ESCLUSIVA PSB – Mister Indiani: “Crotone? Ho dei ricordi bellissimi. Calò l’ho consigliato io alla Juve Stabia. Su Firenze…”
ESCLUSIVA PSB MISTER INDIANI – Mister Paolo Indiani, nativo di Certaldo, attualmente in sella al Follonica Gavorrano, in Serie D, ma con tante esperienze alle spalle tra cui un’unica avventura in B, col Perugia, nel 2008/2009, naufragata anzitempo, a seguito del fallimento degli umbri, è intervenuto, in esclusiva, ai nostri microfoni. Salve Mister, tra le […]
ESCLUSIVA PSB MISTER INDIANI – Mister Paolo Indiani, nativo di Certaldo, attualmente in sella al Follonica Gavorrano, in Serie D, ma con tante esperienze alle spalle tra cui un’unica avventura in B, col Perugia, nel 2008/2009, naufragata anzitempo, a seguito del fallimento degli umbri, è intervenuto, in esclusiva, ai nostri microfoni.
Salve Mister, tra le squadre che lei ha allenato e che attualmente militano in B, c’è il Crotone. Che ricordi serba della piazza pitagorica?
“Ho fatto un anno lì nel 2007/2008. Serbo dei ricordi bellissimi, a Crotone mi sono trovato molto bene. Peccato che non riuscimmo a vincere la finale play-off, per andare in B, ma fu un’annata bellissima. Ho un grandissimo ricordo sia della piazza che della proprietà”.
Se le è capitato di seguire qualche partita del Crotone attuale, cosa ne pensa della compagine di Stroppa? E’ una candidata seria alla promozione in A?
“Seguo il Crotone, perché è stato un posto in cui sono stato. In merito alla promozione, penso proprio di sì. Penso che abbia tutte le carte in regola per prendere uno dei due posti. Però è chiaro, c’è concorrenza. Ci sono compagini forti, un po’ indietro come Empoli e Frosinone, ma il Crotone è una buonissima squadra”.
Mister, lei ha avuto anche delle brevi parentesi al Pisa e al Perugia. Cosa le hanno lasciato quelle esperienze?
“Sono state parentesi molto brevi purtroppo. Il ricordo sicuramente non è come quello di Crotone”.
Il campionato cadetto sta puntando con decisione su allenatori emergenti. Può essere la B per tecnici come Dionisi, Zanetti, lo stesso Oddo (ora al Perugia, prima al Crotone), per fare dei nomi, un trampolino di lancio verso più alti traguardi?
“Zanetti e Dionisi sono all’esordio mentre Oddo ha accumulato più esperienza. E’ passato da Crotone l’anno scorso. Quindi la situazione è un po’ diversa per lui, che ha bisogno di ripartire. In merito a Dionisi e Zanetti posso dire che anche a me sarebbe piaciuto salire in modo così veloce dalla C alla B (ride ndr). Mi sembra che il primo addirittura è stato un anno solo (la stagione scorsa) in C; il secondo ha fatto due, tre anni e poi ha avuto subito l’opportunità della B. Bene per loro”.
Mister, forse lei è uno dei tecnici che annovera più giocatori allenati che attualmente giocano nel campionato cadetto. Molti di questi li ha avuti nella sua esperienza al Pontedera. Le faccio 5 nomi: Coda, Schenetti, Firenze, Bartolomei e Calò. Che giudizio dà sul loro valore tecnico e umano? La sorprende la personalità con cui alcuni di essi, si stanno imponendo, ad esempio Calò, nella Juve Stabia?
“Calò è quello più recente. Me lo portarono al Pontedera, dalla Primavera della Sampdoria. Lo mandai subito in campo, il primo anno tra i professionisti e fece subito il titolare nel tridente d’attacco. Alla fine dell’anno la Samp lo liberò ed io lo volevo portare, in tutti i modi, a Pistoia ma la proprietà non me lo consentì perché era senza contratto. Quindi lo consigliai alla Juve Stabia e penso sia stata una fortuna per il club stabiese e per il ragazzo. Non mi sorprende assolutamente perché aveva qualità, mi sorprende piuttosto il fatto che la Sampdoria l’avesse lasciato andar via. Però nel calcio ci sono tante situazioni. Coda l’ho avuto a Crotone, da gennaio in poi. Era giovanissimo. Forse lo potevo utilizzare di più ma forse allora non era ancora pronto. Schenetti l’ho avuto un mese solo, a Lucca. Io arrivai a novembre e lui a gennaio andò via. Si vedeva che aveva qualità, ma doveva maturare. Stesso discorso per Firenze, che addirittura portai a Pistoia e a Pontedera, però all’epoca non aveva la testa per poter fare il giocatore, ad esempio arrivava spesso tardi agli allenamenti. Ma le qualità c’erano, lui lo sa, gliel’ho detto e lo riconosce. Mentre Bartolomei, insieme anche a Settembrini e altri, sono ragazzi usciti dai dilettanti. Hanno fatto tanta gavetta, poi arrivarono a Pontedera, e da lì la loro carriera è decollata. Sono straordinari, soprattutto come persone, ed è giusto, anche se tardi, che abbiano avuto il loro riconoscimento”.
Per chiudere Mister, secondo lei è tanto grande la differenza esistente tra la B e le categorie inferiori come C e D?
“Con la D sicuramente. C’è un abisso. Con la C no. Per fare un esempio, se Monza e Bari salissero in B, con le società che hanno quest’anno, ci starebbero senza nessun tipo di problema. Però, in media, non penso ci sia una grossa differenza, e poi il fatto che ultimamente tante società che hanno vinto la C, fanno il doppio salto e subito vanno in A, è indicativo a riguardo”.