ESCLUSIVA PSB – Giunti: “Contento di vedere i miei ragazzi arrivare a grandi palcoscenici. Traoré ha fatto la scelta giusta ad andare a Palermo”
L'intervista completa all'ex tecnico della Primavera del Milan
L’ex tecnico della Primavera del Milan, Federico Giunti, ha rilasciato un’intervista ai nostri microfoni e parlato di alcuni giocatori che ha allenato e che ora militano in Serie B. In particolare, ci ha raccontato di Chaka Traoré, il giovane e talentuoso acquisto del Palermo nella sessione invernale di calciomercato. Di seguito l’intervista completa.
Lei ha allenato la primavera del Milan da dicembre 2018 ad aprile 2022 e in questo lungo periodo ha cresciuto tanti giocatori. Quale effetto le fa vedere tanti di loro affermarsi in Serie A e in Serie B?
“Lo scopo principale di un allenatore che fa quella categoria è di far crescere e migliorare i giocatori e prepararli per fare in modo che quando approcciano il mondo dei grandi siano in grado di sostenere quel tipo di palcoscenici. Sono contento di vedere che molti di questi ragazzi arrivino a giocare in Serie A e in Serie B, ma anche in Serie C. Alcuni sono più pronti di altri, che hanno bisogno di passaggi intermedi per arrivare ai grandi palcoscenici. L’importante è aspettarli.”
Nella sua Primavera del Milan era presente Chaka Traorè, nuovo acquisto del Palermo. Cosa ci racconta del ragazzo? Quali sono le sue qualità e le sue caratteristiche principali?
“Chaka Traoré un esterno offensivo che può ricoprire più ruoli dell’attacco. Gli piace giocare di più a sinistra. Essendo un destro si tiene la possibilità di rientrare nel campo per fornire assist o tirare in porta. È fortissimo nell’uno contro uno e quando è in giornata è impressionante. Spero riesca a fare la differenza con il Palermo”.
Chaka Traorè ha giocato 3 partite, segnando due gol, con il Milan nella prima parte di stagione. Il Palermo può essere la squadra giusta per fare esperienza e trovare più minuti? E viceversa, può essere il giocatore ideale per rinforzare l’organico rosanero e puntare alla Serie A?
“Palermo è una tappa fondamentale della sua carriera, perché credo abbia bisogno di continuità nel giocare. Ha fatto secondo me la scelta giusta andando in una squadra che ha ambizioni di classifica e di migliorarsi. I rosanero hanno giocatori altrettanto forti e Chaka Traoré va a ad inserirsi in un contesto che per lui può essere motivo di miglioramento. È per questo che lui ha accettato e gli auguro che riesca a mettere in mostra le sue qualità, che vi assicuro sono elevate”.
“Il ruolo? Il Palermo schiera almeno 3 giocatori offensivi davanti. Corini ha bisogno di più interpreti, anche diversi tra di loro. Chaka si inserisce in un reparto offensivo in cui lui è l’esterno sinistro, ma può giocare tranquillamente anche a destra. È capace di giocare anche come trequartista dietro la punta. Quando un giocatore ha tecnica e conosce il gioco non ha problemi in qualsiasi posizione di campo tu lo metta”.
Sempre legato alle emozioni di un allenatore nel vedere un proprio allievo fare così bene nel mondo dei professionisti: Traoré ha segnato in Serie A con l’Empoli e in Coppa Italia con il Cagliari. Che cosa ha provato nel vederlo segnare?
“Sono stato veramente contento per lui ed è stata una soddisfazione incredibile. Il gol contro l’Empoli è la fotografia di Chaka: la palla a giro sul secondo palo è il suo pezzo forte. È per quello che lui preferisce la zona sul centro-sinistra e da li spesso non perdona, come ha fatto ad Empoli. In quell’immagine c’è tutto Chaka Traoré. Spero riesca a farne tanti altri anche con la maglia del Palermo”.
A Palermo c’è anche Sebastiano Desplanches, che però sta facendo esperienza da secondo portiere. Molti se lo ricordano comunque per le grandi gesta e per il contributo al raggiungimento della finale nel Mondiale U-20 del 2023. Cosa ci dice di lui? E di Jungdal, lui invece portiere della Cremonese?
“Sono due ottimi profili come portiere, nonostante siano diversi tra loro. Desplanches è un mancino ed è fortissimo tra i pali. Ha una tecnica a livello di copertura della porta che gli permette di fare cose incredibili. Ha fatto benissimo con le varie nazionali e spero per lui che arrivi la possibilità di giocare come Jungdal”.
“Andreas Jungdal si è preso il posto da titolare a Cremona perché per il gioco di Stroppa va bene. Ci sa fare con entrambi i piedi ed è un portiere moderno. È arrivato al Milan che era già stato allenato bene da questo punto di vista ed io non ho avuto difficoltà a coinvolgerlo nella costruzione dal basso perché è un portiere che riesce a darti tanto da questo punto di vista“.
Non solo loro, in Serie B ci sono tanti altri giocatori che lei ha allenato. Uno su tutti Marco Nasti del Bari. Cosa si ricorda di lui e dove potrebbe arrivare in futuro un attaccante come lui?
“Marco ha il destino nelle sue mani. Ha tutto per poter emergere, infatti ha qualità importanti. Ha grande fiuto del gol, quando gli capita la palla in area fa gol e questo per un centravanti è un valore aggiunto. A livello di temperamento si fa rispettare, è un giocatore che dà tutto in campo ed è ben voluto dagli allenatori, perché si spende tanto anche in fase di pressing. Spesso le fortune di una squadra partono dagli attaccanti e dalla disponibilità che gli danno nel pressare alto e nell’andare a recuperare il pallone più avanti possibile per essere pericolosi. Lui da questo punto di vista è un giocatore che ce l’ha dentro”.
“Marco Nasti deve continuare a fare quello che sta facendo e cercare di migliorarsi tutti i giorni negli allenamenti. Spesso i ragazzi pensano basti poco per affermarsi e rimanere ad alti livelli, ma devono lavorare quotidianamente per limare le piccole imperfezioni che uno ha se vuole arrivare al grande palcoscenico della Serie A”.
Nella propria grande campagna acquisti, il Lecco ha scelto di portare sulle rive del lago anche Marco Frigerio. Lei lo ha avuto al Milan e in questi anni in C è cresciuto molto. Può essere funzionale per il gioco di Bonazzoli e che giocatore è?
“Marco Frigerio è uno dei giocatori che ha fatto più passi da gigante negli ultimi 2/3 anni di quelli che sono usciti dal Milan. C’erano tanti 2001 di qualità a centrocampo come lo stesso Frigerio, Giacomo Olzer, Daniel Maldini e Riccardo Tonin, che gioca a Foggia titolare, nel Milan Primavera. Marco Frigerio ha fatto un grande scatto perché è diventato giocatore vero. Riesce a fare entrambe le fasi in maniera molto efficace. Ha una buona tecnica di base e ha tempi di inserimento che gli permettono di fare gol. È un giocatore che dà tutto in campo e penso che il Lecco abbia fatto bene a puntare su un profilo del genere. Gli faccio un grande in bocca al lupo per questa seconda parte di stagione”.
In Serie B ci sono anche tanti altri giocatori che ha avuto la possibilità di allenare al Milan Primavera:
“Frank Tsadjout della Cremonese: purtroppo l’ho avuto poco. L’ultimo mese e mezzo non ha potuto giocare per un infortunio. Per essere un attaccante di valore, lui deve migliorare in fase realizzativa. Fa un grandissimo lavoro per la squadra, riesce ad essere funzionale per il gioco di squadra, ma un attaccante deve avere dei numeri anche a livello realizzativo. Si deve concentrare su questo aspetto perché ce l’ha il gol”.
“Giacomo Olzer del Brescia: è un giocatore tecnico e di struttura. È forte nei colpi di testa e ha un mancino delizioso. Il gol del Brescia con il Cittadella parte da una sua punizione calciata bene. Il suo problema è che negli ultimi due anni è andato incontro ad una serie di piccoli problemi ed infortuni. Sembra che li abbia superati e spero riesca a trovare continuità. La continuità è quello che serve a tutti quanti per trovare ritmo e fare la differenza”.
“Emanuele Pecorino del Sudtirol: lui dà tanto in campo. Ha caratteristiche vicino a Nasti, anche se Pecorino ha più struttura rispetto all’altro. Hanno però la stessa voglia di emergere e di far bene. Ha più fisicità e nel colpo di testa è più incisivo. Sarebbero comunque due giocatori complementari. Tutte e due potrebbero essere sia prima che seconda punta. Forse Nasti di più, ma anche Emanuele Pecorino riesce a legare il gioco e stare spalle alla porta. È forte ad attaccare la profondità e attaccare l’area di rigore quando c’è da fare gol. Quello che sta facendo è tutto meritato”.
Federico Giunti ha giocato nel Milan, con cui ha vinto uno Scudetto, ma anche nel Brescia e nel grande Parma sempre in Serie A. Ora Crociati e Rondinelle sono in Serie B. Come valuta il loro andamento? Dove possono arrivare?
“Il Parma ha una società che sta provando in tutte le maniere a tornare in Serie A e la scelta di Pecchia dopo l’ottimo lavoro a Cremona è l’esempio di quello che vogliono fare. Però lo vogliono fare senza spendere grandi cifre e prendendo giocatori giusti e funzionali per il gioco di Pecchia. L’anno scorso hanno plasmato la squadra e quest’anno l’hanno migliorata in qualche punto e i risultati vengono di conseguenza. Chiaramente non hanno ancora fatto nulla e il campionato di Serie B è veramente lungo. Il Parma come mentalità se la gioca con tutte e spesso riesce a fare risultato”.
“A Brescia invece ci sono state vicissitudini che non hanno permesso di dare continuità a questa società. Fortunatamente l’epilogo della passata stagione è stato superato con il ripescaggio, altrimenti sarebbe stato probabilmente un punto di ripartenza troppo basso per una società gloriosa come il Brescia. Sembra abbia trovato la quadra con Maran, i risultati stanno arrivando, ma non so quale sia il reale valore del Brescia. A vedere la rosa può provare a dare fastidio in chiave playoff a tante altre squadre”.
Nella sua lunga carriera ha giocato 3 stagioni in Serie B: 2 con il Perugia, con cui ha raggiunto una storica promozione in Serie A, e una con Chievo Verona prima e Treviso poi (2007/2008). Quali sono le differenze tra il campionato di Serie B odierno e quello di 15 anni fa?
“Son convinto che ci fossero valori a livello di giocatori tecnici anche più alti rispetto al campionato di oggi. C’erano tanti giocatori disposti a scendere dalla categoria superiore, anche perché il campionato di Serie B era seguito e performante. C’erano giocatori che a livello tecnico davano spettacolo. Oggi il calcio è un po’ cambiato ed ora l’aspetto fisico è molto più preponderante. La differenza è questa. Nelle stagioni a Perugia c’erano squadre molto blasonate che si giocavano il campionato, come Bologna, Verona, Reggiana…Erano campionati difficili da vincere e io ho avuto la fortuna di farlo da capitano con il Perugia. È stata una grandissima soddisfazione.”
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, lei ha iniziato una nuova carriera da allenatore. Dopo le esperienze a Perugia e nel Milan Primavera si è però fermato. Ha qualche progetto futuro? Vorrebbe tornare in panchina?
“Vorrei tornare in panchina, ma le difficoltà sul mercato son queste e capisco che non è facile. Sinceramente ci sono state alcune cose che non sono andate a buon fine per diverse ragioni. Sto prendendo questo tempo, anche se un po’ lungo, per continuare a seguire i campionati anche minori e all’esterno. Sono stato all’estero per vedere alcune partite e qualche allenatore. Bisogna sfruttare questo tempo che uno ha anche per aggiornarsi e per vedere cose che ti possono offrire la possibilità di avere qualche idea e qualche spunto in più quando si ripresenterà magari l’occasione di tornare in panchina”.