ESCLUSIVA PSB – Ivan Del Prato: “Enrico mi piace come centrale, è un leader silenzioso. Parma-Pisa? Pecchia contro Aquilani, due generazioni a confronto…”
Parma-Pisa è una partita speciale per la famiglia Del Prato, papà Ivan, ex giocatore dei toscani, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare della sfida del Tardini e del percorso di crescita del figlio Enrico
Parma-Pisa sarà una sfida tutt’altro che scontata per diversi motivi. I crociati proveranno ad allungare la striscia positiva tra le mura amiche per la classifica e per la Serie A; gli ospiti, invece, cercheranno di confermare quanto di buono fatto vedere nelle ultime 7 partite, dove hanno perso una sola volta. Sarà una partita speciale anche per il capitano del Parma Enrico Del Prato che vivrà una sorta di derby in famiglia, visto che suo papà Ivan ha indossato la maglia del Pisa nella stagione 2000-2001.
L’attuale allenatore della Virtus Ciserano Bergamo, club che milita nel Campionato di Serie D (Girone B), è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per analizzare la sfida del Tardini ma anche il percorso di crescita di Enrico, Il leader silenzioso del Parma.
Parma-Pisa è una sorta di derby in famiglia visto che lei ha giocato col Pisa, mentre Enrico è capitano del Parma
“Sì, tra l’altro Enrico ha giocato anche col Livorno, un altro derby (ride, ndr). Il Parma sta facendo un buonissimo campionato, sarà una partita complicata perché credo che il Pisa sia un’ottima squadra, partita male ma con degli ottimi giocatori e un allenatore, Aquilani, che gioca un calcio molto propositivo. Mi aspetto una sfida aperta ed equilibrata, non sarà facile per il Parma perché il Pisa ha dei giocatori validi di qualità ed esperienza”.
Pecchia da una parte, Aquilani dall’altra: due generazioni a confronto
“Pecchia ha un sistema di gioco ben definito, un 4-2-3-1 con giocatori di grande qualità sugli esterni, molto propositivo, molto aggressivo. La squadra è sempre compatta, cerca sempre di ottenere la vittoria; è ovvio che durante il campionato non puoi sempre farlo. Da quel poco che ho visto di Aquilani, anche il Pisa è una squadra che propone gioco, per certi versi simile a quella di Pecchia. È vero che parliamo di due generazioni differenti, Pecchia ha più esperienza nella gestione dello spogliatoio e della partita; Aquilani ha iniziato con la Primavera della Fiorentina facendo bene, Pisa è una piazza che ha gran entusiasmo, il primo impatto non è mai semplice, ma se la sta cavando bene”.
Enrico è il capitano del Parma di Pecchia: parliamo di un calciatore votato al sacrificio che sta facendo passi da gigante per prestazioni, numeri e leadership
“Sì è in crescita. Il primo anno è stato il più complicato dopo la retrocessione, il Parma ha cambiato un paio di allenatori, Enrico ha sempre giocato. È un giocatore duttile che sa ricoprire più ruoli, ha giocato a tre come braccetto di destra, ha fatto il centrale quest’anno in alcune partite, gioca a destra come quarto. Ha questa capacità e bravura di sapersi adattare un po’ alle situazioni e poi con gli anni, questo è il terzo a Parma, avendo avuto dei compagni in squadra con una certa personalità, con un certo pedigree che potevano essere Buffon, Vazquez, mi ricordo Danilo il primo anno, magari ha cercato di guardare giocatori più esperti per cercare di rubare un po’ il lavoro quotidiano nel campo ma anche nello spogliatoio. Poi è anche vero che lui già ai tempi dell’Atalanta negli Allievi Nazionali, nella Primavera ha fatto il capitano in diverse annate. È un po’ predisposto per attitudine perché ha queste capacità di essere un giocatore che ha una personalità giusta nell’insieme dello spogliatoio e sul campo. E quest’ anno a soli 24 è capitano del Parma, è un qualcosa che non gli pesa, anzi gli fa piacere e gli dà tanta responsabilità”.
Mai una parola fuori posto, mai una protesta contro le direzioni arbitrali, nessuna reazione sopra le righe: è d’accordo se le dico che Enrico è un leader calmo?
“Sì è un ragazzo molto equilibrato, maturo e responsabile, è sempre stato così anche da ragazzino. Dimostra con serenità e tranquillità grande determinazione in ogni cosa che fa, non solo in quel che riguarda l’ambito calcistico. È sempre stata la sua forza, fa parte del suo carattere, della sua personalità. Ti parlo da padre, ma vedendo anche alcune partite, ad esempio quando affrontava in Nazionale sfide complicate come quelle di qualificazione agli Europei, è sempre stato sereno, lucido, a livello di prestazione e comportamento. È un qualcosa che fa parte di lui, se l’è portata dietro, da fuori può sembrare il contrario ma in realtà è molto motivato. Poi quest’anno con la fascia di capitano al braccio di un club con un grande blasone ha aggiunto nuove responsabilità ma Enrico riesce a gestirla bene”.
Enrico è un giocatore molto duttile: lei lo preferisce terzino o centrale difensivo?
“A me piace come centrale, mi piace anche come esterno sia chiaro, ma lo preferisco come centrale. Lui secondo me paga quei 4-5 centimetri rispetto magari ad altri centrali, però è molto rapido, ha lettura, ha capacità di impostazione, è molto attento negli interventi. Forse soffre un po’ gli avversari strutturati ma è un ruolo che secondo me può ricoprire anche perché in Nazionale e in Primavera ha già giocato in quella posizione. Io penso che con l’esperienza che maturerà negli anni, potrà giocare sia come centrale difensivo, sia come braccetto di destra in un’ipotetica difesa a tre. Questo potrebbe essere il suo ruolo ideale secondo me”.
Avete modo di confrontarvi padre e figlio su questioni tecnico-tattiche nei post-partita?
“Sì spesso parliamo sulla partita in generale, non tanto sulla sua prestazione oppure su una determinata situazione lui dice la sua, io dico la mia e ci confrontiamo, una cosa molto leggera. Non ha mai avuto pressioni da parte della famiglia sul gioco, è sempre stato molto libero. A volte affrontiamo argomenti di natura tecnica, ho fatto anche io il calciatore (ride, ndr), ma è una dialogo tra due persone competenti, senza esasperare niente, con grande tranquillità”.
Enrico ha vinto la finale Primavera con la maglia dell’Atalanta al Tardini contro l’Inter, il Parma era nel suo destino?
“Il Parma è una società importante, è un club di grandissima tradizione. Enrico si trova molto bene, è in una società forte, in una città strutturata e ambiziosa, manca solo questa promozione, questo passaggio in Serie A. Non si stanno nascondendo, l’obiettivo è quello lì, la società ha investito tanto e bene. La squadra è giovane, Enrico è molto felice, speriamo che riescano a completare l’opera”.