Non dietro ogni KO si cela una crisi: la Ternana contro il Como ha perso e convinto
“Ci gira tutto storto, ma non siamo in crisi” Mattia Proietti, centrocampista e fulcro sia in campo che fuori della Ternana di Cristiano Lucarelli, ha pronunciato queste parole in sala stampa al termine della gara persa per 1-2 al “Libero Liberati” contro il Como. Complici la brutta sconfitta rimediata pochi giorni prima in casa del Cosenza e la classifica che vede le Fere al […]
“Ci gira tutto storto, ma non siamo in crisi”
Mattia Proietti, centrocampista e fulcro sia in campo che fuori della Ternana di Cristiano Lucarelli, ha pronunciato queste parole in sala stampa al termine della gara persa per 1-2 al “Libero Liberati” contro il Como. Complici la brutta sconfitta rimediata pochi giorni prima in casa del Cosenza e la classifica che vede le Fere al quintultimo posto (a 13 punti, appena 4 dalla zona playoff), le conclusioni affrettate sulle difficoltà della squadra si stanno susseguendo nelle ultime ore e la considerazione del numero 8, sintetizzata nella frase prima citata, si sta ritagliando poco spazio.
Considerando anche lo stato di forma dei lariani, che fanno della compattezza e della ferocia in campo aperto un marchio di fabbrica, è difficile imputare particolari colpe alla Ternana. L’approccio al match era stato da manuale: un funambolico Partipilo in 3 minuti riesce prima ad armare la conclusione di Falletti grazie a un servizio visionario e poi a guadagnarsi il rigore che avrebbe potuto indirizzare il match. A posteriori è semplice sindacare sulla scelta di far calciare Alfredo Donnarumma, bomber che era reduce da 3 errori dal dischetto in stagione. Se si pensa però che l’ex Brescia è sempre stato uno specialista e si guarda all’esempio contemporaneo del capitano del Napoli Lorenzo Insigne, si capisce quanto per un mister sia importante tenere stabili le gerarchie nonostante un periodo di appannamento. La questione è di autostima, elemento imprescindibile per uno dei leader tecnici della squadra. Se il 24 partenopeo col Bologna ha rotto l’incantesimo siglandone 2, l’attaccante di Torre Annunziata ha prolungato la sua maledizione centrando il palo alla destra del portiere Gori.
La reazione alle avversità
Il gol di Vignali è il più classico degli episodi avversi: la difesa, ben posizionata, permette la conclusione dalla media distanza a un calciatore che non ha mai dimostrato feeling con la porta avversaria. Il tiro è molto preciso, ma privo della forza necessaria. Solo un movimento di La Gumina inganna Iannarilli, che resta immobile attendendo una deviazione che non arriva. Nonostante una combo di eventi oggettivamente pesante da digerire, la Ternana non smarrisce le proprie certezze e continua a macinare trame di gioco di assoluto rilievo. Ciò che più stupisce della compagine umbra, oltre alla tenuta mentale, è l’equilibrio tattico del 4-2-3-1: entrambi i centrocampisti partecipano attivamente alla fase offensiva e uno dei due terzini è in spinta a ogni azione, per cui in fase di possesso almeno 7 calciatori occupano gli ultimi 30 metri di campo. Nonostante ciò, grazie alle capacità atletiche di esterni alti e mediani, le transizioni dei lombardi sono sempre ben attutite. Funziona la linea alta della retroguardia, funzionano i raddoppi, nessun singolo sfigura nel lavoro di ripiegamento.
A colpire è la prestazione di Sorensen e Capuano, due centrali di stazza notevole, che dimostrano di aver perfettamente assorbito i dettami di Lucarelli e riescono ad assorbire una proposta poco incline alle loro naturali caratteristiche. Pochissima difesa posizionale, tante letture in campo aperto. Costretti a un’interpretazione molto pensante dalla gara, rispondono convintamente presente. L’altro momento di rottura della sfida è proprio l’infortunio di Capuano, costretto a lasciare il campo in favore di Boben. Pur teoricamente molto più adatto alla situazione, il centrale sloveno soffre decisamente di più. Un’intesa meno efficace col compagno di reparto Sorensen permette al Como di costruire nella ripresa un paio di occasioni pericolosissime attaccando alle spalle della linea di difesa e su una di queste lo 0-2 arriva puntuale (spettacolare la connessione Cerri-La Gumina, coppia che sembra creata in provetta al solo fine di duettare su un rettangolo verde).
L’orgoglio lucido dei leader
Anche nel momento in cui lo svantaggio diventa doppio, le Fere non interrompono il loro flusso offensivo. Nell’1-2 di capitan Cesar Falletti non si scorge solo un lampo di pura classe ma anche la mentalità di uno dei leader carismatici dello spogliatoio. Il gol è soave ma rabbioso, come l’esultanza dell’uruguayano: un concentrato di determinazione e potenza, abbinate a lucidità estrema. Anche il forcing finale capeggiato da uno sfortunatissimo Sorensen (solo il palo gli nega una rete antologica) e un mai domo Palumbo non risulta mai scomposto per quanto famelico. La Ternana abita il terreno di gioco secondo idee ben precise e non abdica a esse neanche in condizioni sfavorevoli. Se identità significa qualcosa in ambito calcistico, sicuramente nel KO contro il Como si è avuto un fulgido esempio di essa.
Restituiamo bellezza al calcio
Quella andata in scena è stata una bellissima partita, che ha legittimato definitivamente le mire superiori alla salvezza degli ospiti e sancito l’ambientamento definitivo di Giacomo Gattuso in cadetteria e il riposizionamento sulla mappa dei già nominati Alberto Cerri e Antonino La Gumina. Quando entrambe le contendenti mettono in mostra un calcio importante e ambizioso, regalano diverse giocate tecnicamente e cerebralmente pregiate, imprimono agonismo nella contesa e palesano ordine tattico è eccessivo ridimensionare chi termina la gara sconfitto. La Ternana deve continuare a lavorare, recuperare fisicamente alcuni calciatori e mentalmente altri, migliorare sul piano della continuità di tutti i singoli nei 90 minuti e limitare i difetti emersi quando qualche seconda linea è subentrata. Questo percorso, però, accomuna tutti i club cadetti. Non ci sono squadre che finora sono sembrate superiori in maniera netta alle altre, l’equilibrio e l’imprevedibilità sono padroni di ogni sfida: il livellamento verso l’alto e le difficoltà delle corazzate sulla carta stanno permettendo a questa Serie B di essere la più spettacolare degli ultimi anni. I rossoverdi hanno tutto per essere protagonisti di una stagione più che positiva e dovranno ripartire proprio dalla bella sconfitta subita, non di certo dimenticarla derubricandola a un passaggio a vuoto.