11 Marzo 2019

Cambiare allenatore fa bene alla squadra? Chiedere a Crotone, Padova e Foggia…

FOGGIA CROTONE PADOVA ALLENATORE – La Serie B di quest’anno sarà ricordata come uno dei tornei a più alto tasso di esoneri della storia del calcio italiano. Se si escludono rare eccezioni come il Brescia, il Palermo e il Livorno si può, tuttavia, sostenere che tali decisioni abbiano fruttato alle società molto meno di quanto auspicassero. Col ritorno di Gianluca Grassadonia a Foggia siamo già al terzo […]

Bisoli Padova

Pierpaolo Bisoli, allenatore del Padova

FOGGIA CROTONE PADOVA ALLENATORE – La Serie B di quest’anno sarà ricordata come uno dei tornei a più alto tasso di esoneri della storia del calcio italiano. Se si escludono rare eccezioni come il Brescia, il Palermo e il Livorno si può, tuttavia, sostenere che tali decisioni abbiano fruttato alle società molto meno di quanto auspicassero. Col ritorno di Gianluca Grassadonia Foggia siamo già al terzo caso in cui un club sceglie di riaffidare l’incarico a un tecnico che ne era stato sollevato nel corso della stagione.Se si pensa che a Crotone Padova Stroppa Bisoli stanno riaccendendo la fiducia della piazza in una salvezza che pareva proibitiva, si comprende che spesso le scelte circa la guida di una squadra vengono prese con eccessiva fretta. Come fatto notare da molti addetti ai lavori, alle dirigenze capita di sovrastimare la bontà del proprio operato e di conseguenza il valore degli organici.

Se è vero che il Crotone ai nastri di partenza godeva dei favori del pronostico, è altrettanto un dato di fatto che col trascorrere delle giornate limiti e difetti della rosa sono emersi in superficie. Individuare nel manico le crepe di una formazione è un metodo che si rivela di frequente errato e semplicistico. Solo col lavoro quotidiano e la lenta divulgazione dei suoi concetti Stroppa sta dando ai Pitagorici un gioco e un’identità: i passaggi non sono immediati e semplici, ma l’impazienza rischia di peggiorare soltanto la situazione. Le medie punti dicono che i calabresi con l’ex Foggia sempre al timone avrebbero potuto battagliare fino in fondo per un posto nei play-off.

Lo stesso discorso vale anche in casa biancoscudata. Proprio il mercato di gennaio condotto da Zamuner palesa tutte le mancanze del gruppo con cui Bisoli ha dovuto lavorare fino al giorno dell’esonero. Il salto di categoria, così come la retrocessione, è piuttosto complesso da metabolizzare per tutte le componenti di una società calcistica. Si possono considerare leciti gli errori di valutazione in sede di trattative estive, ma un’autocritica sarebbe più produttiva dei colpi di mano. Il Padova ha un’ossatura votata per costituzione a lottare per la salvezza fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata ed è stato ingenuo ritenere che un altro allenatore a libro paga avrebbe potuto mutare il fisiologico corso degli eventi.

Nel rovente ambiente dauno si è condannato con troppa superficialità Gianluca Grassadonia. Una campagna acquisti fatta di nomi di altissimo lignaggio, lo splendido finale di stagione del campionato precedente e l’anno di esperienza in serie cadetta hanno convinto l’ambiente che, nonostante la penalizzazione, un posto nei play-off fosse a portata di mano. L’ex Pro Vercelli non stava garantendo ciò, ma la sua proposta (numeri alla mano) consentiva la permanenza in categoria. Nelle ultime partite parve lampante che all’interno dello spogliatoio la fiducia in lui stesse mancando e si è preferito allontanare il mister, piuttosto che virare sul repulisti. Oggi, però, assistiamo al suo reinsediamento a Foggia e siamo obbligati a mettere in discussione quanto accaduto. Le tante vicissitudini societarie, unite ad alcuni investimenti tecnici non redditizi e al difficile equilibrio tattico tra gli elementi a disposizione, hanno fatto sprofondare una barca che fino a qualche mese fa, pur se a fatica, restava a galla.

Il problema della Serie B e del calcio italiano è di origine culturale, ma merita molta attenzione e un impegno concreto affinché si giunga a una risoluzione. L’abitudine a cercare il capro espiatorio e la convinzione che continui mutamenti apportino benefici ledono progetti talvolta anche ben architettati. Fin quando termini quali comprensione, analisi, dialogo e fiducia resteranno astratte chimere, molte società vedranno obiettivi alla portata dissolversi nei meandri della propria miopia.