ESCLUSIVA PSB – Babù: “Il Lecce merita la Serie A. Salernitana, i calciatori devono sentire la fiducia”
BABU LECCE – In carriera ha militato in tante piazze, dove si è fatto apprezzare per estro e qualità, doti nel DNA di un brasiliano come lui. Anderson Rodney de Oliveira, ai più noto come Babú, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Diversi i temi toccati con l’attaccante classe ’80. Il Lecce, squadra con […]
BABU LECCE – In carriera ha militato in tante piazze, dove si è fatto apprezzare per estro e qualità, doti nel DNA di un brasiliano come lui. Anderson Rodney de Oliveira, ai più noto come Babú, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Diversi i temi toccati con l’attaccante classe ’80.
Il Lecce, squadra con la quale hai giocato e segnato in Serie A e B, sabato si gioca la promozione diretta contro lo Spezia. Che partita sarà, secondo te?
“Oltre la portata emotiva del match, possiamo dire che c’è tanto in ballo per entrambe le squadre. Il Lecce si gioca la promozione diretta ma, allo stesso tempo, lo Spezia vorrà blindare i playoff. Da tifoso del Lecce, piazza dove ho trascorso tre anni bellissimi, mi auguro che la squadra riesca ad andare in Serie A, anche perché ha disputato davvero un grande campionato, e sarebbe un peccato non concludere con la ciliegina sulla torta, per giunta in casa. Lo Spezia è una buona compagine, sarà una partita difficile”.
Diversi addetti ai lavori hanno parlato dei salentini come la squadra che ha espresso il miglior calcio della cadetteria. Sei d’accordo?
“Quando ho visto il Lecce mi sono divertito. Parliamo di una squadra che ha sempre cercato la finalizzazione attraverso il gioco e questo mi è piaciuto, faccio i complimenti a Liverani. Ulteriore motivo per il quale spero che si riesca a concludere al meglio il percorso fatto. Sia la società che la tifoseria meritano la promozione”
Essendo la società dove hai raccolto il maggior numero di presenze, sei associato in particolar modo proprio al Lecce. Qual è stata l’emozione più intensa che hai vissuto con i giallorossi?
“Ero molto giovane ma, a livello prettamente sportivo, realizzare una doppietta all’Olimpico contro la Lazio è una delle emozioni permanenti che mi ha donato il calcio, e sono contento che sia accaduto in una squadra come il Lecce. Racconto però un aneddoto: ero reduce da un brutto infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro e quindi ero in stampelle. Stavo mangiando con la squadra e, ad un certo punto, arriva il direttore Corvino che esclama: ‘Adesso come facciamo senza Babù?’. Quello fu un momento davvero significativo per me, esclamare certe cose davanti a calciatori come Vucinic, Bojinov, Bjelanovic, Pinardi, Jaime Valdes non poteva lasciarmi indifferente”.
Hai esordito tra i professionisti con la Salernitana, che nelle ultime dieci partite ha vinto in una sola occasione ed è coinvolta nella lotta playout. Il tutto è stato generato da una situazione ambientale non delle migliori e da innegabili errori di gestione tecnica. Cosa credi dovrà fare Menichini per allontanare la squadra da questi cattivi pensieri nell’ultima giornata?
“Credo che il tecnico in poco tempo dovrà innanzitutto cercare di portare serenità, seppur in un momento difficile. I calciatori devono sentire la fiducia e capire di essere validi, perché parliamo di una buona squadra. Non sarà sicuramente facile, anzi. La piazza è difficile perché in determinati contesti la passione ha come contraltare l’esigenza di avere tutto e subito. Non so cosa sia successo tra i dirigenti ed i tifosi, ma bisogna essere compatti perché una società così non può abbandonare la Serie B”.
Se il campionato fosse finito nello scorso weekend, il Venezia sarebbe retrocesso. Da ex calciatore dei lagunari, come ti spieghi le difficoltà avute in questa stagione?
“Alle volte è difficile analizzare un’annata. A me capitò a Salerno, dove centrammo i playoff per poi retrocedere nell’annata successiva, eppure l’allenatore era lo stesso (Zeman, ndr. Nella stagione 2002/2003 fu esonerato, al suo posto arrivò Franco Varrella). Il calcio è anche questo, la Serie B resta un campionato difficile, seppur ritengo che il livello si sia abbassato rispetto agli anni nei quali ho militato in cadetteria. Può capitare di farsi trovare impreparati dinanzi a determinate dinamiche, e quindi vivere una stagione come quella dei lagunari. Così come per Salerno, mi dispiacerebbe in caso di esito negativo della stagione, perché Venezia è un’altra piazza storica”.
Concludiamo citando un’altra compagine nella quale hai militato, ovvero l’Hellas Verona. Attualmente fuori dalla zona playoff, le aspettative per questa stagione erano nettamente diverse.
“Vorrei cominciare dicendo che Verona è una bellissima piazza, davvero. Detto ciò, può accadere che alcuni calciatori provenienti dalla Serie A incappino in difficoltà non preventivate perché, inconsciamente, si aspettavano qualcosa di diverso. A me capitò quando passai dalla Serie A e B alla Lega Pro Seconda Divisione con l’Atletico Roma, pensavo di fare trenta gol ma non andò così, perché giocai contro squadre difficilissime da affrontare. Puoi trovare grandi calciatori in ogni categoria, non bisogna mai lasciare nulla al caso. Detto ciò, quella scaligera è una realtà che merita la massima serie, non la cadetteria, quindi auguro il meglio all’ambiente”.
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