2 Maggio 2019

IL PUNTO SULLE CAMPANE – Benevento altro rimpianto, ultima chiamata per la Salernitana

BENEVENTO SALERNITANA – Perdendo a Crotone, il Benevento spreca la ghiotta occasione di agganciare il Palermo, fermato dallo Spezia. Ora la testa è solo sulla post season. Altro tonfo per la Salernitana in quel di Foggia, granata a più tre sui playout e più quattro sulla retrocessione diretta; domenica col Cosenza sarà ultima spiaggia. Il […]

BENEVENTO SALERNITANA – Perdendo a Crotone, il Benevento spreca la ghiotta occasione di agganciare il Palermo, fermato dallo Spezia. Ora la testa è solo sulla post season. Altro tonfo per la Salernitana in quel di Foggia, granata a più tre sui playout e più quattro sulla retrocessione diretta; domenica col Cosenza sarà ultima spiaggia.

Il Benevento gioca, fa la partita, soprattutto nella prima frazione, subisce gol ad inizio ripresa da Simy ed esce a mani vuote dallo Scida (sconfitta numero dieci in campionato). I giallorossi non sfruttano la superiorità numerica per il rosso a Benali al 37’, macinano gioco, ma mancano di incisività e precisione, soffrendo un Crotone arroccato dietro la linea della palla, e calano di ritmo alla distanza. La strega paga le solite disattenzioni e l’incapacità di reagire agli episodi sfavorevoli. Cristian Bucchi gestisce male le sostituzioni, inserendo Vokic, quando magari sarebbe servito un cambio più offensivo; la sua squadra è povera di idee e soffre ancora le palle inattive. Montipò continua a mostrarsi incerto, non è esente da colpe sul gol dei padroni di casa, Caldirola è troppo leggero nella marcatura su Simy, Letizia è in affanno e sbaglia tanti cross, Ricci è inconcludente e fumoso, giornata no per Coda, impreciso e nervoso. Viola ed Armenteros sono gli unici a crederci e a provarci, impatto positivo per Vokic. Credere ancora alla terza piazza pare esercizio arduo, ora serve solo difendere il quarto posto e ricaricare le energie in vista dei playoff. Il Padova in casa sembra la soluzione giusta per risorgere e mettere da parte i rimpianti; i biancoscudati, nonostante la sorprendente vittoria casalinga col Lecce, sembrano avere comunque il destino segnato.

Altro caporetto per la Salernitana che becca la terza sconfitta di fila (la sesta consecutiva fuori casa) in quel di Foggia. I granata escono con le ossa rotte dallo Zaccheria sotto i colpi di Deli al 16’, Greco al 19’ e Iemmello al 59’, il gol di Jallow al 58’, che aveva momentaneamente riaperto il match, serve solo per le statistiche. L’ippocampo è il solito “ammirato” nelle ultime partite: fragile mentalmente, incapace di reagire, molle, senza cattiveria e grinta, con una difesa colabrodo, senza idee e trame di gioco e innocuo offensivamente. Gregucci vara un atteggiamento difensivo e rinunciatario che non premia la squadra, i cambi poi non sortiscono effetti. Fioccano le insufficienze. Micai è spesso fuori posizione e ha grosse responsabilità sull’1-0 foggiano, Migliorini va a vuoto sul cross per il tris di Iemmello, Casasola è in ombra e perde Deli sul gol, Akpa Akpro è ingenuo sull’episodio del rigore e non ci mette cattiveria, Minala fatica in impostazione, Memolla comincia bene, ma si spegne col passare dei minuti, perdendo Iemmello sulla terza rete, Mazzarani è poco incisivo e non trova mai la giusta collocazione. A fine partita tutti via negli spogliatoi con i soli coraggiosi Gregucci, Micai, Jallow, Pucino e Minala a scusarsi con i pochi supporters giunti in Puglia. Il ritiro è la soluzione ultima per racimolare orgoglio ed energie residue, la riduzione del prezzo dei biglietto il tentativo di far tornare l’Arechi il dodicesimo uomo in campo. Tre punti d’obbligo col Cosenza (già salvo) per mantenere la categoria, evitando di giocarsi tutto nell’ostica trasferta finale di Pescara, e non far assumere contorni tragici ad una stagione che doveva essere indimenticabile e che lo sarà comunque in negativo. Tutto il contrario di tutto.