ESCLUSIVA PSB – Ottaviani (ag. Dionisi): “L’Ascoli è stata una scelta voluta da Federico, spinto dalla passione per le sfide difficili. Frosinone? Non dimentica 7 anni d’amore, è una gara dal sapore speciale per lui”
ESCLUSIVA PSB OTTAVIANI DIONISI – Alla luce della splendida doppietta nell’anticipo del “Via del Mare” con cui Federico Dionisi ha steso il Lecce ed in vista della gara di martedì sera contro il Frosinone, ex di cui l’attuale attaccante dell’Ascoli è ancora innamorato, la nostra redazione ha sentito il suo storico agente, Roberto Ottaviani. Ecco […]
ESCLUSIVA PSB OTTAVIANI DIONISI – Alla luce della splendida doppietta nell’anticipo del “Via del Mare” con cui Federico Dionisi ha steso il Lecce ed in vista della gara di martedì sera contro il Frosinone, ex di cui l’attuale attaccante dell’Ascoli è ancora innamorato, la nostra redazione ha sentito il suo storico agente, Roberto Ottaviani. Ecco l’intervista completa.
Salve Roberto. 99 gol in Serie B, 11 in Serie A: nonostante i 33 anni, Federico ha la voglia di un ragazzino e la doppietta di venerdì sera sta lì a testimoniarlo. Qual è il suo segreto?
«Il fatto che è un calciatore che ha il gol nel suo DNA, è un attaccante che ha rispetto per la sua professione. Ad essa presta tutte le attenzioni come ogni professionista che si rispetti. Poi madre natura l’ha dotato di questa sua capacità di avere il gol nel sangue e ciò lo rende un attaccante di livello e di pregio».
Con gli acquisti del mercato e la cura Sottil, l’Ascoli sembra aver decisamente cambiato marcia. Davanti ai microfoni, nel post gara, Dionisi ha detto che la volontà di vestire questa maglia è stata dettata dal fatto che la compagine marchigiana sia un gruppo vero, vivo. Siete felici di questa scelta? C’erano altre squadre su Federico?
«Parto dalla seconda domanda: sì, c’erano anche altre squadre. Federico ha voluto assolutamente l’Ascoli perché nei colloqui avuti con i dirigenti bianconeri, in particolare con Polito che, tra l’altro, è stato anche un suo compagno di squadra a Salerno, ha colto tutti quegli elementi di grande voglia di uscire fuori da una situazione di classifica estremamente difficile. Siccome Federico vive di queste cose, sarebbe stato francamente antitetico il fatto che il ragazzo avesse scelto una squadra dove non c’erano obiettivi impellenti, fermo restando che il campionato di Serie B è imprevedibile. Ascoli, quindi, è stata una sua scelta decisa, spinto dalla passione per le sfide difficili».
Nel match di venerdì Dionisi è uscito zoppicando. Come sta? Niente di grave?
«C’è una sua predilezione a prendere un po’ di botte (ride, ndr). Nello specifico era una situazione di gioco che si va ripetendo nel tempo: già a Brescia con lo stesso giocatore c’era stata qualche frizione. Diciamo che fondamentalmente ci può anche stare. Aveva un po’ di fastidio, ma anestetizza il suo dolore da solo perché ha voglia di giocare, in questo, come dicevi prima, si vede la sua fame da ragazzino».
A livello tattico, Dionisi ha spesso giocato con un’altra punta al suo fianco: entrando nello specifico e analizzando la gara col Lecce sembra che la presenza di un trequartista, in questo caso molto talentuoso come Sabiri, esalti le sue caratteristiche. È d’accordo?
«Sicuramente è stata una scelta appropriata quella di Sottil, visto anche il risultato finale ed in generale il modo in cui l’Ascoli sta giocando. Federico è un giocatore che nella linea d’attacco si adatta, può interpretare vari ruoli davanti. Venerdì si son viste delle buone cose, una formula ben riuscita con il Lecce e che sta portando i suoi frutti»
Martedì c’è il Frosinone, squadra a cui Federico è tanto legato in virtù di 7 anni d’amore intenso. Che partita si aspetta? Quale emozione, a suo avviso, prevarrà nel giocatore?
«C’è un aspetto emotivo e credo che Federico l’abbia anche sottolineato. Non può dimenticare 7 anni vissuti a Frosinone, una piazza che l’ha amato e a cui anche lui ha dato abbastanza. È sicuramente una partita dal sapore particolare, speciale. Come ha detto lui in varie interviste, gli resta difficile in qualche maniera spiegare. In merito alla parte prettamente sportiva, son sicuro che, al fischio d’inizio della gara, Federico farà il professionista e cercherà di dar il meglio per la sua squadra con la quale ha un obiettivo importante da raggiungere. Se la domanda era finalizzata a dire che è una partita in cui si deve dimostrare qualcosa, io credo che il giocatore non abbia nulla da dimostrare a nessuno. Ripeto: ha un sapore speciale per lui, ma resta una semplice partita di calcio».
In ultimo, cosa pensa di tutto quello che sta accadendo nel mondo del calcio, in particolare delle enormi difficoltà economiche (sponsor, biglietti, ritardi nei pagamenti degli stipendi)? Il Covid ha dato una bella botta, può essere questo un presupposto per una riforma concreta del sistema?
«Questa è una bella domanda a dir la verità. Sicuramente il Covid ha generato nell’economia su scala mondiale delle grandi aree di crisi, rispetto alle quali ci siamo trovati tutti quanti impreparati. Nel senso che ogni paese ha delle crisi, ogni settore le subisce, ma questa è una situazione che non investe un solo paese, un solo settore, ma ha tutte le caratteristiche per essere una crisi mondiale che condizionerà sicuramente il futuro di tutti noi. Credo che qualcosa, nel calcio e non solo, cambierà e deve cambiare. È anche vero che l’essere umano ha la grande capacità di adattarsi alle situazioni e speriamo che si troveranno le giuste contromisure per combattere questo nemico invisibile che ha messo tutti con le ginocchia a terra».