1 Aprile 2018

FOCUS – Venezia, la vera rivelazione della stagione. Dalla D alla A, non è solo un sogno

Se due anni fa un tifoso del Venezia, quello più ottimista, avesse detto al presidente Joe Tacopina “Presidente tra 2 anni saremo lì a giocarci la promozione in A”, sarebbe stato ricoverato d’urgenza alla clinica psichiatrica più vicina. E invece avrebbe avuto incredibilmente ragione. Il Venezia Football Club, il 24 aprile 2016 era nel girone […]

Se due anni fa un tifoso del Venezia, quello più ottimista, avesse detto al presidente Joe Tacopina “Presidente tra 2 anni saremo lì a giocarci la promozione in A”, sarebbe stato ricoverato d’urgenza alla clinica psichiatrica più vicina. E invece avrebbe avuto incredibilmente ragione. Il Venezia Football Club, il 24 aprile 2016 era nel girone c della Serie Dilettanti, e, con il pareggio per 3-3 sulla Union Ripa La Fenadora, vinse il campionato con due giornate d’anticipo festeggiando il ritorno in Lega Pro. L’anno successivo altra cavalcata con Pippo Inzaghi in panchina, vittoria del girone B e Coppa Italia di Lega Pro.

Ad appena due anni di distanza, eccola lì in piena bagarre playoff, a sognare qualcosa di incredibile.

Campionato di vertice. Ai nastri di partenza della stagione, le analisi e le aspettative guardano quasi sempre i valori di mercato, e, in questa speciale classifica di B, la formazione di Inzaghi veniva relegata sul fondo della classifica, a lottare per un posto nei playout, con il valore della rosa pari a quello della Pro Vercelli (fonte: transfermarkt). La classifica vera è andata a raccontare un cammino completamente diverso per il Venezia, sempre nelle zone ricche della graduatoria, mai, nemmeno lontanamente, invischiata nella lotta per non retrocedere.

E allora, a prescindere dal finale di campionato, la squadra di Inzaghi, del Ds Rinaudo e del presidente Tacopina, può essere chiamata con il nome che le spetta: “Rivelazione”.

Mister Pippo. Capire quanto realmente un tecnico possa influire all’interno di un risultato stagionale è sempre un’opera complicata. Il merito evidente di Pippo Inzaghi è di aver dato un’identità molto precisa alla squadra, un’organizzazione difensiva impeccabile, e la voglia di crederci in ogni tipo di situazione, un pò come sapeva fare lui stesso da giocatore. Campione del mondo dentro e fuori dal campo, il suo verbo rimane solo il lavoro sul prato verde, con tanta umiltà e preparazione.

Volata Playoff. Con 10 gare ancora da disputare, 49 punti in classifca, il Venezia ha la concreta possibilità di ritagliarsi il proprio posto sugli spareggi di fine campionato. Le armi di cui può disporre si chiamano Litteri-Geijo, una coppia gol che ha affinato meccanismi letali per le difese avversarie, e “Pierluigi Penzo”, lo stadio di casa, un alleato che ha portato 6 vittorie di fila e dove gli arancioneroverdi sono la miglior difesa del campionato con appena 10 gol subiti. Anche la costanza di rendimento deve essere definita un’arma per Inzaghi in quanto, soprattutto in un torneo lungo come quello di B, rimanere costantemente nelle prime 8 per l’intero arco della stagione, significa avere una squadra tosta e matura per la volata finale.

Altre piazze hanno l’assillo della promozione, mentre a Venezia scorre quel sano entusiasmo che evita di mettere pressione in campo e fuori. La mente lucida fino al 90′, l’umiltà del gruppo, la voglia di Inzaghi e Tacopina, già dal recupero col Carpi il risveglio può iniziare. I sogni a volte diventano realtà.