si citano le categorie per gli allenatori oltre che per i giocatori, però, l’ex centrocampista rischia di essere annoverabile tra i top di C e tra i flop di B. Le sue esperienze in cadetteria non sono esaltanti e, seppur con tratti promettenti, la sua mano non si è vista in modo nitido a Cosenza e non si sta vedendo a Catanzaro.
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Più che rivoluzione per portare a una nuova identità, ad oggi in giallorosso si nota tanta confusione in campo. Un modulo di partenza base che si fatica a trovare, tante, troppe analogie coi difetti visti a Cosenza così come gli sprazzi positivi che però, perlomeno coi Lupi, sono stati pochi e non sufficienti. Catanzaro e Caserta sono a un bivio: i giallorossi della stagione, Caserta della carriera. Fare bene significherebbe, per tutti, aver portato in salvo la barca dopo aver cambiato tutto l’equipaggio al comando.