ESCLUSIVA PSB – Salvatore Aronica: “Parma una spanna sopra a tutti. Palermo curioso, c’è un progetto serio ma la B è la B”
La Serie B vista da Salvatore Aronica
Palermitano ma con il cuore diviso tra Napoli e Reggio Calabria. La storia di Salvatore Aronica è quella di un ragazzo che con il sacrificio è diventato calciatore, da Bagheria fino all’esordio con la prestigiosa maglia della Juventus, senza dimenticare le grandi esperienze tra Serie C, Serie B e Serie A, scandite dalle maglie di Reggina, Crotone, Ascoli, Messina, Napoli e Palermo. Una vita passata con il pallone tra i piedi, quello stesso pallone che è difficile, anzi forse impossibile, togliere dalla testa di Salvatore Aronica anche al giorno d’oggi. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Aronica, per riavvolgere il nastro e rivivere qualche momento della sua grande carriera, ma anche per parlare dell’attuale campionato di Serie B.
Chi è oggi Salvatore Aronica?
“Ho intrapreso il viaggio da allenatore. Ho cominciato con il settore giovanile del Trapani per poi vivere qualche esperienza tra Serie D ed Eccellenza. La mia carriera da calciatore mi ha portato a non potermi separare dal pallone in nessun modo, già negli ultimi anni di carriera rubacchiavo qualche segreto ai miei allenatori, avevo già fisso in testa questo obiettivo e una volta appesi gli scarpini ho cominciato tutto l’iter e conseguito i patentini”.
C’è qualche allenatore che ti ha segnato e ti ha fatto capire che questo era il tuo futuro?
“Devo dire la verità, in carriera sono stato molto fortunato. Ho lavorato con alcuni dei migliori allenatori in circolazione, persone in gamba che hanno fatto parecchia strada. Ho avuto Gasperini a Palermo, Donadoni, Mazzarri alla Reggina e al Napoli, o ancora Lippi e Capello alla Juventus, in un momento di formazione che mi è servito tantissimo per crescere perché ero davvero giovanissimo”.
E’ vero che per un ex calciatore è molto più facile muoversi nel mondo degli allenatori?
“Si tratta di una leggenda che non trova riscontro nella realtà, almeno nel mio caso specifico. Quello del calcio è un mondo saturo in cui se vuoi emergere devi sempre sgomitare. Essere stato calciatore alle volte è addirittura controproducente. Ci sono società che pensano che solo perché hai giocato a certi livelli sei una persona che chiederà grandi cose. Ma non è così, anche a livello economico, a maggior ragione per chi ha fatto il calciatore, è un aspetto che va in secondo piano”.
E anche oggi segui da vicino il mondo del calcio, che rapporto hai mantenuto con la Serie B?
“Vado spesso a vedere il Palermo per documentarmi e per vivere l’atmosfera di una città che vive per il calcio. In questo campionato vedo un Parma che è una spanna sopra agli altri e la classifica lo testimonia. Nella lista sorprese metto senza dubbio il Cittadella, ma non è una novità perché conosco Gorini visto che abbiamo fatto il corso insieme e non sono stupito. In questa lista non posso non inserire anche il Modena di Paolo Bianco. Il Palermo è strano, curioso. Sono convinto che dopo il Parma sia la rosa più attrezzata, la tendenza della società racconta di come alle spalle ci sia un progetto serio, ma la Serie B è sempre la Serie B, un campionato lungo e insidioso”.
Sfogliando l’album dei ricordi, come è stata la tua parentesi ad Ascoli e come vedi i bianconeri oggi?
“Ho un grande ricordo di Ascoli, una piazza importante con un tifo caloroso, un’altra di quelle città in cui si respira calcio. Quest’anno ci sono state tante difficoltà, ma adesso con Castori si avverte una ventata d’aria fresca. Lui conosce bene la categoria, l’ultima vittoria contro il Como ha ridato slancio ai bianconeri, ha riportato soprattutto entusiasmo. Sono piuttosto convinto che alla fine l’Ascoli la spunterà nella lotta alla salvezza”.
Dopo un lungo viaggio, dopo 5 anni di alto profilo a Napoli, alla fine, un palermitano come te riesce ad arrivare nel Palermo. Un sogno che diventa realtà?
“Non ho rimpianti, e anche il fatto di non essere arrivato prima lo è, perché ho fatto comunque un bel viaggio. Purtroppo però quando sono arrivato io il Palermo si ritrovava in una situazione molto difficile, Zamparini al timone e un’aria negativa che soffiava. Era inevitabile succedesse una cosa del genere come la retrocessione, e poi il fallimento, non c’era programmazione. Basti sapere che io ho cambiato due direttori sportivi e 4 allenatori in pochissimo tempo. L’unico rammarico è quello, ero nella squadra della mia città e volevo rendere orgogliosi tutti i miei amici e tutta la gente che mi seguiva ma l’annata è stata davvero balorda”.
Allenatori emergenti e allenatori deludenti?
“Tra i nuovi allenatori che si affacciano Paolo Bianco sta facendo qualcosa di grande e anche lo stesso Gorini. Dico che portato qualcosa in più alle squadre a livello di entusiasmo. Di delusioni non mi piace parlare, forse la Sampdoria sarebbe quella più plausibile ma voglio essere originale. Sia chiaro, non è una delusione, ma se guardiamo l’ultima giornata mi ha un po’ sorpreso il Parma. Per la qualità della rosa pensavo allungasse vincendo col Modena, pensavo potesse creare il vuoto alle sue spalle, evidentemente anche lì c’è qualcosina da rivedere. Però con Pecchia alla seconda annata e con quella grande squadra il sentiero sembra comunque tracciato”.