ESCLUSIVA PSB – Blaya (Relevo): “Gli infortuni di Pedrola? Ecco cosa potrebbe essere successo”
L'analisi sul talentuoso attaccante spagnolo
Tre gol in nove partite, un fatturato con un dolce contorno di giocate, energia, turbinanti sgroppate e tanta presenza offensiva. Estanis Pedrola è atterrato in Italia tra la curiosità generale, sensazione trasformatasi in consapevolezza di talento dopo i primi e immediati bagliori dell’ala spagnola ex Barcellona, subito decisivo con la Sampdoria. Un traffico di emozioni spiacevolmente appiattite dai tempestosi problemi fisici sofferti dal classe 2003, che ha comunque fatto in tempo a diventare un calciatore di proprietà della Doria, complice il riscatto automatico esercitato alla sua decima presenza (l’ultima, tra l’altro) del 22 ottobre. Da quei ventisette minuti giocati contro il Cosenza solo tanti, scricchiolanti, aggiornamenti, che sommati hanno contribuito ad aumentare l’incertezza attorno al ragazzo. Per approfondire il tema, e provare a comprendere quanto il suo passato possa aver avuto effetti sulla sua condizione attuale, abbiamo raggiunto in esclusiva Albert Blaya, giornalista e analista tattico per Relevo, uno dei principali giornali online iberici, che ha seguito Estanis durante il suo percorso nella Masia.
Abbiamo conosciuto il talento di Pedrola in Italia: tanta tecnica, personalità, coraggio, sacrificio, incisività e fiuto del gol. Sono state queste le sensazioni che hai provato durante la sua militanza nella cantera del Barcellona?
“Estanis non veniva da una cantera importante, bensì da una compagine meno blasonata come il Reus, dove con ottime prestazioni ha meritato l’opportunità Barcellona. Il suo percorso con la Masia è stato ottimo, nella formazione Juvenil A brillava per le sue possibilità fisiche e atletiche, che gli attribuivano una potenza tale da essere straripante, il tutto ulteriormente amplificato dal suo senso del gol. Successivamente è passato al Barça B, dove si è confermato come una delle più grandi minacce per le difese avversarie, per questa sua capacità di essere così incisivo e impattante partendo dalle corsie laterali”.
Qual è stata la caratteristica tecnico-tattica che, secondo te, ha reso Estanis più apprezzabile nel Barça B di Rafa Marquez?
“Credo che quel Barça B fosse un po’ lacunoso in termini di talento nel reparto offensivo, e di conseguenza con pochi gol nelle corde, perché mancavano elementi in grado di fare la differenza. Ecco, in questa situazione credo che l’inserimento di Estanis sia stato proprio corrispondente alle necessità della squadra. Parliamo di un giocatore che può essere sia lanciato nello spazio che servito palla sui piedi per generare pericoli in situazioni di uno contro uno, il tutto condito dal fiuto del gol. Un cocktail che, dunque, l’ha reso molto importante per la squadra di Marquez, che infatti ha risolto molte situazioni grazie alla qualità di Pedrola”.
L’impatto di Pedrola con la Sampdoria è stato incredibile, e non parlo solo di gol, ma di prestazioni con le quali il ragazzo sembrava davvero di un’altra categoria. Che opinione avevi di lui nel contesto del Barça B? Era uno degli elementi che risaltavano maggiormente o non immaginavi un impatto del genere sulla sua nuova squadra?
“A mio avviso Estanis era pronto per il salto nel calcio professionistico. Aveva margini di miglioramento davvero ampi, ovviamente la necessità era quella di fare la scelta giusta per un passaggio del genere, ma ad ogni modo mi aspettavo questa versione di Pedrola. La Sampdoria era proprio ciò che faceva al suo caso: parliamo di una seconda divisione, ma il progetto è ambizioso, con la possibilità per il ragazzo di brillare. Ribadisco: Estanis è un calciatore che, con la giusta tenuta mentale e alcune aggiunte al suo gioco, può davvero risaltare in virtù delle sue possibilità sia atletiche che tecniche. È un profilo che in futuro potrà dire la sua”.
Con Estanis, purtroppo, l’analisi calcistica resta ferma al 22 ottobre, dato che da allora non ha più giocato a causa di tanti problemi fisici (anche se ora sembra che stia finalmente recuperando). Dal punto di vista fisico e atletico era un calciatore fragile anche al Barcellona? Era necessario aspettarsi una situazione del genere con gli infortuni?
“Riprendo il primo punto sollevato, ovvero il Reus. Non aver avuto un precedente percorso con una cantera importante potrebbe aver fatto sorgere determinati limiti nella preparazione fisica con la quale Estanis è poi arrivato al Barcellona, fattispecie che è poi emersa dopo il salto al calcio professionistico, quando al corpo è richiesto un cambio di marcia. Potrebbe essere succedere questo al ragazzo, ovvero aver sofferto i suoi inizi in una cantera non così rinomata, dunque non era preparato a reggere determinati carichi, perché con giocatori così giovani ed esplosivi bisogna stare davvero attenti”.
Pedrola ora è di proprietà della Sampdoria, che alla decima presenza stagionale ha esercitato l’opzione di riscatto, come concordato tra i due club. Il Barcellona, come noto, ha mantenuto un’opzione fino al 2025, oltre al 50% su un eventuale futuro trasferimento. Considerando tutti i fattori, sia positivi che limitanti (il talento del ragazzo, il periodo storico del Barcellona, gli infortuni e quant’altro), pensi che il suo profilo possa stazionare ai livelli del Barça nel prossimo futuro?
“Ad oggi al Barcellona manca un calciatore con le caratteristiche di Estanis, ma ad ogni modo non riesco a vederlo come un’ala della prima squadra. Detto ciò, ritengo abbia il potenziale per giocare in Primera División. Dirò di più: con la giusta evoluzione e senza infortuni in cui incespicare, potrà arrivare a essere protagonista in una squadra che lotta per l’Europa. Bisognerà capire come finirà la stagione e se riuscirà o meno a recuperare la migliore condizione, prima di tuffarsi nella prossima annata, dove dovrà mantenere il suo livello di calcio e cercare/sperare di non essere fermato dai problemi fisici, perché secondo me questo aiuterà a comprendere che giocatore sarà in futuro”.