ESCLUSIVA PSB – Dall’Olanda a Salò, per amore della Feralpi: parla Michiel, il creatore del fan club diventato virale
Il racconto
Un robusto filo diretto da due luoghi che, a primo impatto, non avrebbero tanto da condividere. Il calcio, come fortunatamente noto, crea ponti con dei progetti inaccessibili a qualsiasi professionista unicamente concentrato su questioni strutturali e non anche su ragionamenti che toccano le corde emotive, quelle che hanno portato Michiel van der Sloot, olandese di professione insegnante, a innamorarsi della Feralpisalò, come certificato dagli scatti diventati virali dopo la sfida tra i Leoni del Garda e il Palermo dello scorso 10 febbraio. Ideatore del primo fan club olandese dedicato alla Feralpi, Michiel è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, concedendoci di mettere nero su bianco una storia che parte diversi anni fa e che con tanta premura ha coltivato e alimentato.
Impossibile non iniziare con la più semplice delle domande: puoi descriverci come e quando è nato questo amore? Perché la Feralpisalò?
“Da ragazzino andavo spesso in Italia con i miei genitori e le mie sorelle, in particolar modo nei pressi del Lago di Como e del Lago d’Idro, ma non mancavano passeggiate attorno al Lago di Garda o in quel di Salò, città dove mi affascinava molto il piccolo stadio presente, con le sue luci che amavo tanto, era bellissimo. Passata questa fase, il mio rapporto con l’Italia è proseguito quando mia sorella, parliamo di 20-22 anni fa, si è trasferita nel vostro Paese, a circa 25 minuti da Salò, e quando andavo a farle una visita non mancava mai una tappa allo stadio Turina. Durante una partita, era un Feralpisalò-Reggiana, ho avuto tra l’altro l’onore di incontrare Paolo Maldini (annata 2016/2017, ndr), in quanto il figlio Christian giocava per la Regia. Dal 2016 ho cominciato a seguire assiduamente il club, recandomi alle presentazioni della squadra, così da conoscere i calciatori. Poco a poco ho collezionato le magliette dei Leoni del Garda, di cui sono diventato sempre più tifoso. Ora postano spesso contenuti sui social, ma fino a pochi anni fa non era così, dunque diversificavo le fonti dalle quali attingere: social, sito, giornali”.
Qual è la cosa che più ti attira della Feralpisalò?
“Il rispetto che mostrano per tutto ciò che ci circonda e come riescono a tramutare ciò in trovate originali. Ricordo, a titolo di esempio, la maglietta con i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per la sfida contro il Palermo valevole per il ritorno della semifinale playoff nel 2022. Fu un tributo notevole. Apprezzo davvero l’attenzione che la Feralpi dedica al significato che il calcio può avere per il tessuto sociale, non è un club che mette al primo posto l’ottimizzazione economica, come tra l’altro palesato dalla campagna in atto da mesi per promuovere la donazione di sangue. Andando poi su questioni maggiormente “di campo”, amo le magliette che ideano e producono, sono davvero bellissime e molto cool”.
La tua foto dopo la Feralpisalò-Palermo, con altri quattro tifosi, è diventata famosa. Ti chiedo di presentarceli e, ovviamente, raccontarci come hai trovato persone con lo stesso amore per la Feralpisalò.
“Da qualche anno ho dei contatti nel club, dove uno dei miei migliori amici è Matteo Oxilia, capo del reparto comunicazione: mi aiuta quando ne ho bisogno, tanto con i biglietti quanto con le magliette, o comunque quando ho determinate necessità. Ho parlato con i miei amici della Serie B e dei suoi incredibili stadi. Uno di questi è sicuramente il Renzo Barbera di Palermo, ma essendo insegnante non ebbi modo, per ragioni dunque lavorative, di andare lì a vedere la partita contro la Feralpi. Discorso diverso nel match di ritorno, dove con gli giusti incastri sono riuscito a portare qualche amico con me. Permettetemi di citarli: Jos Wenders, Kevin Kraak, Ilian Kraak e daan Lagerweij. Abbiamo preso un appartamento a Milano, il sabato mattina abbiamo visitato San Siro per poi recarci a Piacenza. Mi auguro che la Feralpi torni presto nel suo stadio, il Turina, che ora non rispetta i requisiti per la categoria, dunque spero che nella prossima annata ci si adoperi per tale mancanza, che sia in B o in C. Ad ogni modo, la società ha attrezzato il Garilli per dare la sensazione che sia la casa della Feralpi, per quanto la situazione – ribadisco – sia nota. Alla dirigenza chiedo, dunque, questo: di risolvere la questione stadio. Tornando alla sfida contro il Palermo, siamo entrati allo stadio dopo aver comprato magliette e cappellini nello store, e devo anche in questo caso menzionare Matteo, che avevo sentito in precedenza per i biglietti. C’era una stupenda rappresentanza di tifosi del Palermo, mentre quelli della Feralpi non erano tanti, situazione che comprendo perché non deve essere facile guidare un’ora e mezza a ogni partita casalinga. Nell’intervallo Matteo si è avvicinato per dirci che il presidente Pasini avrebbe voluto conoscerci, una cosa davvero incredibile: è rimasto incredulo del tatuaggio dedicato alla Feralpi che ho sul braccio. È stato davvero simpatico e disponibile, ci ha detto di essere onorato della nostra presenza, abbiamo fatto una foto insieme per poi sorseggiare un drink insieme. L’unica nota stonata di quella giornata è stato il risultato, data la vittoria del Palermo per 2-1”.
Quante volte hai assistito a un match della Feralpisalò dal stadio?
“Sono stato allo stadio tante volte, perché come dicevo sin da quando passavo le mie vacanze allo stadio mi concedevo tappe al Turina. La prima partita che ho visto è stata contro la Reggiana, e tra l’altro c’ero anche quando si è festeggiata la promozione. Di Feralpisalò-Palermo abbiamo già parlato, ma presenzieremo il primo maggio per Feralpisalò-Brescia. Cercheremo inoltre di esserci ancora in un’altra occasione prima della fine della stagione, sperando di assistere alla conquista della salvezza”.
Per concludere: abbiamo parlato di te e della Feralpisalò, ma ci puoi dire quanto viene presa in considerazione la Serie B in Olanda? Cosa pensa il tuo Paese della nostra cadetteria?
“In Olanda abbiamo un problema con la B italiana: così come da voi, bisogna sottoscrivere un abbonamento per vedere il calcio, possibilità offerta da determinate emittenti come ESPN, che purtroppo non trasmettono la cadetteria, motivo per il quale devo sfruttare altri canali, come gli highlights pubblicati su internet, perché altre opzioni sono molto costose. A causa di ciò, dunque, la comunità di appassionati alla Serie B italiana è scarna, perché appunto non c’è modo di vedere le partite. Ciò è un peccato, perché non perdo mai occasione per sottolineare il fascino di questo campionato, dei suoi stadi, delle storie che diffonde grazie alle sue squadre che competono. A tal proposito chiedo una mano a chiunque sia in grado di darmela”.