ESCLUSIVA PSB – Colomba: “Cagliari-Parma viatico per uscire dalle difficoltà. La Reggina può arrivare fino in fondo”
Il doppio ex esprime le proprie sensazioni sulla gara fra rossoblù e crociati
In vista di Cagliari-Parma, big match della 14a giornata di Serie B, la nostra redazione ha intervistato in esclusiva Franco Colomba nelle vesti di doppio ex delle due compagini. Nel corso della sua lunga carriera, infatti, il tecnico toscano ha guidato i rossoblù nel campionato 2006/2007 e i crociati tra il 2011 e il 2012. Oltre a soffermarsi sulle peculiarità che caratterizzano la gara, l’allenatore ha espresso il proprio pensiero su alcune tematiche inerenti alla cadetteria, dalle ambizioni della Reggina di Inzaghi fino al rendimento dei club che, stazionando nelle parti basse della classifica, non stanno rispettando pienamente le aspettative di inizio stagione. Di seguito l’intervista integrale:
Buongiorno Mister. Nella prossima giornata di Serie B andrà in scena il big match fra Cagliari e Parma, club che ben conosce in virtù delle sue esperienze in panchina. Cosa si attende da questa gara?
“Si affrontano due squadre che hanno l’obiettivo di risalire la china e di tornare nella massima categoria, sicuramente da loro più conosciuta rispetto alla Serie B. E’ evidente che stiano trovando più difficoltà del previsto, soprattutto il Cagliari che non è ancora riuscito a calarsi nella categoria a causa del momento di assestamento dovuto alla grande batosta della retrocessione. Il campionato è lungo ed è un vero e proprio terno al lotto, in tal senso bisogna porre rimedio alle problematiche per recuperare lo svantaggio nei confronti delle dirette concorrenti ed evitare di rimanere invischiati in situazioni complicate. I ducali, invece, dovrebbero soltanto acquisire continuità, specialmente lontano dalle mura amiche dove non stanno facendo benissimo”.
I sardi sono reduci da un pari rocambolesco a Frosinone, ottenuto in extremis col rigore trasformato da Lapadula. In seguito, sono riusciti anche ad accarezzare l’incredibile sorpasso con la rete di Pavoletti successivamente annullata dal VAR. Momenti che potrebbero far acquisire maggiore consapevolezza ad una squadra in difficoltà, concorda?
“Sicuramente, a volte sono proprio questi episodi che riescono ad accendere la fiammella per una poderosa scalata in classifica. Finora i rossoblù hanno sempre acquisito il pallino del gioco peccando in concretezza. I ragazzi di Liverani dovrebbero entrare nell’ottica che non possono vincere automaticamente le partite soltanto perché si chiamano Cagliari, la forza va dimostrata in campo“.
Come da lei evidenziato il Parma fatica ad ottenere continuità di risultati. Ritiene che sia uno dei sintomi dell’imprevedibilità del campionato oppure che sia un fattore circoscritto alla squadra di Pecchia?
“E’ chiaro che per affrontare la Serie B bisogna avere una personalità importante per districarsi nei momenti difficili. Il Parma non è ancora riuscito ad esprimerla linearmente, ma le qualità ci sono. Pecchia ha vinto un campionato ed è consapevole dei tasti da toccare. Adesso, per esempio, c’è il Frosinone in fuga e la Reggina validissima inseguitrice, ma la stagione è lunghissima e c’è tanto equilibrio. Per il resto rimango convinto che i ducali possano entrare nel novero delle squadre in grado di lottare per la promozione diretta“.
Considerando i 14 gol della passata stagione, la sensazione è che l’arretramento di Vazquez abbia privato i ducali di un’arma importante negli ultimi metri, garantendo in compenso un’elevata dose di fosforo in mezzo al campo. Crede che un ritorno alle origini del Mudo possa garantire maggiore lucidità offensiva?
“E’ un calciatore indiscutibile ma la squadra andrebbe osservata con estrema precisione prima di valutare un nuovo cambiamento. Sicuramente la qualità può fare la differenza in una categoria dove solitamente prevale l’agonismo, così come disporre di un profilo in grado di innescare gli attaccanti e potenzialmente di svoltare le partite. Tuttavia, spetterà soltanto a Pecchia stabilire l’esatto posizionamento dell’italo-argentino”.
Un’altra squadra a cui è affezionato è la Reggina. Avendola osservata anche dal vivo nel match contro il Genoa, qual è il fattore che l’ha colpita di più della squadra di Inzaghi?
“La compattezza. Ho visto un gruppo sano, bello, mai domo e intento a seguire le indicazioni del proprio allenatore. D’altronde Pippo Inzaghi è entrato nel cuore di tutti gli italiani grazie alla sua carriera da calciatore ed è arrivato a Reggio Calabria con uno spirito da lottatore trasmettendolo anche ai ragazzi. Sono convinto che gli amaranto possano arrivare fino in fondo perché hanno una rosa ben fornita e con i giusti ricambi. L’unica mancanza è quella inerente al bomber che possa far la differenza dove il predominio del gioco non è sufficiente, sarebbe la ciliegina sulla torta. Magari può diventarlo Santander oppure interverranno sul mercato a gennaio. In compenso ci sono calciatori di contorno – soprattutto Fabbian e Canotto – che si stanno rendendo sempre più decisivi”.
Quali altre squadre sono riuscite a sorprenderla per i principi di gioco espressi?
“Ho visto giocare a sprazzi l’Ascoli e devo dire che non mi è dispiaciuto. Poi il Südtirol è un’autentica rivelazione, con Bisoli hanno cambiato marcia e sono riusciti a piazzarsi in zona playoff. Ritengo che entrambe possano inserirsi concretamente in un contesto di media-alta classifica”.
Nelle parti basse, invece, troviamo nomi altisonanti quali Benevento, Palermo, Como e Venezia. Lo avrebbe mai immaginato?
“In generale hanno disatteso le aspettative. Il Palermo lo escluderei dal gruppo delle delusioni perché è pur sempre una neopromossa. E’ una di quelle squadre rappresentanti città con grande entusiasmo che spesso non fanno i conti con la realtà dei fatti: una cosa è vincere la Serie C e i playoff, un’altra replicare lo stesso risultato in B. Sinceramente mi aspettavo di più dal Benevento per la rosa di spessore e per le ambizioni. Il Venezia forse ha accusato più del dovuto la rovinosa retrocessione”.