19 Agosto 2020

Massimo Oddo: l’ultimo dei colpevoli a Perugia

A cura di Giacomo Cangi  Alla luce della rescissione del contratto che legava il Perugia e mister Oddo è estremamente interessante andare a rileggere la storia tra l’ex terzino destro e la società biancorossa. Tutto comincia il 24 giugno 2019, giorno della presentazione. Alla luce di come sono andate le cose, mister Oddo espresse concetti […]

A cura di Giacomo Cangi 

Alla luce della rescissione del contratto che legava il Perugia e mister Oddo è estremamente interessante andare a rileggere la storia tra l’ex terzino destro e la società biancorossa. Tutto comincia il 24 giugno 2019, giorno della presentazione. Alla luce di come sono andate le cose, mister Oddo espresse concetti davvero interessanti: “Ci vuole l’alchimia giusta per far sì che la squadra possa fare un grande campionato. Per alchimia intendo sia in campo che fuori. Ma anche all’intesa che c’è tra Club e allenatore oppure il saper superare bene i momenti difficili che in Serie B ci sono sempre”. Ma anche: “La mia aspirazione massima era quella di ripartire dall’inizio e non subentrare come è accaduto negli ultimi due anni. Quando ci sono i cambi di panchina è perché le cose sono andate male e il nuovo allenatore deve adattarsi a tante situazioni. Partire dall’inizio invece significa provare a costruire una squadra insieme ai direttori. Una squadra adatta a quelle che sono le idee che poi un allenatore vuole mettere in campo”.
Idee che però evidentemente non erano condivise. In quella stessa conferenza mister Oddo dichiarò: “Credo che questa sia una piazza da progetto. Società come Empoli e Benevento, con il potenziale economico che hanno, possono scegliere un allenatore per vincere il campionato in un solo anno. Qui la situazione è diversa, bisogna costruire qualcosa senza il potenziale che hanno altre società. Si proverà a fare il meglio possibile ma credo che già da quest’anno bisogna lavorare per il prossimo. Questa società credo abbia l’obbligo di costruire un percorso e ragionare non a un anno ma a due”. Insomma, Oddo lo disse subito. Il primo anno non sarebbe stato possibile fare miracoli. Nel novembre 2019 però il direttore dell’area tecnica Roberto Goretti rilasciò un’intervista che andava nella direzione esattamente opposta: “Serie A? Quest’anno è una chance da non perdere e tutti devono capire di partecipare a qualcosa di grande. L’obiettivo è quello e se non dovessimo centrarlo sarebbe un fallimento”.

La replica del mister non tardò ad arrivare: “Sono assolutamente d’accordo con il direttore e sono in linea con lui su tutto quanto ha detto. L’unica cosa su cui mi sento di dissentire è sul fatto che non deve esistere la parola ‘fallimento’. Questa parola va cancellata dal nostro vocabolario. Perché tu puoi fare un grandissimo campionato, poi prendiamo gol all’ultimo minuto dell’ultima partita. Non andiamo in serie A. Diventa un fallimento? (…) Stavo riguardando la formazione titolare dello scorso anno e mi sono reso conto che noi, di fatto, giochiamo con la stessa formazione base del girone di ritorno della scorsa stagione, quando la squadra arrivò ottava. In più ci sono Di Chiara a sinistra e Iemmello davanti; poi al posto di Verre, che fece 12 gol, c’è Buonaiuto. Per il resto siamo gli stessi. E allora mi dovete spiegare per quale motivo quella squadra arrivò ai playoff per un pelo e per tutti aveva fatto un buon campionato e invece è un fallimento se questa squadra non va in serie A”. Pare abbastanza evidente che quell’alchimia fra allenatore e società di cui Oddo parlò appena arrivato già non ci fosse più. Ed era soltanto novembre.
Tornando indietro, precisamente al 4 ottobre e al post-partita della gara casalinga vinta contro il Pisa per 1-0, è possibile leggere una vera e propria diagnosi del Perugia. Oddo si presentò alla stampa dicendo: “Sono arrabbiato. Una volta che la squadra perde il controllo, come nel secondo tempo, non riesce a riprendere in mano la gara. Se vogliamo essere ambiziosi, in questo modo non andiamo da nessuna parte. C’è da migliorare tanto, più sull’aspetto mentale che tecnico (…) A un certo punto abbiamo perso la testa, regalando palloni e mangiando gol clamorosi. Bisogna imparare a capire meglio i momenti della partita (…) Una squadra che vuole essere ambiziosa deve sì soffrire ma poi deve saper riprendere in mano la situazione. Non è l’errore, è la mentalità che mi fa imbestialire. Perché la squadra sa fare delle cose strepitose, come il gol, e poi finisce in balia dell’avversario”. L’allenatore classe 1976 aveva già capito benissimo quali fossero i problemi strutturali della rosa.

Alla fine del girone d’andata il Perugia era ottavo in classifica. La società però decise di esonerare l’allenatore. Il Presidente Santopadre dimostrò così di non credere affatto nel progetto biennale che aveva cominciato appena sei mesi prima. Lo stesso Santopadre disse in conferenza stampa: “Ho ritenuto la scelta necessaria perché c’erano delle cose che non mi convincevano. Non c’era empatia, non si era creato un gruppo. Ho rivisto i fantasmi delle 5 sconfitte consecutive”. Peccato che poi a perdere 5 partite consecutive fu Serse Cosmi.
 
Quello che appare evidente è come mister Oddo sia sempre stato lucido e coerente. Aveva perfino visto prima di tutti quali erano le problematiche da risolvere. Se la stagione del Perugia si è conclusa nel modo in cui tutti sanno, non è certo colpa sua.