Serie B, “Saranno Famosi”: i quattro talenti pronti a conquistare la Serie A
“I’m gonna live forever”. Nel 1980, all’inizio di quel decennio che ha sconvolto, rivoluzionato il mondo della musica, Irene Cara così urlava al mondo intero la sua voglia di sbalordire il suo pubblico, di conquistare gli ascoltatori, di diventare una star. Voleva imprimere un ricordo così indelebile, da ambire ad essere immortale, a “vivere per […]
“I’m gonna live forever”. Nel 1980, all’inizio di quel decennio che ha sconvolto, rivoluzionato il mondo della musica, Irene Cara così urlava al mondo intero la sua voglia di sbalordire il suo pubblico, di conquistare gli ascoltatori, di diventare una star. Voleva imprimere un ricordo così indelebile, da ambire ad essere immortale, a “vivere per sempre”. Ebbene, di potenziali “immortali” del pallone l’attuale serie cadetta ne è piena. In tanti potranno dire con orgoglio – e con quella dedizione e proiezione al sacrificio che non devono mai mancare – che “saranno famosi”.
Il primo, manco a dirlo, per clamore, profilo glamour, copertine patinate e – soprattutto – per quel talento che ha stregato anche oltremanica, è Riccardo Orsolini, classe ’97. Mancino dell’Ascoli, dal dribbling incredibile e dalla eccezionale vocazione al gol. La Juve ha subito fiutato l’affare e lo ha fatto suo, per la modica cifra di 10 milioni di euro circa. Aveva richieste “overbooking” la talentuosa ala bianconera, ma ha preferito la Vecchia Signora, la sua voglia di vincere e la sua perseveranza, che ha consentito ai dirigenti juventini di battere la concorrenza di un assai agguerrito Napoli, pronto addirittura a far follie per il numero 11 dell’Ascoli.
Il secondo è lo Xherdan Shaqiri di Avellino, vale a dire Daniele Verde. Classe ’96, napoletano di nascita, giallo-rosso di crescita calcistica. Il forte esterno bianco-verde, che ricopre lo stesso ruolo del sopra citato Orsolini, sta giocando un ottimo campionato. 30 presenze, 7 gol e 6 assist per il ventenne. Un bottino incredibile, considerando la stagione sotto tono dell’Avellino e la serrata concorrenza nel reparto avanzato degli irpini.
Una squadra che punti al vertice, sia quello di Serie A o della Serie cadetta, deve costruire partendo dalle basi, dalle fondamenta. Deve, insomma, mettere tra i pali un estremo difensore affidabile, che trasmetta sicurezza a se stesso ed alla difesa intera. E quale miglior prospetto di Alex Meret, protagonista assoluto della cavalcata trionfale della Spal, ormai prossima alla promozione nella massima Serie. Di proprietà dell’Udinese, che almeno per la stagione 2017/2018 non intende affatto privarsene, il friulano classe ’97 è, anche lui, al centro di un intrigo di mercato, di una serrata, serratissima sfida tra la Juve ed il Napoli. I bianconeri, infatti, sono sempre attenti ai prospetti che la Serie B lancia, ed i partenopei, a loro volta, sotto la guida dell’avvedutissimo ed intelligentissimo Giuntoli, stanno praticando la stessa politica societaria, dovendo tra l’altro guardare con maggiore programmazione al futuro alla luce delle poche certezze legate all’ormai veterano Reina.
Ultimo, non in ordine di preferenza ovviamente, è Elio Capradossi. Il giovane difensore, di origini ugandesi, è uno di quei talenti che fa disperare tutti gli appassionati di “Football Manager”. Indicato come giovane prodigio, in molti si aspettavano un suo veloce approdo nella massima serie. Ma così non è stato, per un motivo che i più hanno ignorato: un infortunio grave al legamento crociato, che lo ha costretto a seguire un percorso di riabilitazione lungo ed angosciante insieme al suo allora compagno di squadra Kevin Strootman. Il talento, di proprietà della Roma, ha trascorso i primi sei mesi della stagione a Bari, voluto fortemente da quella dirigenza che ricordava in lui ed in Somma – figlio dell’allenatore e commentatore Tv – la più giovane e promettente coppia difensiva a livello giovanile. Nella compagine pugliese, tuttavia, complice un campionato altalenante nonostante le ambizioni iniziali fossero tutt’altre, non ha trovato lo spazio cui ambiva. Immediato, per tale motivo, il ritorno alla Roma, dove sta facendo tirocinio alle spalle di Manolas, Ruediger e del comandante Federico Fazio, affinando così il suo incredibile tempismo e la sua naturale vocazione all’anticipo.
Impossibile prevedere quali dei giovani prospetti qui indicati potranno assurgere al rango di fuoriclasse. Impossibile prevedere con certezza assoluta il loro futuro, sul manto verde e dietro ad un pallone. E’ però certo che i riflettori di tutta la serie A e di parte della Premier League sono stati e son tuttora proiettati su quelli che sono pacificamente riconosciuti come talenti, folgoranti. Come stelle, più brillanti di un diamante. E c’è già chi è pronto a scommettere su di loro, c’è già chi è pronto a dire che loro “saranno famosi”, che “vivranno per sempre”.
Vincenzo De Stasio. Riproduzione riservata per pianetaserieb.it.