ESCLUSIVA PSB – Vitali Kutuzov: “Gioco ad Hockey perchè mi emoziona. Parma favorito. Pisa prima la salvezza, poi…”
Il doppio ex di Parma-Pisa è Vitali Kutuzov: l'ex attaccante bielorusso ha ripercorso le fasi salienti della sua carriera con la maglia crociata e con quella nerazzurra, soffermandosi sulla sfida di sabato pomeriggio del Tardini
“Quando giocavo a calcio non ho mai ricevuto applausi all’interno dello spogliatoio, qui invece una volta ho fatto una grande partita e i miei compagni mi hanno applaudito, mi hanno emozionato (commosso, ndr). Gioco ad hockey per questo, per emozione e per divertimento“. Ieri attaccante nel calcio professionistico, oggi portiere dell’Hockey Club Diavoli Rossoneri Sesto San Giovanni: è la storia di Vitali Kutuzov, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.
L’exploit in patria con la maglia del Bate Borisov, la chiamata del Milan, l’esordio in Serie A in rossonero grazie a Carlo Ancelotti, il rapporto speciale con Paolo Maldini, le esperienze in prestito allo Sporting Lisbona e all’Avellino con Zeman in panchina. E poi il ritorno in Serie A con la Sampdoria, le due parentesi col Parma, il Pisa, avversari sabato in Serie B e il Bari, ultima tappa della sua carriera.
Hai giocato con entrambe, quali sono i ricordi più belli vissuti con Parma e Pisa?
“Ci sono tanti ricordi, io per un periodo ho vissuto a Parma, ma giocavo a Pisa. Sono due città che amano il calcio, in cui si vive lo spirito del calcio. Ho vissuto momenti diversi: a Parma ho giocato in Serie A all’epoca di Tanzi, era una società ben strutturata, anche se in quel periodo sono iniziati i primi problemi. Non è stato un periodo semplice quello vissuto a Parma, ho avuto qualche problema fisico al tendine d’Achille, altre questioni personali, una situazione un po’ caotica che non mi ha permesso di dare il massimo ma ringrazio comunque lo staff e il direttore sportivo che mi sono sempre stati vicino. A Pisa ho trovato un club che stava intraprendendo un percorso che gli ha permesso di raggiungere i livelli attuali, ho segnato 10 gol e son riuscito a dare un contributo importante”.
Nel corso della tua carriera hai avuto l’opportunità di essere allenato da due grandi allenatori: cosa ti hanno lasciato Zeman e Ancelotti?
“Sono stati allenatori importanti nel mio percorso. Ancelotti mi ha fatto esordire in Serie A, Zeman mi ha formato come persona, come atleta. Dopo l’esperienza con Zeman sono tornato in Serie A, col Milan avevo esordito, con la Sampdoria ho disputato due stagioni importanti. Ogni allenatore ti lascia qualcosa, se un giocatore ha voglia di lavorare, riesce a ricavare qualcosa dalle richieste del proprio allenatore e cerca di metterlo in pratica sul campo”.
Hai qualche rimpianto per un’esperienza al Milan che forse è durata troppo poco?
“È difficile avere rimpianti. Ogni giorno che arrivavo a Milanello sapevo con chi mi sarei allenato, giocatori con valore di mercato enorme. Io ero molto giovane, sono andato in prestito allo Sporting Lisbona e poi al Milan è arrivato Rivaldo. Ho avuto all’inizio qualche difficoltà con la lingua, ma ho sempre cercato di imparare, di essere disponibile, di migliorare giorno dopo giorno. Devo ringraziare il Milan perchè mi ha reso un atleta migliore, un professionista. Ho dato il 120% ma se la concorrenza era rappresentata da calciatori di livello mondiale, ben strutturati fisicamente, pronti psicologicamente, per un ragazzo giovane come me non era semplice”.
C’è un giocatore di quel Milan che ti ha impressionato di più?
“Capitan Maldini. Arrivava sempre prima agli allenamenti e usciva per ultimo. Io mi impegnavo per arrivare prima ma lui mi anticipava sempre (ride, ndr). Mi dicevo: “Se il capitano lavora in questa maniera, anche io devo far lo stesso”. Poi c’è la storia del mio computer, perse 3-4 ore di riposo per aiutarmi ad installare Internet. Prima di allora Maldini lo avevo visto solo sul televisore e invece ho avuto modo di conoscere un ragazzo generoso, disponibile con i più giovani, che cercava di mantenere certi equilibri all’interno dello spogliatoio. È una cosa bella, io poi ho cercato di comportarmi allo stesso modo quando sono andato in altre squadre”.
Dal Milan ai prestiti con Sporting Lisbona e Avellino: nella città irpina hai vissuto una delle migliori esperienze della tua carriera
“Avellino è una città che ama il calcio, il Partenio è uno stadio in cui si respira il calcio. È una piazza calorosa, ho avuto l’opportunità di giocare con tanti giovani giocatori, alcuni dei quali son riusciti a far carriera, ho avuto l’opportunità di giocare al Sud, di essere allenato da Zeman. Ho lavorato tanto col mister, ci siamo divertiti, peccato per la retrocessione. A fine stagione sono andato da lui per salutarlo, scusandomi per quello che non ero riuscito a fare, lui mi ha risposto qualcosina (ride, ndr). Il gol nel derby alla Salernitana? Ci sono dei momenti vissuti in prima persona che restano impressi nella mente delle persone, dei tifosi, a Bari ad esempio ricordano il gol segnato all’Inter di Mourinho alla prima giornata”.
A proposito di Bari, è stata un’altra tappa importante della tua carriera. Dopo aver sfiorato la Serie A lo scorso anno, oggi sta faticando, ha cambiato tre allenatori: riuscirà a qualificarsi ai playoff?
“Sta lottando così come il Pisa che perse due anni fa la finale col Monza. Vale lo stesso discorso per il Parma, son tutte squadre che cercano di fare questo salto di qualità, purtroppo salgono in Serie A solo in due direttamente, più una con gli spareggi. È un campionato lungo e tosto, infinito, con tante partite, se non sei pronto, se non sei attrezzato, se non hai una panchina lunga, se non hai una struttura societaria solida, puoi inciampare. Il campionato disputato finora, i risultati raccolti non bastano per salire, vediamo se con il nuovo allenatore il Bari riuscirà a cambiare qualcosa“.
Parma-Pisa è una partita tra due squadre che vivono momenti diversi: Pecchia ha fatto un ottimo lavoro, i toscani hanno affidato la panchina ad un allenatore giovane come Aquilani che ha ben figurato con la Fiorentina Primavera
“La classifica ci dice che il Parma sta abbastanza bene, sono arrivati ad un punto tale che possono permettersi anche di sbagliare, di concedere qualcosa. È ovvio che meno cedono, meno problemi avranno per il futuro. Il Pisa è in lotta tra playoff e salvezza, tuttavia prima di fissare nuovi obiettivi sarebbe meglio avere la certezza della salvezza. Non sarà una partita facile per il Parma che sulla carta è più organizzata e parte favorita”.
Conclusa la carriera da calciatore oggi sei un giocatore da hockey
“È una cosa che faccio per passione. C’è chi corre per strada, chi va in palestra, io faccio il portiere di hockey. Non ti piace andare in palestra? L’ho fatto per tutta la vita, basta (ride, ndr). Quando non hai più obiettivi tendi a cambiare, con l’hockey ho trovato un bel gruppo, ci stiamo divertendo. All’inizio sono andato con i bambini, si imparava a stare in piedi sui pattini, ho trovato qualcosa che mi permette di pormi nuovi obiettivi, ripartendo da zero. Il ruolo del portiere è fondamentale nell’hockey perchè aiuta a mantenere degli equilibri anche se c’è un divario tecnico tra due squadre. Per farti capire, quando giocavo a calcio non ho mai ricevuto applausi all’interno dello spogliatoio, qui invece una volta ho fatto una grande partita e i miei compagni mi hanno applaudito, mi hanno emozionato (commosso, ndr). Gioco ad hockey per questo, per emozione e per divertimento“.