25 Novembre 2020

ESCLUSIVA PSB – Lecce, Mancosu: “Mi sento davvero bene, porterò per sempre questa piazza nel cuore”

MANCOSU LECCE – L’El Dorado, più che un luogo leggendario, rappresenta un significato che, al giorno d’oggi, associamo a contesti nei quali sentiamo di poter elevare il nostro spirito, le nostre capacità e l’appagamento necessario per vivere con serenità e leggerezza. Raggiungere questa condizione permette di rendere al meglio nelle attività che occupano porzioni importanti […]

Mancosu Lecce

MANCOSU LECCE – L’El Dorado, più che un luogo leggendario, rappresenta un significato che, al giorno d’oggi, associamo a contesti nei quali sentiamo di poter elevare il nostro spirito, le nostre capacità e l’appagamento necessario per vivere con serenità e leggerezza. Raggiungere questa condizione permette di rendere al meglio nelle attività che occupano porzioni importanti della quotidianità. Il calcio non fa eccezione, anzi rappresenta un esempio concreto di quanto il contorno possa indirizzare l’esito. Lecce ha rappresentato (e rappresenta) l’El Dorado per Marco Mancosu, che in Puglia ha trovato tutto ciò che serviva per esibire al mondo del calcio le proprie qualità alla massima potenza. Cinque stagioni insieme nelle quali sono state tre le categorie attraversate. Oggi la fascia di capitano suggella una relazione consegnata all’eternità, come ha dichiarato il trequartista classe ’88 in esclusiva ai nostri microfoni.

Due gol, sette assist e un’infinità di giocate di qualità in 6 partite. Basterebbero questi dati per commentare il tuo avvio di stagione, ma il calcio va oltre i dati ed è dunque doveroso chiederti se hai la percezione, che dall’esterno è praticamente tangibile, di essere il calciatore più dominante in questa prima porzione di cadetteria.

“Non sono io a dover dire una cosa del genere, ma mi fa piacere che un addetto ai lavori parli di questo. Mi sento bene dal punto di vista fisico e mentale, dunque sto riuscendo a esprimere il mio calcio a livelli che forse non avevo mai raggiunto. Ho la percezione di aver completato la mia maturazione, tutto ciò si avverte in campo ma questo è da collegare anche alla fiducia che i compagni ripongono nel sottoscritto. Sono il capitano di questa squadra, ergo ulteriormente stimolato a dare il massimo”.

La vostra squadra ha elevati valori e conoscenze sia in termini tecnici che tattici, ma quanto sta influendo la volontà di trasformare la rabbia sportiva generatasi a causa della retrocessione in grinta per ribadire la propria vigoria?

“In questo è molto bravo il mister perché, nonostante le goleade, non ha mai la testa per aria e ci spinge costantemente a non fermarci. Ha avuto il merito di creare una mentalità di squadra che permette di non cullarsi sui risultati ma di alzare continuamente l’asticella”.

Pochi giorni fa hai utilizzato un’espressione molto interessante per descrivere questo Lecce: squadra istintiva. Che rapporto avete con tale istinto che guida una parte delle vostre giocate ma che va ovviamente rapportato ai principi di gioco cui dovete rispondere?

“Questa è una cosa che ho notato nel corso delle partite e degli allenamenti. Cerchiamo sempre di andare oltre le nostre possibilità con agonismo e una tecnica di squadra che è molto elevata. Un gruppo, ad ogni modo, deve avere un’anima, perché solo così è possibile destrutturare i paradigmi che vedono sempre vincere il più forte. È necessaria una commistione di elementi ed è in ciò che ci rispecchiamo, perché non ci fermiamo mai”.

Lecce è probabilmente la tappa più significativa della tua carriera. Hai dato e ricevuto tanto da questa piazza: quanto ti sta responsabilizzando tutto ciò con il passare delle stagioni?

“Ho sempre avuto un forte senso di responsabilità verso il mio lavoro e, da quando sono qui, verso degli affetti che sono diventati valori inestimabili. Ringrazierò per sempre questa gente, perché mi ha permesso di arrivare a certi livelli e, allo stesso tempo, sento di essermi impegnato tanto in termini di prestazioni. Il rispetto è reciproco, porterò nel cuore questa piazza”.

Il tuo percorso è stato caratterizzato da insediamento e consolidamento in ogni categoria professionistica. Cosa immagina per se stesso, arrivato a questo punto della carriera, un calciatore con la tua esperienza?

“Sono molto tranquillo, mentre in passato avvertivo sempre il bisogno di dover dimostrare il mio valore, era una sorta di ansia. Oggi tutto ciò non c’è più, sono totalmente libero di testa perché ritengo di aver detto la mia in tutte le categorie nelle quali ho militato. La serenità mentale è probabilmente la componente più importante per rendere al meglio”.

Salutiamoci così: il Lecce è da promozione?

“Siamo una squadra con valori alti, ma quest’anno sono tante le compagini che possono forgiarsi di tali qualità, mentre nelle stagioni passate i casi erano sporadici. Starà dunque a noi continuare a martellare per poter mantenere un certo livello”.

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