ESCLUSIVA PSB – Bonacina sul Lecco: “Ecco cos’è successo con Foschi. La squadra ha qualità e spirito di gruppo”
L'analisi del giornalista
Che risalita per il Lecco, in grado di urlare definitivamente la propria presenza all’intera Serie B inanellando risultati prestigiosi come le vittorie contro Pisa e Palermo e il recente pareggio contro lo Spezia, dove la squadra di un ottimo Bonazzoli avrebbe probabilmente meritato i tre punti. I blucelesti stanno irradiando le ultime uscite con una convinzione da squadra consapevole, unita, desiderosa di mantenere la categoria. Abbiamo raggiunto in esclusiva Matteo Bonacina, direttore responsabile di leccochannelnews.it, giornalista per leccotoday.it e addetto ai lavori che segue da vicino le sorti del club, per toccare diversi punti sul tema.
Quarto risultato utile consecutivo per il Lecco, che ai punti avrebbe probabilmente meritato la vittoria contro lo Spezia, in una partita maschia ma interpretata con il giusto atteggiamento dai blucelesti. Continuano, dunque, i segnali di ripresa. Come commenta questa evoluzione?
“Nessuno di noi – parlo dunque di chi vive la realtà dall’interno – si aspettava un cambio così diametrale: il Lecco è passato dal non fare mai punti a un filotto di risultati utili consecutivi. La partita persa contro l’Ascoli aveva dato qualche segnale di ripresa, ma niente di esagerato, eppure siamo poi passati a inanellare punti. L’ultima partita ha confermato ciò, in quanto il Lecco ha fatto meglio dello Spezia e avrebbe meritato la vittoria. È un’evoluzione che, ad ogni modo, non ritengo sorprendente: questa è una squadra che ha delle qualità e le ha espresse spesso, in quanto mi vengono da menzionare i match contro Catanzaro e Brescia. Il Lecco ci ha fatto vedere di poter stare in Serie B, ho costantemente nutrito fiducia verso la squadra e lo staff: Bonazzoli si è inserito bene, lavora a quattro mani con il vice Andrea Malgrati, un uomo della società, è un comparto tecnico di livello. Sono sorpreso unicamente dalle tempistiche di quest’ascesa, ma ritengo che questa compagine abbia ancora dei margini di miglioramento”.
Quanto merito, restando su questa risalita, va attribuito a Emiliano Bonazzoli? Cosa, secondo lei, ha maggiormente migliorato il nuovo allenatore?
“Quando ci sono cambi così radicali tutti hanno dei meriti. Bonazzoli è un uomo meno forte per la piazza rispetto a Luciano Foschi, che anche da calciatore aveva vissuto un biennio in quel di Lecco, generando ricordi e amicizie, uno status amplificato in maniera esponenziale dalla promozione ottenuta. L’arrivo dell’ex attaccante, più come figura che come persona, ha portato una maggiore chiarezza nei ruoli. Bisogna dirlo: con Foschi si era rotto qualcosa internamente perché c’è stato un allargamento dei compiti da parte del tecnico, fattispecie che ha generato conflitti. Il nuovo allenatore ha dato nuove certezze e riferimenti alle squadre. Detto ciò, il parametro per valutare una scelta risiede sempre nei risultati: per ora è più che evidente la bontà della decisione presa”.
Luciano Foschi, cui va ragionevolmente riconosciuto un posto nella storia del club, ha pagato una storia che nel calcio è sempiterna, ovvero la mancanza di risultati. La squadra, secondo lei, aveva delle crepe tattiche oppure ha pesato eccessivamente un inizio atipico e turbolento di stagione, complici le note vicende extra-campo che hanno portato la squadra a partire in netto ritardo?
“A Foschi tutti riconoscono i meriti per quanto fatto nella scorsa stagione, annata dove bisogna comunque elogiare chi ha contribuito alla promozione. La squadra aveva e ha ancora delle carenze tecniche, che prima di gennaio non si potranno andare a colmare, e non credo che si riuscirà a farlo totalmente. In aggiunta ritengo opportuno segnalare anche delle lacune tattiche e di tenuta fisica: sono queste, più che i risultati, le colpe attribuite all’allenatore. Come dicevo prima, ci sono state delle frizioni causate dall’ampliamento del raggio delle sue competenze, che egli stesso si è auto-attribuito. Arrivo a parlare di una sorta di pestamento di piedi tra i corridoi, che ha portato alla rottura i rapporti. I nuovi acquisti, inoltre, sono stati tanti, ma Foschi non è riuscito a entrargli nelle rispettive teste. La fiducia nel suo lavoro è dunque crollata, mancava qualcosa – per concludere – nel lavoro settimanale”.
Nelle undici partite finora giocate il Lecco ha cercato di incidere più con il gruppo che con i singoli, ma è inevitabile menzionare l’apporto tecnico-tattico di Lepore, che pur giocando terzino ha spesso indossato i compiti di playmaker. Quant’è importante avere un giocatore di tale spessore?
“Franco Lepore ha avuto la possibilità di costruirsi una seconda giovinezza nel momento in cui forse se lo sarebbe aspettato meno. In questi anni è sempre stato pronto a fare questo, in quanto ha giocato in piazze come Monza e Trieste. Finito poi alla Pergolettese, ha ricevuto la chiamata dal Lecco, precisamente da mister Tacchinardi, e sicuramente non avrebbe mai pensato di riuscire a fare una stagione del genere. Franco ha ottenuto cinque promozioni in carriera, conquiste non casuali, tra l’altro per la gran parte da protagonista. L’anno scorso è sbocciato nel girone di ritorno, eppure noi pensavamo che il meglio lo avesse già dato. Carisma e personalità non si comprano al supermercato: Lepore, nonostante i due giorni consecutivi di riposo concessi post Palermo, è andato dal personal trainer. La mentalità è tutta lì, quando parla viene ascoltato, senza dimenticare le sue grandissime qualità tecniche. È un elemento importantissimo per la squadra anche per la costruzione della manovra. In questi anni ha sviluppato una certa attitudine alla fase difensiva, consolidandosi dunque in ruoli e compiti non propriamente suoi. È il nostro Giroud, ha una classe inesauribile e continua a migliorare”.
Nelle ultime cinque posizioni di classifica, oltre Lecco e Feralpisalò, sono presenti squadre come Sampdoria, Spezia e Ternana, certificando dunque la feroce competitività del campionato. Quali dovranno essere le armi del club di patron Di Nunno?
“Il Lecco, rispetto allo Spezia che abbiamo visto dal vivo e alla Sampdoria che analizziamo in televisione, può vantare uno spirito di gruppo. Gli Aquilotti, contro cui i blucelesti hanno da poco giocato, non sono per niente compatti, questo lo si percepisce dai movimenti in campo: hanno poco ritmo, trame scarne e tanto, dunque, su cui lavorare. La Doria ha tanti problemi extra-campo, e la stessa Ternana non è tranquilla, anche perché circondata da un ambiente non proprio sereno in questo post Bandecchi. Parliamo di società, soprattutto Spezia e Sampdoria, sono partite per fare altro e si ritrovano in zone inaspettate. Tornando al Lecco, rispetto ad esempio alla Feralpisalò c’è un fattore importante come il pubblico, che è coeso, unito e affezionato, e che anche nei momenti difficoltà – pur essendosi fatto sentire – non ha mai abbandonato la squadra. La spinta in trasferta è stata notevole, c’è un obiettivo comune di migliaia di persone: questo, secondo me, al momento il Lecco vanta in più rispetto alle altre squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere”.