ESCLUSIVA PSB – Como, l’agente di Mazzara: “Fabregas lo stima, al club chiedo di stargli vicino”
L'infortunio non fermerà il giovane talento
Nel percorso che conduce alla realizzazione dei sogni è possibile incappare in dei punti dove cala un’improvvisa e scura nottata, che disorienta, spaventa e incupisce. Come ognuna di essa, per definizione, lascerà il posto a nuovi raggi solari, che irradieranno nuovamente cammini che hanno la felicità come destinazione. Cristian Mazzara è uno dei tanti soggetti attorno ai quali è possibile costruire una storia del genere. Giovane, talentuoso, ricco di speranze e di talento, fermato da una dolora rottura del crociato che ne ha rallentato l’ascesa che era definitivamente partita con indosso la maglia della Primavera del Como, dove a migliorarne l’identità calcistica c’era un affascinato Cesc Fabregas, grande estimatore del duttile classe 2007. La nostra Redazione ha raggiunto in esclusiva Carlo Alberto Belloni, agente del ragazzo, per approfondirne queste giornate non semplici.
Carlo, Cristian è introdotto dal suo luccicante talento, ma te ne chiediamo comunque una presentazione.
“Entro in contatto con la famiglia di Cristian nel dicembre 2022, dopo averlo visto giocare per due volte. Ci vediamo a cena, conosco questo giovane molto introverso, che nonostante i diciassette anni ha già avuto un determinato percorso di vita, avendo vissuto esperienze tali da averlo reso uno che sa il fatto suo. Siamo in un momento storico in cui tanti ragazzi possono capitolare al cospetto della perdizione, ma il calcio, nel caso di Cristian, ha giocato e gioca un ruolo importante. Sotto un aspetto tecnico-tattico, parliamo di un mancino puro che può fare l’esterno d’attacco nel 4-3-3, così come la seconda punta o il trequartista. È un calciatore con grandi doti balistiche, duttile, bello da vedere perché molto elegante, con un’ottima tecnica di calcio sia di destro che di sinistro. Non è un dribblomane, ma salta secco l’avversario. Detto ciò, dall’elencazione delle qualità alla consacrazione ce ne passa, ma Cristian ha un focus preciso, vuole fare questo e l’ha capito: sono stato il primo a dirgli che solo con il talento non andrà da nessuna parte, ma deve affiancargli lavoro, costanza e la capacità di saper ingerire bocconi amari e sopravvivere nel mondo del calcio. Sta vivendo un periodo non facile a causa della rottura del crociato e, dopo aver fatto piscina per mantenere il tono muscolare, sarà operato domani dal Prof. Bigoni, uno dei più importanti specialisti della materia, per ripartire con l’obiettivo di tornare in forma per il ritiro estivo.
È stato allenato, seppur per poche partite, da Cesc Fabregas. Che rapporto c’è tra i due?
“Cesc apprezza notevolmente Cristian, hanno un rapporto molto diretto. Fabregas più di una volta l’ha descritto come un calciatore molto talentuoso, oggi ancora anarchico, in quanto deve capire ancora determinate dinamiche in termini di gioco collettivo. Lo spagnolo utilizzava Mazzara principalmente come seconda punta o esterno d’attacco, e i quattro gol in cinque partite con la Primavera testimoniano il livello del ragazzo, che ha giocato sotto-età dato che è un 2007, ma l’infortunio inevitabilmente assottiglierà questa differenza”.
La sensazione, vedendo giocare Cristian, è che abbia una capacità analitica nelle situazioni di gioco più rapide rispetto agli altri. Insomma: rapidità di pensiero che si mescola alla qualità.
“Ritengo che a lui vengano naturali determinate giocate, è in grado ad esempio di orientare senza difficoltà lo stop oppure di dribblare con il primo controllo. Sono doti che ha dentro, motivo per il quale cercherò di accompagnarlo passo dopo passo per quanto concerne il rientro in squadra, per poi indirizzarlo verso nuovi obiettivi. I problemi al crociato nel calcio odierno sono all’ordine del giorno, ma la maggior parte del calciatore superano questo problema. A Cristian ho detto una cosa, dato che ieri abbiamo pranzato insieme: un infortunio del genere, una volta superato, dovrà creagli una routine di prevenzione e rinforzo costante che dovrà praticare per tutta la carriera. Lui, oggi, non ha ancora una routine da professionista, ma fa vedere cose da adulto: è stato convocato dalla prima squadra lo scorso autunno per giocare un’amichevole in Inghilterra e ha fatto un assist nei quarantacinque minuti in cui è stato in campo, dove non sembrava un ragazzino per la velocità del suo gioco. Deve sicuramente migliorare e lavorare tanto, ma tra i profili del Campionato Primavera ritengo che si piazzi nel percentile di quelli che hanno qualcosa in più”.
Cosa ti aspetti dal Como in termini di gestione del percorso riabilitativo del ragazzo?
“Mi auguro unicamente che siano pronti a organizzare un concreto piano di recupero, da società professionistica qual è, evitando di rischiare di perdere l’ennesimo talento che patirebbe il limbo tra settore giovanile e prima squadra. Sarà necessario fornire a Cristian il necessario supporto nella fase che tra poco caratterizzerà la sua vita, andrà seguito nella logistica quotidiana, così come bisognerà valutare attentamente ogni step propedeutico al ritorno in campo”.