19 Giugno 2019

ESCLUSIVA PSB – Pillon: “Pescara, bilancio più che positivo. Nel calcio non esiste meritocrazia”

PILLON PESCARA – Quando l’obiettivo salvezza si trasforma in sogno promozione, il merito va diviso tra vari partecipanti alla scalata. Nel novero di una squadra, un ruolo sicuramente importante è quello assunto dall’allenatore, a cui è assegnato l’arduo compito di trasmettere idee e motivazione ai calciatori. È questo ciò che ha provato a fare (riuscendoci) […]

PILLON PESCARA – Quando l’obiettivo salvezza si trasforma in sogno promozione, il merito va diviso tra vari partecipanti alla scalata. Nel novero di una squadra, un ruolo sicuramente importante è quello assunto dall’allenatore, a cui è assegnato l’arduo compito di trasmettere idee e motivazione ai calciatori. È questo ciò che ha provato a fare (riuscendoci) Giuseppe Pillon, tra gli artefici della cavalcata del Pescara nella stagione da poco terminata, dove gli abruzzesi hanno visto la Serie A svanire solo nei playoff. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, ecco le dichiarazioni dell’ex tecnico del Delfino.

Un percorso durato più di una stagione terminato con un sogno cullato ma che è poi svanito: se la sente di tracciare un bilancio?

“Il bilancio è più che positivo. L’anno scorso sono stato chiamato a undici partite dalla fine, in una situazione molto critica, con lo scopo di condurre la squadra verso la salvezza, e l’obiettivo è stato raggiunto. Nella stagione da poco terminata puntavamo a salvarci il prima possibile ed a valorizzare i giovani, e devo dire che è stato fatto un bel percorso. Siamo arrivati ad un passo dalla Serie A, che è sfumata per un niente. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, però rimane una grandissima stagione. Sono molto contento del lavoro fatto, oltre che del rapporto instaurato con i tifosi. Come ogni cosa, però, c’è un inizio e una fine”.

La prossima domanda corrisponde ad una mera sensazione di chi scrive, e quindi è un suo diritto confutare: nonostante l’innegabile percorso di crescita avuto nel tempo, la sua figura pare essere stata costantemente circondata da un alone di diffidenza. È una cosa che lei ha notato in determinati momenti della stagione?

Non bado a certe cose. Vado avanti per la mia strada e penso al mio lavoro, come ho sempre fatto. So quello che è stato fatto, la diffidenza la lascio agli altri. Parlano i risultati, non c’è altro da dire. Nonostante il percorso fatto, non si hanno riscontri. Nel calcio non esiste più meritocrazia, contano altre cose”.

Il presidente Sebastiani è da anni nel calcio e come tale spesso ha avanzato osservazioni sulla squadra. Che rapporto c’è stato tra di voi?

“Facciamo un lavoro che è costantemente soggetto alle critiche. Si possono condividere o meno ma, quando arrivano dal tuo presidente, devi accettarle. Ognuno ha le sue idee, ma ci tengo a sottolineare che Sebastiani non si è mai intromesso nel mio lavoro, mi ha sempre consentito di svolgere i miei compiti. Ha espresso dei pareri, che rispetto. L’importante è che lui mi abbia sempre lasciato lavorare nel miglior modo possibile, questo è l’aspetto che per me conta di più. Come dicevo prima, si possono condividere o meno le cose dette dagli altri, ma alla base deve sempre esserci rispetto. Il presidente è un uomo di calcio, che mette tanta passione al servizio della squadra. Questo può portarlo, alle volte, a dire delle cose che possono sembrare sbagliate, ma ha il diritto di esternare ciò che vuole”,

Dopo le sue ultime dichiarazioni, pare evidente la sua voglia di ripartire quanto prima: che progetto cerca?

Un progetto sano, dove il sottoscritto possa fare il proprio lavoro nella maniera più libera possibile. A dir la verità, nel calcio i progetti non esistono più, o meglio è difficile trovarli. Un’eccezione è il Cittadella”.

Ha avuto contatti con altre società?

Non ho ricevuto chiamate fino a questo momento, ma so come funziona il calcio, quindi non mi meraviglio più di tanto”.

RIPRODUZIONE CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE