ESCLUSIVA PSB – Boloca: “Devo tutto a Grosso, Angelozzi e al Frosinone. Questo gruppo è pronto per la Serie A”
Il centrocampista ciociaro si racconta
In seguito alla prima partita da titolare giocata in Serie B contro il Pordenone, due stagioni or sono, la nostra Redazione intervistò Daniel Boloca. Si trattava dell’ennesima scommessa del direttore Guido Angelozzi, un centrocampista con un trascorso di sola Serie D che aveva attirato la nostra attenzione per la personalità e la qualità nelle giocate mostrata sin da subito. A distanza di 28 mesi, l’italo-rumeno classe 1998 è uno dei protagonisti assoluti della promozione del Frosinone, pronto a proiettarsi in un contesto come la Serie A. Per farci raccontare il percorso e l’evoluzione, lo abbiamo raggiunto per una nuova chiacchierata in esclusiva.
La nostra prima intervista arrivò subito dopo la tua prima partita da titolare in Serie B, ci ritroviamo adesso che hai vinto il campionato da titolare inamovibile. Quanto sei cambiato tu e quanto la tua vita?
“Penso di essere cambiato totalmente, sia a livello umano che calcistico. Caratterialmente sono migliorato, crescendo come ragazzo. L’ambiente professionistico è totalmente diverso dall’universo del dilettantismo, a cui ero abituato. A livello calcistico mi sono reso conto maggiormente delle mie responsabilità e questo mi ha spinto ad andare ancora più forte ogni giorno per poi rendere al meglio in partita. I 3 anni a Frosinone mi sono serviti tantissimo per capire questo mondo.”
Nasci come regista, a Frosinone ti affermi da interno e quest’anno superi qualsiasi definizione assumendo compiti di regia ma cambiando spesso posizione. Quanto ha influito Grosso?
“Il mister non smetterò mai di ringraziarlo perché fin da subito mi ha dimostrato una grandissima fiducia. A lui, direttore e società voglio e devo dare tutto. Ha propiziato la mia crescita sia a livello mentale che per quanto riguarda i vari aspetti del gioco: lui mi dice sempre che non conta il ruolo, ma il modo di stare in campo e quello in cui si partecipa. Lui chiede in ogni secondo di dare l’anima e questa è la base del nostro rendimento.”
Ai nastri di partenza non eravate accreditati come favoriti, eppure avete dominato il campionato dall’inizio alla fine. Qual è stato il vostro segreto?
“Il segreto secondo me è stata l’unione del gruppo. Siamo stati compatti e focalizzati sull’affrontare ogni gara al meglio e dando tutto noi stessi, è stata la chiave per ottenere qualcosa di bellissimo.”
Il Frosinone è uno dei club più solidi e costanti del calcio italiano. Tre promozioni in dieci anni non sono un caso. Pensi che la società abbia la possibilità di costruire un futuro ancora più importante del presente? Ti piacerebbe farne parte?
“Secondo me sì, qui non manca nulla per fare sempre meglio. La società ha una visione lungimirante e i fatti lo stanno dimostrando. Io sono convinto che il nostro gruppo potrebbe far bene anche nella categoria superiore.”
Domanda difficile: sei esploso più tardi di altri, facendo una gavetta più lunga. Arrivi però adesso in A con tanti anni di carriera davanti. Cosa ti aspetti dal futuro? La Nazionale è un sogno o può essere un obiettivo?
“Non mi aspetto nulla, tutto ciò che so è che voglio continuare a migliorare e non mi interessa pormi altri obiettivi. La Nazionale è un sogno, ma lo sarebbe fare anche una singola presenza nel massimo campionato.”