ESCLUSIVA PSB – Masciangelo: “Non siamo solo un’isola felice, questo Cittadella è una squadra forte”
Una lunga e arricchente intervista al nuovo terzino granata
Il Cittadella è partito forte anche quest’anno. Con una rosa rinnovata che però non si è snaturata rispetto alla passata stagione, con innesti uno più interessante dell’altro che si stanno rivelando sin da subito fondamentali. Tra i colpi più affascinanti del mercato granata c’è certamente il terzino sinistro Edoardo Masciangelo, che è tornato in Serie B a parametro zero a seguito di un periodo non semplicissimo. A 28 anni, nella piena maturità calcistica, è pronto a dare un grande contributo a una causa sposata sin da subito con grande entusiasmo.
Di seguito la lunga e interessantissima intervista che ha rilasciato in esclusiva ai nostri microfoni.
Eccoci Edo, come sai ti ho inserito tra le 5 possibili sorprese del campionato. Qualcuno potrebbe obiettare che col tuo curriculum sorpresa non sei, ma dopo un periodo difficile ripartendo da Cittadella hai deciso da metterci in gioco. Ci racconti come hai vissuto le ultime 2 stagioni?
“Ti ringrazio per la domanda. Si è parlato molto poco dell’ultimo mio periodo e la risposta è facile. Quando ho fatto l’ultimo anno in Serie B prima di questo da Benevento a gennaio mi sono trasferito in prestito con diritto a Palermo e lì purtroppo mi feci subito male: ebbi una lesione alla fascia plantare che per fortuna ho smaltito benissimo e che non ha lasciato danni, ma è stato un ostacolo grande. Obiettivamente sono stato più fuori che in campo. Dal punto di vista emotivo è stato bello, perché quella rosanero è una piazza clamorosa in cui mi sono trovato benissimo ma sportivamente è stato devastante. Ero più fuori a fare terapie che sul campo di gioco. Nessuno ha considerato quello che ho vissuto: non sono chiaramente stato riscattato e il Benevento l’ho ritrovato in Serie C, non come l’avevo lasciato. Da lì è stato tutto difficile, avevo un anno di contratto e il Benevento voleva rivendermi ma non ho avuto mercato a causa dei problemi fisici. Finalmente sono potuto tornare in cadetteria qui a Cittadella e posso impormi, con l’infortunio alle spalle e al 100% della condizione. Ho voglia di fare e di settarmi sui livelli a cui ho abituato tra Pescara e Benevento. Spero di essere una bella sorpresa: potrebbe non essere una definizione giusta, ma mi piace invece l’idea di stupire partendo senza troppi occhi addosso.”
In Redazione spesso parlando degli acquisti del Cittadella ci diciamo che non sappiamo mai chi Marchetti deciderà di prendere ma che poi appena lo ufficializzerà sembrerà l’innesto più corretto possibile. Quest’estate il Direttore ha bussato alla tua porta e la sensazione è che abbia scelto l’uomo giusto nel momento giusto. Che impressione ti ha fatto?
“Sicuramente il direttore Marchetti ha fatto la differenza per quanto riguarda il mio arrivo. Parlando con lui non ho avuto più dubbi nello scegliere questa piazza, è veramente il numero uno. Mi ha convinto senza metterci troppo tempo, ha pensato che fossi il calciatore giusto in quel ruolo e non ci ha messo tanto a formulare un’offerta. Tante società ci pensano e ci ripensano, poi vanno su altri profili e alla fine tornano da te. Lui invece è stato fermo nel suo pensiero e dopo un giorno mi ha presentato la proposta con la convinzione che fossi il profilo adatto a lui. Mi ha dato tanta carica, fiducia e responsabilità. Non nascondo che in B avevo anche altre opportunità, magari avrei potuto aspettare ma ho scelto di firmare: quando ti viene mostrata tanta stima non perdi tempo. La forza del Cittadella è proprio qui, in un direttore con le idee chiare che ti fa sentire importante. Si tratta di una cosa bella che non ho trovato spesso nel calcio, mi sono sentito in dovere di ripagarlo.”
Col tuo arrivo Carissoni è tornato sulla sua fascia naturale, quella destra. In Serie B rappresentate un unicum, soprattutto tra le squadre che non lottano per il titolo. Mister Gorini può permettersi due terzini in grado di incidere negli ultimi 30 metri: un privilegio non facile da gestire. Che te ne pare del suo approccio?
“Coi miei compagni di fascia mi sto trovando molto bene, non solo con Carissoni ma anche con Salvi e Rizza. Io da Carissoni ero già stato impressionato l’anno scorso, è veramente forte. Questo ha club ha la bravura di pescare dalla C, ma non ci dimentichiamo una cosa: lui era forte già prima, l’abilità sta nell’individuare chi può esprimersi allo stesso modo anche in Serie B senza pagare il salto. Per noi elementi del genere sono importanti. Mister Gorini personalmente mi piace molto, non è mai banale e tatticamente è preparato. Mentalmente cerca di trarre il massimo da tutti, è un ottimo motivatore e oggi serve ancora di più: lui oltre a metterci bene in campo ci dà una carica fondamentale. Da questi due mesi a Cittadella ho veramente belle sensazioni, in campo e anche fuori. Sono felice di stare in gruppo e andare al campo ad allenarmi, finalmente ho ritrovato questa cosa. Per me siamo forti, questa squadra può fare bene e me lo auguro perché sono qui per dare una mano.”
Da due anni a questa parte oltre ai colpi geniali dalla C Marchetti si sta specializzando nella pesca a titolo gratuito dalle Giovanili. Qual è l’impatto dei più giovani? Cosa vi stanno portando e che te ne pare del nuovo metodo?
“Esattamente come hai detto, la strategia è questa e sta dando i suoi frutti. Da quello che si è visto fino a ora abbiamo tanta gamba e intensità dei giovani. Non è facile pareggiare col Pisa, battere Brescia e Modena a casa loro e per 90 minuti anche la Salernitana. Noi in quella gara abbiamo preso gol negli 8 minuti di recupero dati dall’arbitro e il pari nasce da un fallo inesistente. Potevamo essere primi a 10 punti. C’è tanta freschezza che si mescola all’esperienza: non mi baso solo sulle partite, ma anche su allenamenti e sensazioni di spogliatoio e ti dico che i ragazzi sono fantastici. Parli con me che sono pro-giovani e li difenderò sempre, ma ti giuro che hanno voglia di ascoltare da noi senza puzza sotto il naso. Si fanno aiutare e vanno a comporre un bel mix, la strategia pagherà e il direttore ha fatto un bel lavoro anche in questo senso.”
In carriera hai avuto tanti allenatori. Quali hanno segnato la tua crescita?
“Ho avuto la fortuna di girare tante squadre pur avendo solo 28 anni e quindi potrei nominarne tanti. Ho fatto 10 anni di settore giovanile alla Roma e posso parlarti di Montella e Tovalieri che sono stati due grandi, poi faccio un nome particolare: Ezio Capuano a 18 anni mi ha dato tanto dal punto di vista dell’applicazione difensiva. Franzini a Piacenza mi ha letteralmente cambiato la carriera, a Zauri sono grato per la fiducia che mi ha dato in Serie B ma anche con Oddo mi sono trovato molto bene. Anche con Gorini sta andando alla grande e spero di potarlo aiutare.”
E Caserta, vostro prossimo avversario col suo Catanzaro? Dopo le ultime stagioni è diventato un nome divisivo.
“Io di mister Caserta posso parlare soltanto bene. A Benevento al primo anno dopo la retrocessione non era facile sfiorare la Serie A. Abbiamo perso in semifinale playoff col Pisa pur pareggiando ma venendo penalizzati dal piazzamento. Di lui ho ricordi importanti, fino a 4-5 giornate dalla fine lottavamo per la A diretta e solo lo sbandamento finale ci ha condizionato. L’ambiente non era facile, non lo è mai quando si scende in B ma nonostante questo abbiamo fatto un grande campionato che non era per nulla facile. Per quanto riguarda la mia esperienza i risultati sono stati ottimi. Lui chiede molto ai giocatori e bisogna dargli tanto, ha necessità di elementi disponibili al sacrificio per esprimersi al meglio.”
In conclusione una banalità. La partenza è stata d’autore, cosa ti aspetti dal prosieguo della stagione?
“L’obiettivo è continuare sul trend positivo di inizio campionato, essendo difficili da affrontare e vincendo partite. Io vedo in noi un grande potenziale per intensità e carattere. Se noi riuscissimo ad avere questo tipo di atteggiamento e freschezza il risultato sarebbe poi una conseguenza e sono sicuro che sarebbe ottimo. Ti dico la verità: l’ambiente è più a conduzione familiare che altrove, ma non è solo l’ambiente il nostro punto di forza. Non è che facciamo bene perché c’è un bell’ambiente, ma perché il direttore ha costruito una squadra forte e l’ha affidata a un allenatore forte. Un gruppo che in 3 gare fuori casa fa così bene contro squadre di livello ha dei valori. La verità è che qui si spesso si parla poco dei calciatori, ma abbiamo anche una grande squadra.”