ESCLUSIVA PSB – Feralpisalò, Felici: “Avremmo meritato qualche punto in più. La società è moderna”
Il talento è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni
Il talento, nel percorso verso la consacrazione, può trovare ostacoli che in maniera subdola tentano di ostacolarne l’ascesa. È in quei momenti che bisogna aprire il contenitore del sacrificio, così da immergere il proprio spirito e sviluppare una nobile forma di resilienza per risalire verso lidi più soleggiati. Un esempio da seguire, a tal proposito, è indiscutibilmente Mattia Felici, estroso esterno d’attacco in forza alla Feralpisalò, tornato in Serie B – dopo averla assaggiata con il Lecce – per sognare, incidere e convincere. Il duttile classe 2001 è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, così da raccontarci il suo viaggio nell’intricato mondo del calcio.
Mattia, il tuo è un percorso di tappe vissute in maniera molto intensa. Hai esplorato il calcio dilettantistico prima di incidere in quello professionistico. Quanto ti ha aiutato in termini di maturazione umana e calcistica vivere tutte queste esperienze?
“Ho vissuto una gavetta che mi ha aiutato tanto e che mi ha portato in Serie D, ma a onor del vero in quel di Palermo sembrava di essere in Serie B più che tra i dilettanti. Sono andato in Sicilia su indicazione di mister Liverani, che guidava la prima squadra del Lecce. Successivamente ho avuto due infortuni e sono stato un anno e mezzo fermo, per poi beneficiare della tappa alla Triestina e dell’approdo alla Feralpisalò”.
Palermo è stata una parentesi per te decisamente significativa, dato che ti ha permesso di trovare continuità, in una piazza che necessitava di ritrovare passione e speranza, il tutto contornato da un contesto certamente particolare, dato che era una stagione di rinascita. Cos’è stato, per te, giocare in Serie D?
“Ha significato tanto, soprattutto in casa lo scenario era incredibile, avevamo almeno 13000 persone a seguirci, mentre in trasferta era più complicato per le strutture che incontravamo, con campi sintetici oppure purtroppo contraddistinti da un manto erboso non curato. Ad ogni modo, è stata una stagione importante, quella della rinascita per il club e c’era un’atmosfera stupenda”.
Oggi sei indiscutibilmente un perno tecnico-tattico della Feralpi: avverti questo senso di responsabilità e, riprendendo quanto finora detto, ritieni che la tua carriera ti abbia in un certo senso preparato a questo ruolo?
“Sto lavorando tanto per dimostrare di meritare la permanenza in questa categoria, dopo aver giocato in D e in C. Punto costantemente a migliorare, così da farmi trovare pronto quando chiamato in causa”.
Entrando nel lato tattico della nostra chiacchierata: ai tuoi esordi eri un elemento che distribuiva giocate di qualità spesso in zone centrali, come seconda punta o trequartista, mentre ora sei decisamente abile anche a partire largo per poi entrare dentro il campo. Che giocatore ora senti di essere?
“Come dicevo poc’anzi, credo che la mia crescita tecnico-tattica necessiti di ulteriori step, come ad esempio per quanto concerne il lavoro difensivo. Sotto questo punto di vista, arrivare a giocare anche come quinto a destra mi sta certamente aiutando ad aggiungere cose al mio bagaglio”.
Che ambiente hai trovato alla Feralpisalò, una società certamente giovane e moderna?
“Molto bello, la società è per l’appunto considerabile nuova, il direttore è giovane e sa parlare con noi calciatori, ha un ottimo approccio comunicativo. Magari non abbiamo tanti tifosi, dunque questo non genera pressioni ed è ideale per un giovane. Posso dire di trovarmi molto bene”.
A proposito di giovani, com’è il rapporto con mister Vecchi, che per diversi anni ha allenato la Primavera dell’Inter?
È un sergente (ride, ndr). Il mister è davvero preparato, ci fa giocare bene a calcio. Con lui si lavora molto duramente, secondo me avremmo meritato qualcosa in più rispetto a quanto finora raccolto”.
L’inizio di stagione è stato inevitabilmente arduo, ma venite comunque da una ripresa fatta di 4 punti in 3 partite e alcuni spezzoni con un calcio davvero gradevole, come capitato nel primo tempo del derby. Come vivete il momento?
“Abbiamo capito cosa significhi giocare in Serie B, difatti ultimamente abbiamo fornito prestazioni di livello, come per l’appunto il primo tempo nel derby, dove abbiamo messo sotto il Brescia, che probabilmente non avrebbe recuperato la partita se fossimo riusciti ad andare sul 2-3 a 0. Secondo me avremmo meritato almeno 2-3 punti in più”.