Garbato, ma non troppo – Stroppa come Bianco: la comunicazione è peggiore dei risultati
Una prospettiva sui grigiorossi e sul loro mister
Il quarto posto in classifica a 4 giornate dalla fine, con la promozione diretta ormai quasi irraggiungibile, non è il risultato che la Cremonese auspicava. Un organico ultracompetitivo già in estate, rafforzato ulteriormente a gennaio con Dennis Johnsen e Cesar Falletti, aveva il dovere di giocarsi almeno la Serie A punto a punto fino alla fine. A seguito di una lunga rincorsa, però, la squadra grigiorossa si è spenta e ha cominciato a perdere punti su tutti i campi.
I disattenti parleranno di casualità, i più analitici noteranno come i difetti già presenti in molte delle gare vinte hanno semplicemente col tempo sopraffatto le caratteristiche positive degli uomini di Giovanni Stroppa. Sterilità realizzativa nonostante un parco calciatori offensivi di primissimo ordine, piattezza nella proposta, incapacità di interpretare le gare in corsa. Limiti che in inverno possono essere coperti dal carattere di gruppo (innegabile) e dalle giocate individuali, ma che a primavera fioriscono rendendo molto più difficile percorrere il terreno precedentemente tracciato.
Se il campo non è lusinghiero con la Cremonese oggi, bisogna ammettere che tutto ciò che accade al di fuori lascia ben più perplessi. Massimo Coda e Franco Vazquez non sono ragazzini, ma sono forti e abituati a vincere. Decentrarli man mano che le partite hanno contato sempre di più non si è rivelata un’idea brillante. Panchine e cambi prematuri difficilmente giustificabili col mero rendimento hanno opacizzato non solo la resa della squadra ma anche l’umore degli uomini di punta.
La comunicazione con lo spogliatoio, tuttavia, è soltanto ipotizzabile. Quella con la stampa invece poggia su basi audiovisive innegabili. Un po’ come per Paolo Bianco a Modena, la gestione delle interviste di Stroppa apre a più di un interrogativo. Il continuo sminuire le indicazioni negative che stanno arrivando dal campo, le risposte di facciata e non lusinghiere a domande su uomini chiave prima citati, il continuo rimarcare la velleità di Serie A senza playoff che mal si sposa con la frase post-Catanzaro “abbiamo tenuto a distanza una concorrente.”
Per quanto in questa sede si sia convintamente dichiarato che Davide Ballardini non fosse da esonerare a inizio campionato, è oggettivo che l’avvento di Giovanni Stroppa abbia portato svariati benefici alla Cremonese che ha compiuto una cavalcata in linea coi propri mezzi ma non scontata dato l’avvio complicato. Si sono visti i soliti principi del mister, ma dopo tanti anni e con una rosa ben diversa da quella di cui disponeva a Crotone o Monza viene anche da dire che si son visti solo quelli. Non è la tattica, però, ciò che ora sta mancando. Non principalmente, almeno. Il polso della situazione, nel rapporto con la stampa, appare sempre meno stabile. Nel calcio contemporaneo parlare bene conta molto e sanare questa pecca certamente darebbe all’intera stagione una prospettiva diversa.