ESCLUSIVA PSB – Carrarese, Guarino: “Palermo punto di partenza. Periodo non facile, ma ora sono felice. Calabro maniacale”
Il difensore in esclusiva ai nostri microfoni
Il sogno, probabilmente, è un viaggio che aspira a diventare obiettivo. Un percorso che nella mente del suo detentore giunge a destinazione ogni volta che l’immaginazione crea i più idilliaci scenari. Nella realtà non è esattamente così, e alla parte fiabesca bisogna affiancare quella tangibile, fatta di lavoro, studio, cura dei dettagli, resilienza. Un elemento, quest’ultimo, che a Gabriele Guarino non è mai mancato, perché per lasciare la propria regione, la Puglia, ad appena quattordici anni, è necessario mescolare la speranza alla fermezza d’animo, commistione rara e complicata a quell’età. Gabriele ce l’ha fatta, si è formato umanamente – oltre che calcisticamente – in quel di Empoli e ha costantamente corroborato il proprio viaggio e il sogno per il quale lavorava. In ciascun itinerario, purtroppo o per fortuna, la linearità viene meno, e tutte le sensazioni positive raccolte dal giovanissimo difensore classe 2004 sono state contrastate da un’improvvisa e indesiderata convivenza con qualche fastidioso problema fisico che ne ha scombussolato le giornate. È stato in questa fase che la resilienza prima menzionata si è resa necessaria. Pochi giorni fa Gabriele è sceso in campo dal primo minuto contro il Palermo, e ciò che ha preso forma è stata una prestazione da migliore in campo, cruciale nella vittoria per 1-0 ottenuta dalla sua Carrarese, club dove ora milita in prestito, con l’Empoli proprietario del cartellino a monitorarne il cammino. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i temi toccati.
Gabriele, inevitabile cominciare dall’eccellente prestazione contro il Palermo: personalità, attenzione, coraggio nei duelli e grande senso della posizione sia nei movimenti di reparto che nelle scelte individuali.
“Grazie per i complimenti, li apprezzo davvero tanto. Sarò sincero, non avvertivo nel pre-partita una forma d’ansia collegabile al fatto di dover scendere in campo pochi minuti dopo. Sapevo di essere pronto, aspettavo questo momento da tempo. Non immaginavo che sarebbe andata così bene, questo mi ha un po’ scioccato, ma ero consapevole delle cose da fare, non avevo paura di ciò che mi apprestavo ad affrontare. Avvertivo voglia ed entusiasmo in virtù del periodo passato fuori, anche questo ha fatto la sua parte”.
Sei stato il perno centrale della retroguardia, e osservando la partita si percepiva la tua abilità nel saper guidare il reparto sia nell’uscita-palla che nei movimenti da condividere con Illanes e Imperiale. Cosa ti chiede, in tal senso, mister Calabro?
“Il mister, al perno centrale della retroguardia, chiede di comportarsi come una sorta di allenatore in campo, perché è il calciatore che vede tutto e che, insieme al portiere, può in un certo senso dirigere le operazioni. Accanto a me avevo giocatori importanti e dalla comprovata esperienza come Illanes e Imperiale, che mi hanno aiutato tantissimo durante la partita. Ci siamo trovati molto bene insieme. A me, così come a loro, è stato richiesto di organizzare la manovra sin dalla prima costruzione, perché siamo quelli che avevano maggior campo davanti e, di conseguenza, una visione più ampia delle cose”.
Che tipologia di allenatore è, durante la partita e in settimana, Antonio Calabro?
“Il mister è davvero attento ai dettagli, sia in campo, dove curiamo qualsiasi aspetto di plurime situazioni, che quando lavoriamo a video. In partita, ovviamente, possono succedere un’infinità di eventi non preventivabili, ma è un tecnico che dà strumenti utili alla squadra. Per lui, aggiungo, l’atteggiamento è la prima cosa, questo ci è stato detto sin da subito perché è stato il valore aggiunto nella cavalcata della scorsa stagione.”
Quanto la Carrarese sta mostrando è notevole in termini di compattezza, spirito collettivo, resilienza e proposta. Le griglie a inizio stagione immaginavano una stagione differente, eppure il campionato ci sta consegnando una squadra assolutamente valida, in grado negli ultimi tre turni di avere la meglio contro corazzate come Pisa e Palermo. Che aria si respira all’interno dello spogliatoio?
“Siamo sempre stati consapevoli dei nostri mezzi. Ogni volta che giochiamo, indipendentemente dall’avversario, non ci adeguiamo a quest’ultimo ma pensiamo a fare il nostro gioco. Abbiamo un’identità che portiamo avanti nel bene e nel male, cosa che continueremo a fare. Siamo la Carrarese e questo non cambierà. Il gruppo è davvero unito e compatto ed è una cosa che ho percepito fin dal primo giorno”.
Consentimi di entrare in punta di piedi in un argomento più umano che calcistico. Come sono stati per te gli ultimi mesi? Dall’esterno la sensazione è che tu abbia dovuto affrontare un periodo non facile, in virtù dell’infortunio che ti ha stoppato a Modena e di quella sorta di freno momentaneo a una carriera che, con le tue qualità, merita importantissimi picchi.
“Non è stato un periodo facile. Da alcuni punti di vista penso di essere cambiato: venivo da un’esperienza come quella al Mondiale Under 20, senza alcun dubbio la più importante della mia carriera, ma a novembre dell’anno scorso ho patito un infortunio che mi ha portato a stare fuori per tanto tempo e ad uscire da quello che sembrava che potesse essere il mio percorso nel breve termine. Ciononostante, non ho mai mollato né mi sono arreso, credevo nelle mie qualità e aspettavo una partita come quella contro il Palermo. Volevo giocare, ne avevo parlato con il mister per chiedergli quando sarebbe arrivato il mio momento, e quella che ho ricevuto è stata una grande rassicurazione: dovevo solo attendere, ma sia lui che la società nutrivano fiducia in me. L’opportunità è arrivata, sono tornato a sentirmi felice come prima”.
Il concetto di difensore è nettamente cambiato negli anni. Quali sono, a tal proposito, i tuoi modelli?
“Mi è sempre piaciuto Sergio Ramos, mi ispiro tanto a lui e Van Dijk. Questi sono i due che mi impressionano più di tutti gli altri. Ramos ultimamente vive una fase forse calante del proprio percorso, ma secondo me ha inciso davvero tanto nella nuova idea che oggi c’è dell’essere difensore”.
Concediamoci una battuta: hai menzionato la travolgente cavalcata al Mondiale Under 20 del 2023, dove la sconfitta in finale non può cancellare la bellezza di quanto avete costruito. In quella squadra guidava l’attacco Pio Esposito, ora protagonista contro lo Spezia. Avete già affrontato i liguri e in quella partita Pio ha segnato due gol, se l’avessi marcato tu ce l’avrebbe fatta?
“Non lo so (ride, ndr). Pio è un calciatore fortissimo, l’ho sempre detto. Siamo arrivati insieme in quell’Under 20, per me è un giocatore di un livello veramente alto. Fa tanti gol, vede la porta in maniera davvero lucida. Non so quante reti avrebbe fatto con me come avversario diretto, ma ribadisco che è un calciatore importante, spero di giocarci quanto prima contro oppure nuovamente insieme”.
Il Palermo è stato per te un meritato e ragguardevole punto di partenza. Cosa ti aspetti per il prosieguo della stagione?
“Quella contro il Palermo è stata la mia prima partita da titolare nei professionisti, quindi è indubbiamente un punto di partenza. Il mio obiettivo personale, da qui in avanti, è giocare il maggior numero possibile di partite e fare bene, mentre quello di squadra è senza alcun dubbio il raggiungimento dei traguardi fissati, così da regalare quante più gioie possibili ai tifosi”.