ESCLUSIVA PSB – Da Cruz: “A Parma per puntare in alto. Il mio ruolo? La prima punta”
La crescita calcistica di Alessio Da Cruz durante i sei mesi vissuti a Novara ha sorpreso una moltitudine di addetti ai lavori. Il ventunenne attaccante olandese è arrivato in Piemonte da oggetto misterioso, difficile da collocare tatticamente, e si è rapidamente affermato come prima punta perfetta per un gioco fondato sulle transizioni veloci, grazie alle […]
La crescita calcistica di Alessio Da Cruz durante i sei mesi vissuti a Novara ha sorpreso una moltitudine di addetti ai lavori. Il ventunenne attaccante olandese è arrivato in Piemonte da oggetto misterioso, difficile da collocare tatticamente, e si è rapidamente affermato come prima punta perfetta per un gioco fondato sulle transizioni veloci, grazie alle sua innate qualità atletiche e tecniche. Non è casuale che, prima del suo approdo a gennaio al Parma, emissari dell’Arsenal avessero puntato il radar su di lui. La redazione di Pianetaserieb.it ha contattato l’ex Dordrecht per permettergli di raccontare ciò che si prova ad esplodere in maniera così repentina in un mondo di per sé frenetico come quello del pallone.
Ciao Alessio, complimenti per l’escalation compiuta nell’ultimo anno. Che effetto fa esser passato, nell’arco di mezza stagione, da una squadra di seconda fascia olandese come il Dordrecht ad una prestigiosa come il Parma, che per averti ha sborsato tre milioni?
È una grande sensazione. Sono davvero contento di far parte di questo grande club. Il costo dell’operazione non deve interessarmi, è un qualcosa che riguarda il Parma e il Novara. Io dal canto mio sono davvero felice di essere qui.
Dopo sei mesi in un ambiente tutto sommato tranquillo e protetto come quello di Novara, ti trovi ora in un club ambizioso e ricco di storia. Cosa ti ha colpito di più da una parte e dall’altra? Quali sono le principali differenze che hai riscontrato?
Col Novara ho vissuto una grande esperienza. Sono grato al mio ex club perché mi ha dato la possibilità di sviluppare e far vedere le mie qualità. Dopo sei mesi ottimi mi sono reso conto che era il momento giusto per provare a fare un passo in più. Sono davvero contento che il Parma mi abbia offerto la grandissima opportunità di diventare un giocatore crociato. La grande differenza è che qui l’obiettivo è quello di fare bene e di puntare in alto, mentre a Novara si giocava per ottenere un buon piazzamento, ma non per le prime posizioni. In Emilia ho trovato un’organizzazione perfetta, per non parlare dei tifosi, del “Tardini” e dei miei nuovi compagni di squadra.
Restando sul tema delle differenze, cosa ti sembra, invece, che cambi tra il calcio italiano e quello olandese?
La differenza più grande è che in Italia il gioco è molto più tattico e si presta molta attenzione anche alla fase difensiva. In Olanda le partite sono molto più aperte, e a volte ad esempio ci sono gare che terminano 5-3 perché c’è molto più spazio per attaccare.
Venendo a un aspetto più strettamente di campo,ho una curiosità da esporti. Corini ti ha reinventato attaccante centrale, nonostante in carriera avessi sempre giocato da esterno. All’esordio in maglia ducale, tuttavia, D’Aversa ti ha provato in entrambi i ruoli: quale posizione consideri più adatta alle tue caratteristiche?
Ho sempre giocato come attaccante esterno a sinistra, posso ancora giocare in quel ruolo ma mi sto concentrando in quello di“numero 9”. Ho giocato in quella posizione per sei mesi e mi piace tanto. Ovviamente devo ancora migliorare molto, ma è normale. In ogni caso credo che quella posizione sia adatta a me, anche se ovviamente sono pronto ad adattarmi a quello che mi chiederà il Mister.
Dopo aver analizzato presente e passato, mi sembra giusto concludere parlando di futuro. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi, sia da singolo che da calciatore del Parma?
Il mio prossimo obiettivo è quello di fare bene e arrivare in alto con il Parma, come del resto è ciò che vogliono tutti i miei compagni di squadra. Il mio obiettivo individuale è quello di crescere, e soprattutto imparare molto, per poter migliorare ogni giorno di più. E, come credo succeda ad ogni giovane calciatore, il mio sogno è quello di arrivare a giocare in Champions League. Come in tutte le cose però l’importante è impegnarsi e conquistarsi ogni cosa attraverso il lavoro sul campo, giorno dopo giorno.
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