ESCLUSIVA PSB – Iori: “Spezia? La dirigenza ha avuto ragione. Cremonese, occhio a Bisoli”
ALESSANDRO IORI DAZN SERIE B / Tra i massimi esperti di Serie B è legittimo comprendere Alessandro Iori. Volto noto di DAZN, e non solo, il giornalista è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per toccare diversi temi riguardanti un campionato, quello cadetto, caratterizzato da tante incertezze e altrettante emozioni. Il Benevento macina record su […]
ALESSANDRO IORI DAZN SERIE B / Tra i massimi esperti di Serie B è legittimo comprendere Alessandro Iori. Volto noto di DAZN, e non solo, il giornalista è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per toccare diversi temi riguardanti un campionato, quello cadetto, caratterizzato da tante incertezze e altrettante emozioni.
Il Benevento macina record su record. Una stagione, quella dei Sanniti, destinata a restare negli annali. Quale credi sia il segreto di questa compagine?
“La grande solidità difensiva con cui Pippo Inzaghi, che paradossalmente è stato un grande centravanti, sta edificando quella che è una vera e propria corazzata. Il Benevento è una squadra molto forte ma, mi verrebbe da dire, sulla carta non così superiore alle dirette concorrenti. Nonostante ciò, sta dominando il campionato grazie a virtù quali pragmatismo ed efficacia, abbinate alle qualità di alcuni singoli come Nicolas Viola, un calciatore che ritengo stia giocando il miglior campionato della sua carriera”
Il percorso dello Spezia di Vincenzo Italiano ha vissuto alti e bassi non indifferenti, prima di trovare la meritata stabilità di prestazioni e risultati. Cosa ne pensi di porre l’accento sulla serietà e tranquillità trasmessa dalla dirigenza, che ha dato fiducia a questo progetto tecnico?
“Confermare Italiano è stata una mossa estremamente coraggiosa e lungimirante, perché nel girone d’andata ci sono state delle battute d’arresto considerevoli, come ad esempio la sconfitta casalinga contro il Trapani, che sembrava aver sancito la parola fine all’esperienza del tecnico sulla panchina dei liguri. Guido Angelozzi si è assunto importanti responsabilità e ha palesato una pazienza e serenità non comuni nel calcio di oggi. La dirigenza ha dimostrato di credere nel progetto avviato in estate e, possiamo dirlo, ha avuto ragione. Ebbi modo di assistere, ad agosto, al match di Coppa Italia contro il Sassuolo, nel corso del quale i liguri mi fecero una splendida impressione, difatti non riuscivo a capacitarmi delle numerose difficoltà incontrate successivamente. Le cose sono cambiate e, oltre alla continuità progettuale prima citata, il mercato di gennaio ha dato una mano, dato che sono arrivati calciatori esperti. Basti pensare a Di Gaudio, un profilo che è stato promosso negli ultimi tre campionati di Serie B che ha giocato. Dunque parliamo di una squadra che, seppur mi sembri tagliata fuori dal discorso promozione diretta, va osservata con attenzione in ottica playoff”.
Nonostante la sconfitta arrivata contro la Cremonese, il Frosinone ha indossato l’abito tattico proprio delle squadre ciniche e compatte ed è riuscito a scalare la classifica. Quella di Nesta è una squadra che gioca molto sulla capacità di saper gestire al meglio l’emotività della partita per poi capire quando affondare. In un campionato decisamente estenuante sotto l’aspetto sia fisico che mentale come la Serie B, servirà un lavoro importante per portare avanti quest’approccio.
“Certo. Il Frosinone è una squadra mediamente esperta, qualità che porta a poter beneficiare di un certo vantaggio nella gestione emotiva degli episodi. In merito alla partita di ieri, bisogna dire che è stata condizionata da un paio di pesanti sviste arbitrali. I ciociari alla penultima giornata sfideranno il Crotone all’Ezio Scida, in quello che potrà essere un vero e proprio spareggio promozione. È una squadra, quella di Nesta, in corsa e che, come il Benevento, lavora estremamente bene dal punto di vista difensivo. Il vero punto di forza, però, potrebbe essere quanto abbiamo appena citato, ovvero la capacità di gestire i diversi momenti che una partita porta con sé. Ci sarebbe, inoltre, questo trait d’union più che interessante, ovvero l’eventuale promozione di Nesta e Inzaghi, due campioni del Mondo con l’Italia oltre che vincitori della Champions League e della Coppa del Mondo per club FIFA con il Milan dove, tra l’altro, segnarono entrambi nella finale del 2007 contro il Boca Juniors”.
Una squadra che sa emozionare è sicuramente il Crotone. Il lavoro di un tecnico meticoloso come Giovanni Stroppa non poteva che portare frutti, come testimoniano le ultime quattro vittorie consecutive. Abbiamo parlato del Frosinone: i calabresi sembrano essere l’altra faccia della stessa medaglia. Entrambe le compagini lottano, con merito, per la seconda piazza. Come interpreti questo parallelismo?
“Il Crotone ha un’idea più qualitativa e spettacolare e che mostra un’interpretazione di un modulo che è molto simile a quello del Frosinone. Tutto ciò si basa su diverse caratteristiche degli interpreti, in particolar modo nella zona centrale del campo, dove, nel Crotone, troviamo un playmaker come Barberis, un calciatore dalla vocazione sicuramente offensiva, senza dimenticare Molina, Benali oppure Messias, di fatto un attaccante che arretra il proprio raggio d’azione. Credo che risieda qui la differenza di atteggiamento delle due squadre: una, il Frosinone, maggiormente votata alla copertura, mentre il Crotone ricerca un calcio offensivo. Sottolineo un’altra qualità straordinaria del Crotone, ovvero la capacità di saper sfruttare le palle alte: con il gol di Marrone siamo a quindici reti nati da questo tipo di situazione. Un contributo davvero importante, dato che permette di sbrogliare situazioni complicate”.
La stagione della Cremonese, partita con ben altri auspici, fatica a progredire. Bisoli ha bagnato il proprio esordio con una vittoria, regalando un sorriso che mancava da tempo. A questo punto dell’annata, però, gli obiettivi sono inevitabilmente cambiati. Sei d’accordo nel dire che il mantra del nuovo tecnico dovrà essere testa bassa e pedalare?
“Credo che il concetto sia già passato, perché la Cremonese è nella zona calda da diverse settimane. Le prospettive sono cambiate da tempo, ai calciatori il quadro sarà abbastanza chiaro anche a causa di questi diversi avvicendamenti in panchina. Occhio, a tal proposito, all’impatto di Bisoli. Nella scorsa stagione, a Padova, partì bene con quattro punti nelle prime due giornate, mentre riuscì a battere il Verona al suo ritorno dopo l’esonero, ma l’effetto man mano si affievolì. Parliamo di un allenatore in grado di caricare in una certa maniera ambiente e calciatori, ma ha dei metodi sui generis che, con il passare dei mesi, possono portare allo svanimento del buon lavoro iniziale. La vittoria contro il Frosinone, ad ogni modo, è stata fondamentale. Saranno necessarie conferme, perché questa è una squadra che non è riuscita a trovare continuità. Parliamo di un gruppo di calciatori molto esperti ma che, alle volte, accusano un logoramento fisico che gli impedisce di cambiare passo. Il mercato di gennaio ha portato giovani di qualità, da lì si riparte per cercare di salvare una stagione non semplice”.
Una squadra che si fa fatica ad analizzare è la Salernitana. La continuità per i campani è stata ed è una chimera. L’alternanza di risultati porta a una riflessione: qual è la vera versione dei granata?
“Ritengo la Salernitana una squadra con potenzialità da playoff ma non da promozione diretta. Ci sono lacune strutturali, specie nella fase difensiva. Il talento non manca, non mi stupirei se qualche calciatore finisse nell’universo Lazio, penso a Kiyine. Qualcosa, come dicevo, manca: oltre alle difficoltà della fase difensiva, forse manca anche un goleador”.
Il suo ritorno è stato accolto con i meritati tributi ed elogi, ma la cura Cosmi, al momento, non funziona. Cosa credi vada implementato in una compagine, quella umbra, che spesso è sembrata essere prigioniera delle proprie incertezze? La vittoria contro la Salernitana può segnare la svolta?
“Gli umbri sfideranno l’Ascoli sabato prossimo, in quella che è una partita che dovrà necessariamente essere una conferma. Qualora il Perugia dovesse perdere nuovamente, vorrebbe dire aver cestinato la possibilità di svolta. Questa squadra è stata troppo spesso vittima di fragilità emotiva, dunque la svolta andrà a braccetto con una continuità che, ad oggi, è mancata. Bisognerà rilanciare Pietro Iemmello, reduce da due esclusioni consecutive dall’undici titolare ma indiscusso re dei bomber di questo campionato. È un patrimonio che il Perugia è tenuto a salvaguardare”.
Discorso opposto riguarda l’Empoli, dove Marino ha portato consapevolezza dei propri mezzi e ambizione, oltre a saper toccare le giuste corde.
“Prima ancora del lavoro di Marino, bisogna esaltare i meriti di una società che, nel mercato invernale, ha portato in Toscana calciatori di spessore. La squadra, ora, è straordinaria per la categoria. La rosa è stata assemblata in maniera teoricamente corretta e ora l’Empoli è una super compagine che, senza i passi falsi casalinghi con Pordenone e Trapani, sarebbe lì a lottare per la promozione diretta. L’obiettivo ora deve essere quello di ottenere il miglior piazzamento possibile nella regular season. Abbiamo a che fare, credo, con la squadra da battere negli eventuali playoff”.
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