ESCLUSIVA PSB – Giustiniani: “Benevento squadra da battere. Cremonese, Baroni profilo giusto. Su Perugia, Livorno e Juve Stabia…”
GABRIELE GIUSTINIANI DAZN – Duttilità. Parola chiave del calcio moderno utilizzata per descrivere quello che, indubbiamente, è un merito per gli atleti. Prendiamo in prestito questa caratteristica dal dizionario tattico del rettangolo verde per attribuirla a Gabriele Giustiniani. La capacità di saper commentare senza alcun saliscendi diversi campionati è encomiabile e fa parte del bagaglio […]
GABRIELE GIUSTINIANI DAZN – Duttilità. Parola chiave del calcio moderno utilizzata per descrivere quello che, indubbiamente, è un merito per gli atleti. Prendiamo in prestito questa caratteristica dal dizionario tattico del rettangolo verde per attribuirla a Gabriele Giustiniani. La capacità di saper commentare senza alcun saliscendi diversi campionati è encomiabile e fa parte del bagaglio professionale del giornalista di DAZN che, raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, ha toccato diversi temi riguardanti la cadetteria.
Gabriele, ieri hai commentato il match tra Benevento ed Empoli. Partiamo dai padroni di casa: parlare di fuga dopo appena undici giornate, per giunta in un campionato tortuoso come la Serie B, è improprio, ma possiamo dire di aver trovato la squadra da battere?
“Secondo me sì. Sulla base di quanto fatto vedere possiamo parlare di mini-fuga. Queste undici giornate hanno mostrato che il Benevento meriti di stare lassù. Era importante dare un segnale dopo la sconfitta di Pescara, la risposta è stata di quelle forti. La squadra ha recepito il messaggio e ha dato vita ad una prova di forza contro un avversario che, seppur attualmente nelle parti basse della classifica, resta davvero scomodo, ovvero la Cremonese, che mi aspetto riesca a dire la sua in zona playoff nel corso del campionato. Ieri è arrivata una prestazione importante. Quindi sì, in questo momento la squadra da battere in questo momento è il Benevento. Un esame a mio avviso importante per i giallorossi sarà il match contro il Crotone, di scena il prossimo 23 novembre. Il messaggio che manda la compagine allenata da Inzaghi a seguito di una vittoria contro un Empoli in difficoltà è che, al momento, i più forti sono loro”.
Le squadre di Inzaghi hanno basato i propri successi su una pregevole compattezza e organizzazione difensiva, ma il tecnico sta lavorando in modo da poter permettere ai tanti calciatori di talento presenti in squadre di mostrare le proprie qualità. Risultato che era difficile ipotizzare lampante in tempi così ridotti, dato che il Benevento non l’abbiamo scoperto di certo ieri.
“Il Benevento ha cambiato mentalità, come detto ieri nel post-partita da Maggio nell’intervista di Silver Mele per DAZN. Osservando le statistiche è emerso un dato interessante: rispetto alla gestione di Bucchi dello scorso anno, i Sanniti sono cresciuti negli scontri diretti, che nella passata stagione hanno portato via tanti punti. Fino ad ora, escludendo Pescara se lo si vuole considerare tale, i campani non hanno sbagliato un colpo sotto questo punto di vista. Questa è una squadra che nei grandi appuntamenti non stecca, sintomo della mentalità che Inzaghi ha impresso. Parlando di lavoro puro, sono d’accordo che venga fatta notare l’organizzazione difensiva del Benevento, difatti ieri sera, notando che il terzo gol non arrivava, Inzaghi ha avuto l’umiltà di mettersi a cinque dietro, con tre difensori centrali. È stato un segnale d’intelligenza, perché il tecnico, pur consapevole di essere al primo posto e di avere la rosa più forte del campionato, non ha rischiato e ha optato per la maggiore copertura. Altro accento va posto su Coda. In questa stagione deve ancora trovare il ritmo giusto, seppur va evidenziato come anche nella scorsa annata abbia impiegato un po’ per carburare. Nonostante ciò, Inzaghi non l’ha mai tolto. Ovviamente parliamo di un calciatore esperto, che conosce la categoria e che potrebbe rinnovare il contratto prossimamente, ma sentire la fiducia dell’allenatore conta. Inzaghi quindi ha lavorato su tante cose. Cito anche Kragl, che all’inizio non giocava ma fu lo stesso tecnico a dire che il suo momento sarebbe arrivato e così è stato. Ricordo che a luglio Inzaghi si presentò dicendo che avrebbe optato per il 4-4-2. Gli scettici non mancavano, ma è stato bravo a credere in questo modulo sin dall’inizio. Ha portato avanti le sue idee e sta avendo ragione”.
Nonostante la sconfitta, la prestazione dell’Empoli non è stata disastrosa. La sensazione, però, è che sia mancata un pizzico di cattiveria e soprattutto distanze tra i reparti, che hanno permesso al Benevento di trovare spesso la superiorità numerica. Sei d’accordo?
“Ritengo che Bucchi non sia stato fortunato, perché la partita da lui preparata prevedeva Mancuso-La Gumina, ma Antonino si è fermato nella rifinitura a causa di un nuovo fastidio alla caviglia. Affiancando Laribi a Dezi, il tecnico dei toscani, ha dimostrato di avere coraggio, ma i palloni a Mancuso non arrivano e Leonardo attualmente non riesce a giocare come fatto nello scorso anno a Pescara. L’ho sottolineato anche in telecronaca: è stato costretto spesso a defilarsi, ma la sua assenza rendeva vuota l’area di rigore. Per quanto concerne il pressing, concordo con la disamina. Anche qui influisce l’assenza di La Gumina, perché
cambiando la prima linea di aggressione puoi perdere qualcosa, considerando, inoltre, che Dezi e Laribi non hanno certe caratteristiche nelle proprie corde. Il Benevento l’ha sbloccata relativamente presto, questo ha contribuito a complicare ulteriormente le cose. Certo, da una squadra come quella toscana mi aspettavo un po’ più di organizzazione tattica. Bucchi sta continuando a lavorare su certi concetti, ma ieri la sensazione era che la squadra fosse spaesata arrivata ai venti/venticinque metri. L’assenza di La Gumina, come ti dicevo, è stata a mio avviso importantissima”.
Dopo annate difficili, Massimo Oddo sta vincendo e spesso convincendo con il suo Perugia. La squadra segue il tecnico e, dopo quanto accaduto in casa contro l’Ascoli, dove proprio Oddo recriminò la scarsa propensione dei suoi a sporcarsi, nel match vinto sul campo del Crotone ciò è invece accaduto. Che prospettiva dai agli umbri?
“Onestamente non mi aspettavo il Perugia al secondo posto. Ritengo che Oddo si sia reso conto di aver sbagliato qualcosa in termini di approccio nelle sue esperienze passate. In Serie B ha fatto bene, diversamente da quanto accaduto nella massima serie. C’è stato qualche passaggio a vuoto, quindi anche lui ha imparato tanto a livello personale. Ci tengo a sottolineare che lo staff ha contribuito alla sua crescita. Sono presenti profili importanti come Stefano Fiore, che conosce benissimo il tecnico e che ha ricevuto un incarico importante, perché osserva ogni partita in tribuna, dall’alto, comunicando con Massimo e osservando come si comporta la squadra. È un ruolo, il suo, moderno e interessante. C’è un staff dietro Oddo, quindi, secondo me più valido rispetto agli scorsi anni. La rosa è inoltre composta da calciatori come Iemmello, soprannominato Re Pietro da noi di DAZN, per me un giocatore pazzesco. Senza dimenticare Buonaiuto, che sta facendo molto bene. Hanno preso un elemento di esperienza come Rosi, arrivato a parametro zero. Parliamo, dunque, di una squadra interessante. Bisogna vedere se riuscirà a reggere certi ritmi da secondo posto, ma ritengo che possa essere inclusa tra le compagini che lotteranno per i playoff”.
Dal Perugia al Pescara la classifica mostra nove squadre in appena tre punti. Da chi ti aspetti l’accelerata per rendere ogni discorso più delineato?
“Dal Chievo Verona, perché è una squadra che ha tenuto elementi reduci dall’esperienza in Serie A dell’anno passato e ha inserito giovani interessanti come Vignato oppure Segre. I clivensi hanno risalito la classifica in maniera abbastanza rapida, sono in serie positiva e mi aspetto che continuino su questa falsariga. Domenica la squadra di Michele Marolini è attesa da un test molto interessante contro il Frosinone, che commenterò assieme a Stefan Schwoch . I Ciociari sono reduci da un mezzo passo falso sul campo del Cittadella, dove era necessario vincere. Sarà una partita che regalerà qualche spunto. Non posso chiedere un’ulteriore accelerata al Pordenone, che sta facendo un qualcosa, a mio avviso, di irreale. La Salernitana me l’aspettavo su per giù nell’attuale posizione, senza dimenticare il Crotone. Dopo il match tra i Pitagorici e il Benevento potremmo avere un quadro più delineato. Onestamente mi auguro che le cose possano andare così fino a dicembre, perché è divertentissimo”.
Importante premessa: Empoli, Frosinone e Benevento sono tre avversari devastanti per un nuovo allenatore. Detto ciò, Marco Baroni deve ancora trovare il primo successo con la vera delusione di quest’inizio di stagione, ovvero la Cremonese. Dove credi che i grigiorossi debbano intervenire per cambiare le cose?
“La squadra è valida. Credo abbia inciso l’evoluzione dello status quo durante la gestione Rastelli, che evidentemente non era più seguito ed è quindi stato allontanato. È arrivato Baroni, un allenatore con esperienza, a mio avviso il profilo giusto. L’organico è composto, come dicevo in apertura di risposta, da calciatori che possono dare il proprio apporto. La compagine grigiorossa può essere definita la grande
delusione di inizio stagione, bisogna però dire che la classifica è davvero corta, in poche partite i discorsi possono radicalmente cambiare. L’avvicendamento in panchina ritengo sia stato necessario, a mio avviso non sarebbero arrivati risultati così diversi con Rastelli”.
Livorno e Juve Stabia hanno confermato, a detta di chi scrive giustamente, le guide tecniche della passata stagione. Entrambe alternano però discrete prestazioni a blackout che costano punti preziosi nella corsa salvezza. Come analizzi i rispettivi momenti?
“Sia Livorno che Juve Stabia non vivono momenti sfavillanti e, aggiungo, non credo abbiano offerto un gioco brillante. Diversi giocatori sono gli stessi presenti in Serie C, quindi ci può stare avere certe difficoltà nel campionato cadetto. In particolar modo per quanto concerne la Juve Stabia, oltre Forte non vedo calciatori in grado di poter fare la differenza. Breda ha invece Raicevic come terminale offensivo ma, numeri alla mano, non parliamo di un attaccante così prolifico. È un giocatore di categoria, ma bisogna fare un certo tipo di lavoro per fare in modo che possa timbrare il cartellino. Mi aspettavo tantissimo da Viviani, calciatore che seguo dai tempi del settore giovanile della Roma. Le indicazioni preoccupanti arrivano dalle difese, che prendono davvero tanti gol. Ti dirò, mi sorprende di più vedere il Trapani in ultima posizione che la Juve Stabia in terzultima. I siciliani, nonostante le evidenti difficoltà, propongono idee di gioco, mentre i campani e il Livorno hanno fatto fatica. Sul Trapani avranno in parte influito anche le dinamiche societarie ma, parlando di questioni di campo, apprezzo il coraggio di Baldini, perché è un allenatore che non fa barricate. Bisogna però accettare i limiti e le lacune difensive della rosa. Pettinari è un calciatore di livello nettamente superiore, ma deve essere messo nelle condizioni di poter fare bene. Nzola non ha giocato contro il Frosinone per un problema di natura disciplinare, a quanto pare. Ciò ovviamente non è positivo. Taugourdeau è la luce in mezzo al campo, può fare la differenza in quel contesto ma deve essere aiutato dalle due mezzali. Una menzione anche per Del Prete, un buon terzino che secondo me può fare una Serie B per obiettivi leggermente diversi”.
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