Seconde squadre o Serie B? I giovani calciatori non hanno dubbi: la B continua ad essere la vetrina perfetta
La Serie B sta innalzando anno dopo anno il proprio livello tecnico; tante squadre costruite per vincere che stagione dopo stagione si affidano a calciatori forti per provare a sbaragliare la sempre folta e pericolosa concorrenza. Oltre ai calciatori di carattere internazionale ed a quelli provenienti da serie maggiori magari dopo aver accumulato tanta esperienza, […]
La Serie B sta innalzando anno dopo anno il proprio livello tecnico; tante squadre costruite per vincere che stagione dopo stagione si affidano a calciatori forti per provare a sbaragliare la sempre folta e pericolosa concorrenza.
Oltre ai calciatori di carattere internazionale ed a quelli provenienti da serie maggiori magari dopo aver accumulato tanta esperienza, un binomio indissolubile che anche in questa sessione di mercato si sta mantenendo è quello tra i giovani e la Serie B. Sono tantissimi i calciatori che proprio attraverso la cadetteria si sono messi in mostra e tanti altri si candidano a farlo anche a questo giro.
In molti, grazie alle liste under che obbligano le squadre a presentarsi con un determinato numero di giovani, pescano dalla Serie A e dalle Primavere delle stesse per dare ai nuovi talenti l’opportunità di mettersi in mostra. Da quest’anno la Lega B ha aumentato e di parecchio gli introiti per le squadre che utilizzeranno Under (si parla di 40-50 milioni), soprattutto se U21 e soprattutto se italiani. Così facendo, come sottolineato anche da Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport, il campionato degli italiani è ancor di più italiano: il 75% dei calciatori è del Belpaese e se si analizzano solo gli Under la percentuale cresce a dismisura. Dall’anno prossimo, inoltre, i contributi della Lega ci saranno solo per gli Under 21 e dunque i giovanissimi avranno ancor più importanza.
Oltre a questo, poi, c’è anche la scelta di qui giocatori che conoscono bene gli effetti benefici di questa Serie B e che, dopo qualche anno magari non brillante, decidono di rimettersi in gioco ripartendo dalla B, campionato che viene spesso e volentieri preferito ad altri. In tal senso emerge un tema già d’attualità qualche mese fa che alcuni trasferimenti testimoniano e che tirano in ballo le seconde squadre.
Il Venezia ha ufficializzato Olivieri che qualche anno raccolse una presenza in Champions League con la Juventus subentrando a Dybala. Un evento di tutto rispetto a cui però non è stato dato seguito: per Olivieri, ancora in orbita Juventus, c’è stata la forte volontà di unirsi ad una piazza eclettica e fresca per sfondare ripartendo dalla Serie B. Nonostante la possibilità che stava diventando concreta di esibirsi con la Juve Next Gen, seconda squadra dei bianconeri militante in Serie C, l’attrattività della Serie B non ha avuto eguali portando l’ex Perugia ancora in Serie B.
Altro esempio, sempre dalla Juventus Next Gen e sempre verso la Serie B, è quello del centrocampista Peeters, passato dallo Standard Liegi e che i bianconeri hanno girato in prestito al Sudtirol. Un altro elemento che non ha sposato il progetto seconda squadra preferendo un’esperienza più stimolante.
Ad inizio mercato il primo acquisto del Pisa, dopo una lunga battaglia con la Cremonese, è stato il terzino Tommaso Barbieri, classe 2002 con una presenza in Champions League coi bianconeri contro il PSG che, dopo l’esperienza in Next Gen, ha optato per lo scatto in avanti.
Caso simile, seppur con più esperienza alle spalle, per Pecorino, reduce dall’esperienza al Catania e passato al Sudtirol sempre dalla Juventus.
Se un caso può essere casualità, diversi casi fanno sorgere la vecchia e cara domanda: così pensate, le seconde squadre in Italia servono? La risposta, probabilmente, continua ad essere no visto che la Serie B, prodotto nostrano e vincente, continua ad essere il lido preferito di chi sogna la Serie A.