Garbato, ma non troppo – Spezia-Pisa ha confermato che la Serie B sa essere una trappola
90 minuti che raccontano un avvio di stagione negativo
Osservando gli organici di Spezia e Pisa all’inizio del campionato di Serie B nessuno avrebbe immaginato di ritrovare dopo 9 giornate entrambe le formazioni nella parte sinistra della classifica e i liguri persino sul fondo. Con rose qualitative e anche abbastanza esperte, le previsioni erano ben altre da parte di tutti gli addetti ai lavori. Nessuno ha errato nella valutazione, ma l’unicità della cadetteria sta proprio in quell’imprevedibilità che genera situazioni di questo tipo. Un anno fa Benevento e SPAL sono retrocesse nonostante proprietà ricche e organici importanti: nessuno può rilassarsi, nessuno può considerarsi immune da rischi.
Il sentito Derby dell’ultima giornata ha offerto uno spettacolo obiettivamente scialbo. Certamente la squadra allenata da Massimiliano Alvini ha proposto, soprattutto nei primi 60 minuti, qualcosa in più sul piano delle idee e della coralità. Nel complesso, tuttavia, entrambe le formazioni sono sembrate paralizzate dalla paura di commettere ulteriori errori dopo un avvio di stagione fortemente negativo e hanno saputo esprimersi solo sul piano agonistico. Timore e rabbia sono gli ingredienti perfetti per concludere una partita sullo 0-0.
Alberto Aquilani, enfant prodige lo scorso anno sulla panchina della Fiorentina Primavera, sta scoprendo tutte le difficoltà della seconda competizione italiana. A poco è servito l’esordio fragoroso sul campo della Sampdoria, a poco stanno servendo i tanti elementi di talento sulla trequarti. Con tanti infortuni si perdono certezze e senza certezze sfuma progressivamente il coraggio. Una squadra involuta, tornata anche alla difesa a 3, ha bisogno di stimoli ma soprattutto di rientri per ridestarsi, ma l’infermeria non offre buone notizie.
Alvini, invece, credeva che lo Spezia potesse costituire la grande occasione per ripartire in seguito all’esonero in Serie A con la Cremonese. Sta facendo invece i conti con una rosa incompleta, fortissima dal centrocampo in su eppure tremendamente vulnerabile dietro per la sciagurata combo di indisponibilità prolungate e pesanti e acquisti che sin qui non paiono proprio indovinati. Il mister ha perso la sua squadra quasi subito, quando sotto i colpi del Catanzaro neopromosso ha patito un pesantissimo 3-0. La ripresa, tra voci di esoneri e piazza in subbuglio, è stata lenta e discontinua. Adesso l’identità è certamente più definita, ma manca quella leggerezza essenziale per sprigionare il talento.
La panchina dei due trainer non pare salda, ma entrambi sono quasi certamente sopravvissuti alla fatidica sosta di ottobre. La sensazione è che non basterà la loro bravura, ma ci vorrà anche un pizzico di fortuna per risollevare le stagioni dei club e di conseguenza anche le loro posizioni.