Fedele al Calcio – Sottil, manifesto di eleganza: dimissioni necessarie, spiegazione da applausi
I dodici giorni del tecnico
Siamo di nuovo qui, giunti alla terza stagione di una serie non appariscente come quelle delle più rinomate piattaforme di streaming, ma desiderosa di offrire contenuti puri e – si spera – quantomeno interessanti. La Serie B 2024/2025 conterrà quella congenita e stimolate incertezza che accompagna il campionato cadetto (per quanto, a onor del vero, a luglio sarebbe strano dire qualcosa di diverso, indipendentemente dal torno), eppure sin da queste afose settimane preparatorie non mancano gli argomenti.
Qualcosa è già successo, tanto altro succederà, ma la prima margherita da sfogliare ci porta a scegliere un petalo dai profumi contrastanti: i dodici giorni di Andrea Sottil da allenatore della Salernitana, in quello che sembra il titolo – per restare in tema – di un interessante documentario Netflix.
Due annuci, quello del 20 giugno intriso di ambizione, seguito dall’epilogo del 2 luglio, tante domande e risposte convincenti unicamente da un lato, quello del tecnico. Nell’incertezza tecnica di una Salernitana che dall’esterno non lascia intendere grande consapevolezza operativa, Andrea Sottil ha mostrato notevole pacatezza, e tangibile eleganza, quando interpellato su una dinamica che, analizzando il lasso temporale in cui il matrimonio si è consumato, ha inevitabilmente suscitato dubbi: “Avevo fatti dei colloqui a Roma con il presidente Iervolino. C’era una holding che sarebbe dovuta entrare nel progetto. Il discorso biennale, per quanto riguarda il contratto, era un’opzione che mi soddisfaceva. Purtroppo la holding non è più entrata e i programmi sono cambiati.
Semplicemente, dopo un confronto sereno abbiamo deciso di non proseguire il rapporto lavorativo. Petrachi mi voleva fortemente e questa cosa mi ha inorgoglito: è un dirigente di alto livello, lo ringrazio. Salerno è una piazza importante, il progetto era stimolante […]”.
Parole chiare, concise, senza alcuna iniezione di rancore, per quanto – ipotizziamo – al momento della firma le sensazioni del tecnico fossero ben altre rispetto poi alla quotidianità che si è trovato ad affrontare durante la breve permanenza su suolo campano. In virtù del percorso del tecnico, che senza mai cercare la luce dei riflettori ha vinto in D e C, per poi convincere anche in B e in A, una situazione senza solide fondamenta avrebbe rischiato di minare questo rigoglioso cammino. Una decisione, dunque, legittima e condivisibile, comunicata in maniera sincera e genuina. In un calcio così rumoroso nei toni e nei modi, Andrea Sottil ha indicato un’altra via, quella dell’eleganza.