ESCLUSIVA PSB – Apolloni ricorda Parma-Reggiana del 1990: la svolta di Scala e la Promozione in Serie A
L'ottimo inizio, le difficoltà della seconda parte di stagione e la scomparsa del presidente Ceresini. La svolta di Scala diede inizio ad una cavalcata devastante, il Parma superò la Reggiana nel derby all'ultima giornata e conquistò la sua prima storica promozione in Serie A
Come nel 1990 il derby segna la fine di un percorso e l’inizio di un altro per il Parma. In quell’occasione i crociati superarono 2-0 la Reggiana, conquistando la prima storica promozione in massima serie; situazione completamente diversa venerdì sera al Mapei Stadium, in palio c’è solamente la possibilità di porre la ciliegina sulla torta ad una stagione positiva per entrambe le compagini.
Lo storico doppio ex del Derby dell’Enza Luigi Apolloni, intervenuto in ESCLUSIVA ai nostri microfoni, ha ripercorso le fasi salienti di quella storica stracittadina. Il 2-0 del Mirabello sembrava potesse spianare la strada verso la Serie A e invece il Parma rimediò 7 sconfitte in 9 partite all’inizio del girone di ritorno. I mugugni dell’ambiente e la scomparsa del presidente Ernesto Ceresini segnarono emotivamente il gruppo, ma Scala trovò il modo di dare una spallata mentale a quella stagione. Le reti di Osio e Melli suggellarono una seconda parte di campionato entusiasmante che pose le basi per una cavalcata che divenne stratosferica negli anni successivi.
LA CILIEGINA SULLA TORTA – “Ai fini della classifica è un derby che conta relativamente, il Parma è promosso, la Reggiana è salva. Non ci sono particolari attenzioni, se non l’attenzione del derby stesso che da parte della città e dei tifosi, soprattutto quelli granata, è molto sentito. Vincere il derby permetterebbe di mettere sulla torta quella ciliegina che coronerebbe il campionato di entrambe”.
I DERBY DA CALCIATORE A REGGIO: “A Reggio l’ho vissuto poco, son rimasto solo una stagione prima di trasferirmi a Parma. Con la Reggiana il derby l’ho giocato in amichevole dove purtroppo perdemmo la partita a causa di due autogol miei”.
LA PROMOZIONE DEL 1990: “Col Parma vincemmo sia all’andata con doppietta di Ganz, sia al ritorno dove conquistammo anche la storica promozione in Serie A. In quella stagione dopo la gara contro la Reggina, che poi perdemmo a tavolino per l’episodio di Cascione, andammo incontro ad un momento di difficoltà, la gente iniziò a mugugnare, fummo accusati di non voler andare in Serie A, che ci vendevamo le partite. A complicare ulteriormente le cose fu la morte di Ceresini. Emotivamente eravamo scarichi, non riuscivamo a reagire, raccogliemmo un solo punto, Scala ci portò in ritiro”.
LA SVOLTA DI SCALA – “Il mister sapeva che la squadra non era stata costruita per andare in Serie A, ma da quel momento ci diede delle rassicurazioni, dovevamo cercare di giocare liberamente senza pensieri. Ci fu la svolta, vincemmo a Brescia, a Trieste Massimo Giacomini disse a Scala “ma quanti eravate in campo?” Facemmo una partita incredibile e da lì arrivammo alla gara con la Reggiana, la vincemmo e andammo in Serie A. Fu una cavalcata entusiasmante”.
DA SCALA A PECCHIA, A PARMA È TORNATO L’ENTUSIASMO – “L’unica differenza è il percorso perché la nuova proprietà ha raggiunto un obiettivo che inseguiva da tre anni. Si è dimostrata umile, ha incontrato qualche difficoltà ma allo stesso temo è stata brava a non creare pressioni, a mantenere una leggerezza che l’allenatore ha percepito e ha trasmesso ai propri giocatori. Il Parma si sapeva fosse la squadra più forte, la squadra si è responsabilizzata durante il campionato ed è riuscita a mantenere il primato fino alla fine, uscendo alla grande da situazioni delicate”.
MAI SOTTOVALUTARE IL DERBY – “Una volta il derby capitò in concomitanza con una partita di Coppa Uefa. Ricordo che io non giocai, Scala fece riposare alcuni giocatori, sottovalutò la partita e perdemmo 2-0. In quell’occasione molte persone storsero il naso, le dichiarazioni del mister e Minotti non fecero bene alla piazza, il derby fu paragonato ad una gara come le altre ma la città e i tifosi la pensavano diversamente, ci tenevano a vincerlo”.
UNA PROMOZIONE ATTESA A LUNGO – “Lo scorso anno il Parma non iniziò benissimo, diciamo che nelle prime due stagioni la società ha fatto esperienza. Si era parlato di Serie A già quando arrivò Krause, Pecchia è stato bravo a compattare il gruppo, a favorire la crescita e ad esaltare la qualità dei giocatori più giovani. La società ha avuto pazienza, idem la tifoseria che nei momenti difficili non ha mai fatto mancare il proprio apporto alla squadra”.