ESCLUSIVA PSB – Rinaudo: “Non ci sentiamo appagati, abbiamo ancora fame. Play-off? Non sarà semplice”
Il mondo del calcio è fatto anche di responsabilità, provate a chiedere a Leandro Rinaudo. Dapprima componente delle difese di squadre quali Palermo, Cesena e Napoli e attualmente responsabile dell’area tecnica del Venezia. Proprio con la formazione veneta il palermitano ha dato il via alla sua carriera manageriale; arrivato come allievo di Giorgio Perinetti, il […]
Il mondo del calcio è fatto anche di responsabilità, provate a chiedere a Leandro Rinaudo. Dapprima componente delle difese di squadre quali Palermo, Cesena e Napoli e attualmente responsabile dell’area tecnica del Venezia. Proprio con la formazione veneta il palermitano ha dato il via alla sua carriera manageriale; arrivato come allievo di Giorgio Perinetti, il 35enne ha già chiare le idee sul suo futuro e non solo. Di questo e altro ci ha raccontato lui stesso ai nostri microfoni, passi quindi la parola al siciliano.
Prima di affermarsi con la maglia del Palermo passa alcuni anni in prestito. La gavetta quanto incide nella formazione di un calciatore?
“Credo sia fondamentale fare gli step giusti in maniera graduale, ti formano al livello calcistico tecnico-tattico, ma sopratutto a livello caratteriale. Inoltre saper vivere dei momenti negativi è di fondamentale importanza.”
Il Venezia sta facendo un percorso davvero importante, perché scommettere su di voi in vista dei playoff?
“Abbiamo ancora fame. Non siamo per niente appagati, ma non sarà per niente semplice.”
Riguardo il suo ruolo dirigenziale al Venezia, proposta di Perinetti o idea totalmente sua?
“Devo ringraziare il direttore Perinetti per la possibilità da lui offertami, ma il ruolo da direttore sportivo è quello che ho sempre desiderato fare e che sopratutto mi si addice.”
A fine stagione lascerà Venezia. Cosa le riserva il futuro?
“Sono molto fiducioso riguardo il mio futuro, sono certo che farò bene”
Al Napoli trova spazio a tempi alterni. Colpa solo degli infortuni? Riguardo la Juventus, di cui lei è anche ex, la differenza tra torinesi e partenopei è puramente di carattere tecnico-mentale?
“Il primo anno con Mazzarri stavo abbastanza bene ma poi non ho avvertito più la fiducia giusta per un calciatore, nonostante ciò sono stato benissimo a Napoli. Per quanto riguarda la Juventus, credo che loro siano abituati a vincere ma anche il Napoli sta crescendo in maniera esponenziale in questo: sono sulla strada giusta.”