ESCLUSIVA PSB – D’Agostino: “Che emozione allenare a Palermo: ci giocheremo le nostre carte”
Un buon esordio da allenatore sulla panchina dell’Anzio in Serie D lo scorso anno ed, in questa stagione, la chiamata della matricola terribile Virtus Francavilla in Serie C a gratificare il lavoro di Gaetano D’Agostino. Qualche giorno fa l’esordio vincente in Coppa Italia contro l’Imolese ed ora, scherzo del destino, Mister D’Agostino sfiderà la squadra […]
Un buon esordio da allenatore sulla panchina dell’Anzio in Serie D lo scorso anno ed, in questa stagione, la chiamata della matricola terribile Virtus Francavilla in Serie C a gratificare il lavoro di Gaetano D’Agostino. Qualche giorno fa l’esordio vincente in Coppa Italia contro l’Imolese ed ora, scherzo del destino, Mister D’Agostino sfiderà la squadra della sua città: il Palermo. Per parlare della partita di Coppa la redazione di pianetaserieb.it ha contattato in esclusiva il tecnico del Francavilla:
Il sorteggio ha deciso per il Palermo: quali sono le tue sensazioni in vista di questa sfida significativa per te?
“Sarà una grandissima emozione andare a Palermo da allenatore. Prepareremo la gara al meglio perché ci teniamo a fare bella figura e ci giocheremo le nostre carte contro un Palermo di una categoria superiore alla nostra”.
Mister, in questa settimana di avvicinamento al match stai lavorando di più sul piano tecnico o su quello mentale?
“Su entrambe come ogni partita: l’Imolese sia tatticamente che mentalmente l’abbiamo affrontata in modo giusto e lo stesso faremo col Palermo. Seppur una squadra di Serie D, una delle migliori, con l’Imolese l’aspetto emotivo è stato fondamentale per vincere perché si rischiava di snobbare la partita anche se i miei calciatori non lo faranno mai. Col Palermo a livello motivazionale è tutto più facile perché si va in uno stadio importante contro una squadra altrettanto importante”.
Gaetano nel passaggio da una squadra di Serie D ad una di Serie C hai trovato differenze e difficoltà sostanziali?
“Senza dubbio per ogni categoria cambia la gestione del gruppo, a maggior ragione se si parla di professionisti. Il tutto cambia ma il mio modo di fare calcio resta lo stesso; comunicazione ed approccio sono differenti ma su ciò non ho grandi problemi perché so le dinamiche di uno spogliatoio: l’importante, per un allenatore che ha giocato a calcio, è non fare mai paragoni con la propria carriera coi calciatori che si ritrova davanti”.