ESCLUSIVA PSB – Celia: “De Rossi mi valorizza. Ha un’impronta di gioco e sul piano umano dà tanto”
Il laterale mancino si è raccontato ai nostri microfoni
Al secondo campionato di Serie B, il laterale mancino della SPAL Raffaele Celia sta vivendo una fase importante della sua carriera. Con l’avvento sulla panchina estense di Daniele De Rossi il calciatore sta scalando gerarchie e sta mettendo in mostra le doti tecniche e atletiche con cui in Serie C all’Alessandria si era rivelato dominante. La nostra Redazione lo ha raggiunto telefonicamente per un’intervista in esclusiva, in cui ha raccontato alcuni degli aspetti fondamentali del percorso di miglioramento che sta compiendo.
Nonostante una rosa di livello e alcuni picchi alti, per ora la SPAL non ha la classifica che desidererebbe. Secondo te qual è il motivo?
“Sicuramente è mancata la continuità, i calciatori ci sono. Le prestazioni sono state altalenanti non soltanto di gara in gara, ma anche all’interno delle stesse partite. Ci è capitato di fare molto bene in alcuni frangenti e poi avere cali di attenzione. Questo ci ha tolto punti.”
L’arrivo di Daniele De Rossi sembra aver facilitato le cose per te. Quanto incide la possibilità di giocare in un 3-5-2 come ai tempi dell’Alessandria?
“Il ruolo di quinto sicuramente mi valorizza di più, ma è anche vero che col Südtirol ho giocato da braccetto di difesa. Quello che cambia è il rapporto giocatore-allenatore e la fiducia che viene concessa. Bisogna dire che tutti i terzini della rosa sono molto offensivi e adatti al nuovo sistema, ciò che è importante è la confidenza col mister che si sta instaurando che permette di esprimersi al meglio.”
Non capita tutti i giorni di essere allenati da una leggenda quale il mister. Com’è stato il suo impatto nel vostro ambiente?
“Quando ti trovi davanti De Rossi sai di essere al cospetto di un’icona del calcio, ma il rapporto che si crea non ti ci fa pensare troppo. A livello di rapporti umani si pone in un modo che non ti fa credere che abbia giocato a certi livelli. Ha già dato la sua impronta di gioco: si può sbagliare ma bisogna sempre provare il dribbling, la giocata. La palla va tenuta e non buttata via. Ha tante idee tecniche e tattiche.”
Forse lo scorso anno hai pagato anche il salto di categoria, ma ora ti stai imponendo in una Serie B di altissimo livello. Cosa cambia maggiormente tra i due campionati?
“La differenza tra Serie C e Serie B la si nota soprattutto dal punto di vista tecnico. Ho sempre pensato che il contesto generale rendesse più semplice giocare nel campionato cadetto. Per la qualità delle strutture e anche dei terreni di gioco, oltre che per gli stimoli che fornisce. L’intensità, però, è molto più elevata ed è una componente importante. All’inizio si può fare fatica, ma col tempo ci si abitua. Giocare in una squadra forte come la SPAL, poi, aiuta a migliorare e ambientarsi.”
Sei uno dei tanti ragazzi emersi negli ultimi anni che si è formato nel Sassuolo. Qual è secondo te il segreto del club? Cosa ti ha lasciato?
“Il Sassuolo mi ha dato tanto, sono stato lì dai 14 ai 18 anni. L’ambiente neroverde ti lascia tranquillo, lì vieni aiutato a crescere e sei accompagnato gradualmente in prima squadra. Ho conosciuto tante persone che mi hanno dato insegnamenti importanti che mi porto dietro.”
Prima del 2023 c’è un ultimo tour de force da disputare. Con quali propositi e ambizioni scenderete in campo nel prosieguo della stagione?
“In un campionato del genere è difficile definire prospettive prima di dicembre. Ora dobbiamo assorbire i concetti del mister, è il primo obiettivo. Migliorare nel gioco ci aiuterà molto. Adesso guardiamo di partita in partita e non a lungo termine.”