9 Febbraio 2021

ESCLUSIVA PSB – Chievo, M. De Luca: “Mi sento molto migliorato con Mister Aglietti. Con la Reggiana sarà una partita difficilissima. Idolo? Mi ispiro a Edin Dzeko”

ESCLUSIVA PSB DE LUCA CHIEVO – Nello straordinario percorso fin qui intrapreso dal Chievo, che si trova al 2°posto in classifica a pari merito, c’è tanto di un ragazzo classe ’98, alto all’incirca 1,92 cm e sulla cresta dell’onda con ben 4 reti (3 consecutive) messe a referto nelle ultime 6 gare giocate: stiamo parlando […]

ESCLUSIVA PSB DE LUCA CHIEVO – Nello straordinario percorso fin qui intrapreso dal Chievo, che si trova al 2°posto in classifica a pari merito, c’è tanto di un ragazzo classe ’98, alto all’incirca 1,92 cm e sulla cresta dell’onda con ben 4 reti (3 consecutive) messe a referto nelle ultime 6 gare giocate: stiamo parlando di Manuel De Luca. L’attaccante ha parlato, in esclusiva, ai nostri microfoni. Ringraziando l’Ufficio Stampa del Chievo Verona, ecco l’intervista completa.

Ciao Manuel. Nelle ultime gare stai trovando il gol con una certa continuità, ci hai davvero preso gusto e la sensazione è che ti trovi veramente a tuo agio in questa squadra. Quali sono le tue impressioni?

«Innanzitutto sono molto contento per quello che sto facendo e non voglio assolutamente fermarmi qua. Mi trovo molto bene con i compagni, nel sistema di gioco, mi sento molto cresciuto e ci sono delle sensazioni davvero positive. Vogliamo continuare su questa strada, mettendo in campo più fame e cattiveria agonistica».

Il Chievo è un club di tradizione, in quanto ha fatto tanti anni di Serie A. Dopo qualche intoppo incontrato la stagione scorsa, il vento è cambiato e sembra esser tornato lo spirito che ha da sempre contraddistinto i gialloblu. L’obiettivo stagionale è quello di rientrare in massima serie dalla porta principale?

«Penso che mancano ancora un sacco di gare, ognuna ha la sua storia, se affrontiamo ogni partita come se fosse l’ultima, ci toglieremo tante soddisfazioni. In questo momento non vogliamo parlare di Serie A perché il cammino è ancora lungo, però, ripeto, se continuiamo così potremmo raccogliere frutti importanti alla fine».

Come ben sai, il campionato cadetto è molto ostico: si può vincere o perdere con chiunque. Le difficoltà aumentano quando ti trovi di fronte compagini ambiziose come Empoli, Monza, SPAL, Lecce su tutte. A girone d’andata ormai concluso, cosa pensi delle vostre dirette concorrenti e quale ti ha colpito di più fra quelle affrontate?

«La Serie B è un campionato difficilissimo perché, appunto, puoi perdere con l’ultima e puoi vincere con la prima. Come ho detto prima ogni match fa storia a sè, ci sono tantissime squadre che lottano per salire. Quella che mi ha impressionato di più è la SPAL però diciamo che anche quando abbiamo affrontato il Monza non era al 100% e io dico sempre che il girone di ritorno è quasi un campionato a parte».

Giocare a porte chiuse toglie diverse motivazioni, ma spesso aiuta i più giovani a tirare fuori il meglio. Ad esempio, alcuni ex Primavera come te, sia in A che in B, stanno facendo ottime cose – penso, non so, a Calabria del Milan – complice magari l’assenza di pubblico. Incide, a tuo avviso, questo aspetto sulle sicurezze di un giovane oppure si tratta di contorni ininfluenti?

«La cosa è molto soggettiva. Io penso che ogni giocatore debba trovare dentro di sè le motivazioni, poi, a seconda dei casi, l’assenza di pubblico può essere un vantaggio o uno svantaggio».

Attualmente siete secondi in classifica assieme a Monza e Salernitana, a -6 dalla capolista Empoli. Gran merito va attribuito a Mister Aglietti, tecnico molto sottovalutato a mio avviso. Infatti qualche anno fa è riuscito ad ottenere con l’Hellas un’isperata promozione attraverso la vittoria dei play-off, pur non partendo coi favori del pronostico. Come si rapporta alla squadra, che persona è e cosa ti chiede in particolare a livello tattico?

«Io penso che il Mister sta facendo un grande lavoro e ciò lo sta dimostrando sul campo: vedo una squadra in netta crescita che espone la propria idea di calcio ovunque vada. Mi sento migliorato molto legando il gioco con i centrocampisti, poi buttandomi in profondità e cercando di essere determinante nell’area di rigore, tutti concetti che mi chiede il Mister».

Mercoledì giocate di nuovo e ospiterete la Reggiana. Che partita ti aspetti? E in merito a questo calendario così fitto, vero e proprio tour de force che sta letteralmente spremendo voi giocatori pur di arrivare a giocare gli Europei in estate, qual è il tuo pensiero?

«Con la Reggiana sarà una partita difficilissima anche perché loro domenica hanno vinto e quindi vogliono sicuramente venire qua, al “Bentegodi”, a fare la battaglia dato che comunque si trovano in una situazione in cui hanno bisogno di punti. Servono a loro, ma servono anche a noi per continuare questa striscia positiva. Sul calendario fitto che dire, purtroppo la situazione è questa, come giochiamo ogni tre giorni noi, giocano ogni tre giorni anche gli altri: chi avrà più forza fisica e mentale riuscirà, secondo me, a fare un bel percorso».

Riguardo alla tua esperienza precedente, quella alla Virtus Entella, volevo chiederti che ambiente hai trovato e se conservi ricordi positivi della piazza di Chiavari.

«Io conservo sempre dei ricordi positivi indipendentemente da come sia andata l’esperienza vissuta in campo. Da queste esperienze traggo sempre qualcosa. È stato sicuramente un percorso di crescita, ho trovato un bellissimo ambiente fatto di belle persone, una società sana e solida, quindi potrò sempre parlare bene di Chiavari».

Hai un obiettivo personale, magari raggiungere la doppia cifra? E a chi ti ispiri?

«Il mio obiettivo è giornaliero, fare bene in allenamento e poi trasformare quanto di buono fatto in settimana in partita. Vado sempre step by step e i conti, poi, li faccio a fine anno. Il mio idolo è Edin Dzeko».

C’è rimpianto per il fatto che il Torino ti abbia lasciato andare oppure non ci pensi proprio?

«Assolutamente no. Io so quello che posso dare, conosco le mie qualità. Dico sempre che non bisogna mai guardarsi indietro ma continuare sulla propria strada e guardare costantemente in avanti».

 

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