19 Giugno 2017

REWIND – SALERNITANA, UNA STAGIONE DA DUE VOLTI

Una stagione dai due volti, un campionato conclusosi con una tranquilla salvezza, ma che poteva regalare ben altre soddisfazioni ai tifosi granata. La Salernitana di Lotito e Mezzaroma, pur disponendo di un organico incompleto in alcuni ruoli, soprattutto nel girone di ritorno è riuscita a scalare posizioni su posizioni in classifica portandosi ad un solo […]

Una stagione dai due volti, un campionato conclusosi con una tranquilla salvezza, ma che poteva regalare ben altre soddisfazioni ai tifosi granata. La Salernitana di Lotito e Mezzaroma, pur disponendo di un organico incompleto in alcuni ruoli, soprattutto nel girone di ritorno è riuscita a scalare posizioni su posizioni in classifica portandosi ad un solo punto dalla zona play off, un sogno svanito sul più bello anche a causa di una serie di decisioni arbitrali sfavorevoli che hanno fatto infuriare dirigenza, pubblico e staff tecnico. La falsa partenza, tuttavia, ha rappresentato un handicap non di poco conto che ha influito per tutta la stagione, con la telenovela Inzaghi che ha costretto il cavalluccio marino a navigare in acque assai agitate per buona parte dell’estate. Fino alla prima settimana di luglio l’attuale tecnico della Lazio ha lavorato per la Salernitana confrontandosi quotidianamente con il ds Fabiani e girando l’Italia a caccia di giovani interessanti da inserire nella rosa, poi il dietrofront di Bielsa, il ritorno a Roma tra mille polemiche e la presentazione in fretta e furia di Giuseppe Sannino, allenatore di grande esperienza, ma reduce da una serie di annate particolarmente negative.

Il trainer di Ottaviano ha avuto il demerito di non calarsi nella realtà di una piazza passionale, quanto esigente e con la quale non ha praticamente mai legato. La sua Salernitana, pur giocandosela alla pari con tutti, appariva rinunciataria e una serie di pareggi consecutivi fecero traballare la sua panchina già a fine ottobre, quando Mezzaroma lanciò un segnale inequivocabile: “La squadra c’è, non abbiamo più tempo da perdere: ora si parli solo attraverso i risultati”. Il successo per 2-1 sul Benevento e quello per 4-2 in rimonta sulla Ternana permisero a Sannino di consolidare la sua posizione, ma dopo il pari casalingo con la Pro Vercelli accadde davvero di tutto. “Non avete storia” la frase incriminata che il mister avrebbe pronunciato rispondendo ad un gruppo di tifosi che ne chiedeva l’esonero, versione prontamente smentita dal diretto interessato che parlò di “fantasiose ricostruzioni di alcuni organi di informazione”, salvo poi dimettersi 24 ore dopo “perché non reggevo più la pressione”.

Altro giro, altro colpo di scena: mentre Lotito convocava a Roma Leonardo Menichini per fargli firmare un contratto di un anno e mezzo, Fabiani chiudeva per Bollini ed evitava in scivolata il terzo ritorno a Salerno del trainer di Ponsacco, con il quale non aveva legato neanche ai tempi del trionfo in Prima Divisione. Il blitz di Frosinone rasserenò un ambiente infuocato, tutto vanificato dalla rocambolesca sconfitta di Avellino nel giorno della vigilia di Natale che causò una netta frattura tra la curva Sud e una società che, a gennaio, pur assicurandosi le prestazioni di un grande portiere come Gomis decise di perseverare nella linea del risparmio limitandosi al prestito di tre calciatori: Bittante dall’Empoli, Minala dalla Lazio e Sprocati dalla Pro Vercelli. Risultato? Per la sfida post mercato col Novara si registrò il minimo stagionale di presenze e lo scialbo 0-0 finale fotografò il momento vissuto da una squadra senza idee e che, qualche settimana dopo, fu duramente contestata in Sicilia per la sconfitta di Trapani, una delle più umilianti dell’era Lotito-Mezzaroma. Il successivo ko con la Spal acuì la crisi granata: Arechi in silenzio, sciopero del tifo e Lotito invitato ad andarsene insieme al ds Fabiani, un martedì sera da incubo che lasciava presagire l’ennesimo ribaltone tecnico.

E invece da quel momento in poi la Salernitana tirò fuori l’orgoglio: pareggio a Benevento in inferiorità numerica, 4 vittorie di fila senza subire gol contro Brescia, Entella, Ascoli e Pisa, 0-0 con il Cittadella e vittoria in rimonta con il Latina nel giorno di Pasquetta, 17 punti che proiettarono i granata a ridosso dell’ottava posizione proprio alla vigilia di una serie fondamentali di scontri diretti casalinghi. Peccato, però, che Bernardini e compagni vennero meno nel momento decisivo, impattando per 0-0 con il Bari dinanzi a 18mila spettatori (gol regolare annullato a Joao Silva) e perdendo per 3-1 con il Frosinone anche a causa dell’arbitraggio pessimo del signor Pasqua di Tivoli, peggiore in campo in assoluto. Solo la vittoria per 2-0 nel derby con l’Avellino ha evitato un finale di stagione anonimo, ma da questo campionato così altalenante si può ripartire per un futuro migliore. Coda, con 16 reti, ha confermato di essere un attaccante di categoria forse anche superiore, Bernardini, Vitale, Odjer, Busellato, Minala e Sprocati sono sei elementi che resteranno a Salerno e che potranno fare la differenza, i tifosi sognano ancora di vedere il vero Alessandro Rosina, quell’investimento da quasi un milione e mezzo di euro che fin qui non si è rivelato azzeccato. Il rinnovo di Fabiani e quello ormai imminente di Bollini (che non ha ancora firmato) fanno capire che la proprietà vuole dare continuità al lavoro svolto nella stagione passata, con un budget di circa 5 milioni di euro e la volontà di abbassare l’età media di un gruppo che si ritroverà a battagliare nella serie B forse più difficile degli ultimi 15 anni. La palla passa alla proprietà: i tifosi non sono più disposti a tollerare campionati anonimi