ESCLUSIVA PSB – Binda: “Contestazione a Cosenza sbagliata nei tempi. Le proprietà straniere ragionano in termini di business. Il Palermo…”
Intervista a Nicola Binda della Gazzetta dello Sport
Nicola Binda, penna della Gazzetta dello Sport e tra i giornalisti più esperti in ambito nazionale per quanto riguarda la Serie B, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare di diverse tematiche. Di seguito l’intervista completa.
Il calciomercato invernale è alle spalle: che sessione è stata?
“Facendo un confronto tra il mercato in Serie A ed in Serie B vediamo come in massima serie le società si sono arrese alle loro difficoltà economiche e non hanno voluto/potuto sistemare le carenze tecniche. In Serie B invece ho notato un mercato mirato a cercare di migliorare le carenze tecniche emerse nella prima parte di campionato. Un mercato per crescere e per rendere competitive sia le squadre di vertice che quelle che devono salvarsi. Pochi artifizi economici/finanziari, forse anche sull’onda di quanto visto con la Juventus e tanto mercato fatto solo per migliorare l’aspetto tecnico che è l’essenza del calcio.
Ciò significa che ci sono delle società forti e che possono investire ed è un segnale di grande salute della categoria che cozza molto con quello che è in questo momento la Serie A. La massima serie ha portato in Italia la solita imbarcata di stranieri invece di puntare sui giovani italiani”.
Il Venezia ha fatto un mercato di rivoluzione: che idea si è fatto?
“Il Venezia è un caso limite: prima di tutto è la più grande delusione della Serie B perché lo scorso anno era in Serie A ed ora rischia la seconda retrocessione di fila. Il Venezia è la squadra che ha movimentato più giocatori e questo significa che le cose prima non andavano bene. Le società straniere fanno un calcio poco attento al risultato sportivo come siamo abituati in Italia ma molto più attenti al business, comprando un calciatore che vale 2 per rivenderlo a 10.
Ciò è legittimo e nobile ma un conto è farlo con 2/3 giocatori su una rosa di 25 un altro conto è farlo con il 100% della rosa. Il Venezia sta vivendo il problema vissuto dal Parma l’anno scorso: una collezione di talenti che però non hanno creato una squadra. Il Venezia di tutti i talenti messi in vetrina ha mandato in Serie A Ceccaroni che di certo non è un calciatore su cui si pensava di lucrare. Se un calciatore è forte ci va in Serie A anche se è italiano e non arriva dall’estero.
L’auspicio di questa rivoluzione per il Venezia è quello di riuscire a creare ciò che prima non è stato, ossia uno spirito di squadra. A calciatori stranieri ha inserito anche calciatori che conoscono bene il campionato”.
Il Palermo, con la nuova proprietà, ha acquistato molti calciatori di categoria: che idea ha?
“Le proprietà straniere non vengono in Italia per affetto ma per business ed anche il gruppo del City è a Palermo per questo. A differenza di qualche altra società, però, la proprietà vuole rendere il Palermo una fabbrica di talenti per giocare in Serie A, unendo l’aspetto economico finanziario a quello tecnico. Una città da Serie A ed una piazza da Serie A da riportare in massima serie con calciatori che possono rendere il club vincente”.
Un pensiero sul Cosenza tra Zarate e la contestazione della piazza
“Dopo aver perso Larrivey, fondamentale per la salvezza dello scorso anno, bisogna vedere Zarate in che condizioni arriva per cercare di raggiungere l’impresa. Magari con un centravanti di un altro livello in Serie B sci sarebbe stato un esborso differente che probabilmento economicamente il Cosenza non poteva permettersi. Il Cosenza negli ultimi anni ha reso normali i miracoli dopo le tante salvezze di fila, alcune impronosticabili, tra playout, riammissioni e grande rimonte.
La tifoseria ha scelto il momento sbagliato per inscenare la contestazione alla presidenza. Disertare uno stadio per fare un dispetto alla presidenza è come evirarsi per fare un dispetto alla moglie. Il momento della contestazione è sbagliato. Per contestare secondo me bisognava aspettare. Guarascio da anni sta permettendo al Cosenza di confrontarsi con realtà clamorose come Genoa e Parma; è legittimo contestare perché ognuno può fare ciò che vuole ma non in questo momento. La squadra ha bisogno allo stadio del massimo sostegno e non solo in trasferta ma anche in casa perché ricordiamo che i Lupi silani si son salvati ai playout con 20mila spettatori in finale in uno scenario anche superiore alla Serie B. Invece di dimostrare la passione della città perché protestare ora? Farlo adesso è la scelta più sbagliata che si potesse fare”.