ESCLUSIVA PSB – De Biasi: “Brescia, l’esperienza di Cellino sarà utile. Lecce? Non sono sorpreso”
DE BIASI SERIE B – Prima da calciatore, poi da allenatore: sono più di quarant’anni che Gianni De Biasi vive in simbiosi con il calcio. Una passione che l’ha portato ad ottenere risultati importanti come quando, da Commissario Tecnico, ha regalato all’Albania la prima storica qualificazione alla fase finale di un Europeo di calcio. Raggiunto […]
DE BIASI SERIE B – Prima da calciatore, poi da allenatore: sono più di quarant’anni che Gianni De Biasi vive in simbiosi con il calcio. Una passione che l’ha portato ad ottenere risultati importanti come quando, da Commissario Tecnico, ha regalato all’Albania la prima storica qualificazione alla fase finale di un Europeo di calcio. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, il tecnico ha detto la sua circa vari temi che hanno tenuto banco in Serie B.
Partiamo dai fatti recenti. Dopo una stagione avvincente, la Serie B ha deciso di dividersi tra campo e tribunali. Senza entrare nel dettaglio di diatribe giuridiche varie ed eventuali, qual è il suo commento per una situazione che dalla scorsa estate non è cambiata? Il movimento non può che uscirne sconfitto.
“Sono perfettamente d’accordo con questa disamina. Ritengo che in corso d’opera non si possano apportare modifiche alla composizione ed allo svolgimento dei campionati. Ci sono delle regole, le cui eventuali variazioni vanno applicate nel campionato successivo. Detto ciò, non vedo il motivo per cui si debbano cambiare le cose in corsa”.
Il Lecce di Liverani, il Brescia di Corini e il fantastico Cittadella di Venturato. Non sono mancate le sorprese, a testimonianza che le idee trionfano.
“Ti dirò, non credo si debba parlare di sorprese. Il Brescia è una squadra di qualità, con una società alle spalle che ambiva alla Serie A ed ha operato a regola d’arte. Per quanto riguarda il Lecce di Fabio Liverani, non sono rimasto sorpreso dal doppio salto. Il fatto di avere costruito una buona squadra in Serie C, apportando gli opportuni ritocchi per la cadetteria, ha sicuramente aiutato, data anche la presenza di una perfetta armonia tra società, ambiente ed allenatore. Parlando del Cittadella, bisogna dire che abbiamo a che fare con quella che è oramai definibile una realtà, in un panorama calcistico che non prevede che le cenerentole vengano invitate al ballo dei grandi. Credo che professionisti come Venturato e Marchetti stiano lavorando da anni da grande squadra, in un percorso che era avviato anche con Foscarini. Il problema di fondo nell’analisi della situazione è che si chiama Cittadella, ma tutte le dinamiche di fondo sono quelle di un grande club”.
Nel corso della sua carriera ha avuto modo di allenare il Cosenza che quest’anno, nonostante gli sfavori del pronostico, ha disputato una stagione più che sufficiente. Come commenta il lavoro di Braglia?
“Un buon lavoro. La promozione della passata stagione è stata incredibile, ritengo poi che la continuità nella conduzione tecnica abbia sicuramente portato giovamento. L’ambiente rossoblu dà una grande carica, ed ha imparato sulla propria pelle che spesso e volentieri bisogna cercare di digerire dei magoni ma cercare di dare seguito e fiducia ad una società che lavora in modo serio”.
Abbiamo citato proprio il Brescia che, dopo una stagione in costante sublimazione dei propri talenti, tornerà in Serie A. Come crede che bisognerà strutturare la rosa delle Rondinelle? La spina dorsale potrà rimanere la stessa?
“Credo che il Brescia abbia dei giocatori di grande qualità, ma c’è una premessa da fare: Cellino è arrivato oramai due anni fa, la prima stagione gli è servita per capire ambiente, squadra e potenzialità, dopodiché ha cominciato a lavorare come sa. Conosce il campionato italiano come pochi, credo che la sua esperienza darà una grossa mano alla squadra per crescere e per avere un cammino senza patemi in Serie A”.
Sandro Tonali è un fiore definitivamente sbocciato. Crede che sia già pronto per una big oppure un’annata in Serie A proprio con il Brescia possa servirgli?
“Dipende molto da quali sono le sue aspirazioni. Se nella sua testa coltiva un grande sogno, restare a Brescia potrebbe tarpargli le ali. Qualora dovesse invece ritenere di poter crescere ulteriormente con un anno di A con le Rondinelle, dovrebbe prendere seriamente in considerazione questa possibilità”.
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