13 Febbraio 2025

ESCLUSIVA PSB – “Sembra impossibile”, la stupenda iniziativa sociale del Cosenza raccontata da Luigi Perrotta

La stupenda iniziativa

Cosenza Calcio

Rassicurare chi è chiamato a convivere con una condizione che non ha chiesto dovrebbe essere un precetto sacro a ognuno dei privilegiati, incluso chi sta redigendo l’articolo, che della vita hanno potuto e possono percepire ogni nota positiva. Convogliare gli sforzi e l’ingegno verso una società in cui l’emozione non è una possibilità elitaria e tutto è accessibile a tutti, indipendentemente da qualche dirupato limite imposto da chi soprintende dall’alto le concessioni, è un atto dovuto. Lo sport non fa alcuna eccezione a tale discorso, anzi ne eleva l’importanza in quanto poche dinamiche, se non nessuna, hanno la potenzialità di debellare qualsiasi confine. Quanto approfondito è alla base dell’elogio che va tributato all’iniziativa “Sembra impossibile” guidata dal Cosenza e dall’A.S.D. Olympia Polisportiva, grazie alla quale – nella cornice del Marulla – viene concesso ad alcuni tifosi ciechi e ipovedenti di giovare di telecronache professionali in audio descrizione e ausili tattili utili a poter immergersi nel match. Un progetto lodevole e senza alcun dubbio da diffondere, così da applicare quanto poc’anzi ribadito, ovvero la cancellazione di qualsiasi differenza giunti all’appuntamento con i sentimenti. Talentuosi giornalisti sono stati coinvolti in questo progetto, tra cui Luigi Perrotta, uno dei professionisti maggiormente coinvolti dal club. È grazie a lui, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, che abbiamo approfondito il tema.

Ciao Luigi, abbiamo presentato l’iniziativa nell’introduzione ma, senza alcun dubbio, un racconto della giornata tipo da parte dei partecipanti al progetto ha senza dubbio più valore e concretezza.

“La giornata allo stadio è molto semplice. Mi metto d’accordo con il loro referente, che è tra l’altro anch’egli un ragazzo non vedente: ci sentiamo la mattina, organizziamo il tutto e prepariamo il loro arrivo, che avviene assieme agli accompagnatori della Polisportiva. Una volta giunti allo stadio, ci incontriamo e, ti dirò, ci salutiamo con amicizia perché è nato oramai un rapporto che va oltre qualsivoglia formalità. Questa è una delle tante cose belle dell’iniziativa di cui stiamo parlando. Sia a me che ai partecipanti vengono date delle radioline e, al fischio d’inizio, comincia la mia radiocronaca. Faccio dunque da tramite con il rettangolo verde e, consentimi di dirlo, è una grande responsabilità. La verità del campo, per loro, dipende dalle mie parole, per quanto loro abbiano una percezione diversa e amplificata dei suoni e di ciò che li circonda. Cerco di essere quanto più preciso possibile in quanto nutro incommensurabile rispetto nei confronti di queste persone dell’iniziativa”.

Che feedback hai avuto, durante le partite, da parte delle persone coinvolte?

“Davvero confortanti. C’è una cosa che mi ha stupito: la concentrazione con cui ascoltano ciò che dico. Racconto quest’aneddoto: alcune volte i miei compagni di viaggio sono così focalizzati sul match che riescono ad anticipare il nome del calciatore o qualcosa che sta succedendo in base all’andamento dell’azione e a dove si trova il pallone. Nella scorsa stagione, ad esempio, c’era Marras: quando si arrivava in quella zona di campo, prima che io ne pronunciassi il nome c’era già chi sottolineava che Manuel sarebbe stato coinvolto nello sviluppo offensivo. Sono incredibilmente attenti, si lasciano trasportare dalla partita e hanno notevoli spunti: tutto ciò mi inorgoglisce. Il calcio non è solo uno sport, è davvero riduttivo definirlo così, perché è uno strumento propedeutico a far sentire tutti, nessuno escluso, parte di una comunità, indipendentemente dalla propria condizione. Questo progetto, secondo me, punta proprio a raggiungere quest’obiettivo”.

Che risposte sta dando la piazza di Cosenza? È doveroso lasciar intendere a tutte le componenti, piazza, società, calciatori e chiunque altro, quanto tutto ciò sia un motivo di orgoglio da esibire con vanto.

“L’iniziativa è stata percepita e accolta nella miglior maniera. Nessuno ha banalizzato né tantomento criticato, anzi sono arrivati tanti messaggi di stupenda approvazione. Questo fa piacere, perché la comunità si è dimostrata matura e in grado di scindere le cose che fanno bene lato sensu da qualsiasi altro discorso. Personalmente ho raccolto davvero moltissime manifestazioni di gioia da parte dell’ambiente nel poter portare avanti questo progetto”.

Chiudiamo con una considerazione su di te e sulla responsabilità che hai detto di avvertire, un concetto umano prima che professionale. Cosa ti sta dando tutto ciò che stai attraversando?

“Tantissime cose, una più gioiosa dell’altra. Ogni volta che si presenta la possibilità di presenziare sono sempre lesto ad accettare. Siamo tutti uguali, dobbiamo gridarlo con forza. Bisogna essere uniti, forti e non lasciare nessuno indietro. Per applicare questo sacro precetto servono, a mio avviso, iniziative di questo tipo. Ringrazio il Cosenza Calcio per questo coinvolgimento, è una cosa che mi inorgoglisce”.

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