ESCLUSIVA PSB – Crociata: “Cittadella oasi felice, vi spiego perché. Salvezza? Ogni partita come una finale. Sul Südtirol…”
L'intervista esclusiva a Giovanni Crociata del Cittadella
L’impatto di Giovanni Crociata al Cittadella è stato devastante: 6 reti dal suo arrivo a gennaio che hanno contribuito a risollevare i veneti da una situazione molto complessa che, ora, è sì in bilico ma con delle migliori prospettive. Il Citta lotta per la salvezza ed a gennaio il DG Marchetti ha operato con la solita padronanza della categoria che, tra gli altri, gli ha permesso di assicurarsi Crociata in prestito dall’Empoli dopo sei mesi senza fortuna al Sudtirol.
Per il palermitano due mesi da incorniciare che gli sono valsi il premio BKT del mese con la redazione di Pianeta Serie B facente parte della giuria messa in piedi dalla Lega B.
Crociata è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di diversi argomenti. Di seguito l’intervista completa.
Molti parlano di Cittadella come oasi felice: cosa hai notato di diverso in quest’ambiente che da altre parti magari non c’è?
“Sai quando si parla di ambiente familiare? Beh, questa è la definizione perfetta. Qui ci sono belle strutture, belle palestre e bei campi. Gruppo fantastico ed il Direttore Marchetti è una persona incredibile. Quando sono arrivato ho notato che questo ambiente è perfetto, si sta bene ed è impossibile trovare una cosa negativa. La mia prima impressione si è poi confermata nel tempo perché non ho avuto problemi in questi mesi”.
A Ferrara sei stato con Venturato, qui hai trovato Gorini: hai notato punti di contatto tra i due?
“Ci sono molte similitudini ma secondo me sono due persone diverse. Concetti di calcio simili ma come persona sono totalmente gli opposti”.
Il tuo exploit ha contribuito a dare una classifica diversa che però negli ultimi tempi è tornata nuovamente pericoloso: che finale ti aspetti?
“Se guardiamo la classifica è impegnativo, non è facile. Ogni partita va giocata alla morte. Quando sono arrivato eravamo penultimi ed abbiamo messo in campo questo atteggiamento. Quindi davvero ogni partita dovrà essere giocata come se fosse la finale della vita. A volte va bene ed altre male: la qualità delle formazioni di Serie B ti permette di vincere e perdere con chiunque”.
Provocazione, ma mica tanto: pensi alla clamorosa doppia cifra?
“Quello che ho pensato man mano che succedeva era quello di cancellare tutto. Ogni partita penso: ‘Perché non posso fare un gol?’. Ora entro in campo pensando di poter fare gol per aiutare la squadra a vincere. Ho questo obiettivo e vedremo dove arriverò”.
Al netto di ciò che non ha funzionato a Bolzano, il Sudtirol è la squadra sorpresa del campionato. Che ambiente hai trovato lì?
“Si parla molto del centro sportivo del Sudtirol perché è davvero fantastico, ti colpisce. Hanno creato un gruppo secondo me fantastico; il direttore è competente ed è una brava persona. Bisoli è stato bravo a creare benessere tra i ragazzi, era un piacere andare al campo per lavorare”.